Bif: « Vedo 'Settembre' come un momento di equilibrio»


 

Si intitola “Settembre”, il nuovo singolo del cantautore Bif, un brano dal sound nostalgico e romantico.

 

Il giovane cantautore salernitano si rimette in gioco con un pezzo folk pop che accompagna l’ascoltatore nelle giornate autunnali, dove la luce del sole e il buio della notte hanno quasi la stessa durata creando un vero e proprio equilibrio nell’anima.

 

“Settembre” è un mix perfetto di malinconia e sentimentalismo, il cui testo descrive una storia d’amore finita attraverso un linguaggio nudo e schietto ma che, allo stesso tempo, fa da invito a non perdere la speranza di trovare l’armonia tra gli opposti in un mese in cui la natura offre gli ultimi frutti estivi prima di sprofondare nel lungo freddo invernale. Un cambio di stagione anche dei sentimenti, quindi, in cui si sente voglia di intimità e di introspezione.

 

Il brano, che vanta la partecipazione del pianista Massimo Parisi, è stato prodotto in collaborazione con Luma Records e con il cantautore napoletano Verrone, sinergia con quest’ultimo nata durante il songwriting lab “Canzoni alla mano” organizzato da Francesco Di Bella e Dario Sansone.


L'intervista 

D. Bif, “Settembre” è il tuo ultimo singolo con cui ti rimetti in gioco. Come stai vivendo questo nuovo inizio, se così lo si può definire?

R. È un nuovo inizio. In qualche modo settembre lo è sempre, ma per me lo è particolarmente. Ho vissuto molto male il lockdown, a cui è seguita un’estate difficile e di grandi cambiamenti. Settembre è il fiore del frutto.


D. Settembre, per antonomasia, lo accennavi anche tu, è il mese delle ripartenze e non a caso nel brano affronti questo aspetto. Come nasce il brano?

R. Nasce da una collaborazione con il cantautore napoletano Verrone, di cui sono certo sentirete parlare molto presto. Nelle vene di entrambi scorre una certa saudade lusitana, avendo vissuti momenti particolarmente simili non abbiamo avuto difficoltà a tradurre il sentimento in canzone. La collaborazione è nata durante il songwriting lab organizzato da Francesco Di Bella e Dario Sansone. Che tra l’altro sta per ripartire a breve.


D. Nel testo analizzi anche l’equilibrio che si crea nell’anima umana durante questo mese, dove il giorno e la notte hanno quasi la stessa durata. Anche per te è così?

R. Assolutamente si, anche perché attualmente non dormo per niente bene! Ho perso l’equilibrio, cerco di ritrovarlo ma allo stesso tempo sono consapevole che forse non è questo il momento dei contrappesi. Situazione attuale: vedo questa canzone come un momento di equilibrio, una scintilla, ma è andata, non posso raggiungerla. Inutile battere i pugni.


D. Cosa mette a soqquadro il tuo equilibrio interiore e perché?

R. Dovrei elencare una serie di cose, alcune più leggere, altre pesanti. Alla fine mi rifugio in un sincero no comment!


D. Hai scelto inizialmente i social per farti conoscere dal tuo pubblico. Immaginavi che la tua musica arrivasse a così tante persone attraverso uno schermo?

R. Mah. Mah. Cerco di essere oggettivo: sono sempre stato presente sui social, soprattutto per motivi extra musicali: con il progetto Bif non credo di aver “spinto” di più, anzi, perché mi sono reso conto dell’importanza del live.  Ecco un aneddoto a supporto della tesi: ho eseguito due canzoni a Milano durante un format ormai celebre, Spaghetti Unplugged, circa un anno fa: il riscontro in termini di gratificazione, contatti, complimenti che ho avuto in 8 minuti di esibizione è valso come un anno e più speso sui social.


D. Gli ultimi mesi hanno minato l’equilibrio di noi tutti. Dopo un’estate in cui sembrava che tutto fosse sotto controllo, sembra che adesso siamo destinati a rivivere ciò che è successo a marzo. Dicevi che hai vissuto male  il lockdown, perché? E come stai vivendo questo nuovo aumento dei contagi?


R. Come ti accennavo, sì, ho vissuto male il lockdown e temo il prossimo. Né ho risentito fisicamente e psicologicamente, pensa che non ho scritto nemmeno una canzone! La libertà è troppo importante. Sono un animale sociale, ho bisogno di aria, stimoli, parole ed abbracci. In caso di chiusura, evaderò.

D. Il settore musicale è stato uno dei più colpiti dalle conseguenze del Covid-19. Un giovane artista come te, come vive questa situazione?

R. Prima menzionavo l’importanza del live dal punto di vista “promozionale”. Aggiungo altri elementi: il live fa crescere e migliorare musicalmente: si affina il confronto con il pubblico, il controllo della voce, delle movenze, delle emozioni, il balance voce\strumento, si impara ad utilizzare meglio la strumentazione e a coordinarsi con gli altri musicisti. E’ bellissimo suonare, scambiarsi opinioni, armonie ed emozioni. Non mi stanco mai di ripetere che se c’è una cosa che mi ha dato la musica negli ultimi anni (in cui ho avuto la fortuna di suonare un po’ in giro per lo stivale) è sicuramente l’aver conosciuto solo belle persone. Io non vivo di musica, purtroppo o per fortuna, ma vivo la musica e sono pienamente consapevole della tragedia in atto. La nostra era già una realtà morta dal punto di vista della musica live (non della produzione): ora tra crisi della movida e restrizioni penso che ricominceremo a suonare (per chi sarà “sopravvissuto”) solo dopo la prossima estate.


D. Tornando al brano, “Settembre” vanta la partecipazione col pianista Massimo Parisi. Come è nata collaborazione?

R. Suoniamo insieme da anni ormai. E’ un musicista straordinario, pieno di talento ma anche disciplina e professionalità. E ha solo 23 anni. Calcherà grandi palchi, a prescindere da me (cit. Niccolò Fabi).


D. Quale sentimento speri rimanga nell’ascoltatore?

R. Il sentimento è chiaramente la malinconia. La somatizzazione del sentimento la stretta del pugno, gli occhi lucidi, il rilascio della presa, la gola arsa.


D. Dopo “Settembre”, cosa dobbiamo aspettarci?

R. Ho un altro singolo in cantiere per la fine dell’anno, molto diverso da Settembre: Londra. Londra parla della condizione di smarrimento ed insoddisfazione che molti 20enni e 30enni si caricano sulle spalle: colpa della velocità imposta dalla società, della standardizzazione di rapporti, competenze ed ambizioni, colpa delle pressioni, dell’appiattimento dei sogni.Non tutti reagiscono allo stesso modo, c’è chi scappa, chi fa i bagagli e fugge. Come dargli torto? Il problema è che non sempre fuggire risolve problemi. Dovremmo solo imparare a rallentare un po’.

… E una nuova idea per il 2021. Facendo mille scongiuri.



Il videoclip