Rewind - Racconti di vita... gay: Massi
L'appuntamento Rewind di oggi è dedicato a Racconti di vita... gay, una delle rubriche che più di tutte è entrate nei cuori dei lettori de Il mio mondo espanso. In particolare, oggi, voglio riproporvi una delle storie che più hanno accesso gli animi di coloro che l'hanno letta e che ha valso a me l'accusa di essere un manipolatore che si diverte a giocare con le vite altrui pur di avere qualche lettore in più - in questi anni ne sono capitate di tutte, ma ci sta, il bello del mettersi in gioco è anche questo, no? -. La storia in questione è quella di Massi che, ancora oggi, è una delle più lette in assoluto.
Rewind
Racconti di vita... gay
Massi
Grafica: Giovanni Trapani |
Sono nato in un paesino di 2000
abitanti nella campagna lombarda. Quando i miei genitori, figli di
contadini, si sono sposati, mia mamma era ancora minorenne e mio papà
aveva solo qualche anno in più. Sono andati a vivere assieme ai miei
nonni dove tutt’ora vivo anch’io con i miei fratelli. La mia famiglia,
che vive da generazioni nello stesso paese, dove siamo quasi tutti
parenti, è sempre stata profondamente religiosa e poco istruita. Mia
mamma, che ha sempre fatto la casalinga, ha la licenza media e mio papà
il diploma di scuola superiore, preso alle scuole serali.
Ho 28 anni e fino a 23 non ho mai
avuto una fidanzata. Ho sempre vissuto per lo studio, per la mia
famiglia e sono sempre stato attivo in parrocchia.
Mentre i miei compagni andavano in
discoteca ed erano pieni di ragazze, io passavo i miei pomeriggi a casa a
studiare o all’oratorio. Le mie poche amiche erano tutte femmine.
Guardavo le telenovelas brasiliane e
messicane e leggevo “Il rosso e il nero”, “La certosa di Parma”, “Guerra
e pace”, “Anna Karenina” e mi appassionavo alle vicende delle eroine
romantiche. Mi chiedevo quando sarebbe giunto per me il grande amore.
Come una fanciulla dell’Ottocento sognavo di sposarmi ed avere dei
figli.
Ricordo di essermi innamorato per la
prima volta a 18 anni, di una ragazza egiziana che aveva un anno meno di
me. Era alta ed aveva gli occhi verde acqua. Ogni tanto ci incontravamo
all’intervallo e parlavamo, l’aspettavo all’uscita per fare la strada
con lei. Credo di non averle mai sfiorato neppure la mano. Si ritirò da
scuola alcuni mesi prima della fine della scuola. Per me fu un duro
colpo; non avevo mai trovato il coraggio di confessarle i miei
sentimenti. Pregavo ogni giorno perché tornasse, perché la incontrassi
anche per caso, ma non la rividi mai più.
Mi diplomai brillantemente, mi
iscrissi all’università, ma pensavo sempre a lei. Dopo un anno
dall’ultima volta che l’avevo vista le scrissi una lettera per
riallacciare i rapporti, pur non confessandole i miei sentimenti.
Pregavo ogni giorno perché rispondesse, ma lei non rispose mai.
Passò un altro anno. Imparai ad usare
internet e su un forum conobbi una ragazza del Centro Italia che aveva
molto in comune con me; sensibile ed appassionata, guardava le mie
stesse telenovelas. Continuammo per 2 anni e mezzo a scriverci. La
pensavo spesso ed ero in ansia se non rispondeva alle mie lettere.
Quando ci incontrammo di persona, poco dopo la mia laurea, non scattò
nulla. Non ci piacevamo.
Un anno dopo conobbi, tramite
un’amica comune, colei che divenne la mia fidanzata, Angelica. A 23 anni
baciai per la prima volta una ragazza; finalmente avevo una fidanzata
da presentare ad amici e parenti. Il sogno della mia vita si stava
realizzando. Dal punto di vista fisico mi piaceva molto, ma, essendo
cattolici osservanti, avevamo deciso di restare vergini fino al
matrimonio.
Essendo io giovane non ero comunque
del tutto privo di vita sessuale. Mi masturbavo quasi tutti i giorni e,
quando Angelica aveva casa libera, lo facevamo insieme e lei me lo
succhiava. A me piaceva molto e lo facevamo per ore.
Quando ero con lei raggiungevo il
massimo del piacere, ma quando lo facevo da solo pensavo ai ragazzi, a
quelli che vedevo al parco a prendere il sole, ai muratori che
costruivano le case ecc.
L’ho sempre fatto. Non mi sono mai
posto il problema, non credevo che fosse una cosa grave. Qualche volta
credevo di farlo per abitudine, perché fino a 23 anni non avevo mai
toccato il corpo nudo di una ragazza, ma ora che l’avevo fatto queste
fantasie non cessavano.
Per me il mondo omosessuale non
esisteva, non l’avevo mai preso in considerazione. Non conoscevo nessun
omosessuale e il pensiero di esserlo non mi sfiorava minimamente.
C’è stato chi mi ha detto che ero
gay. Ero convinto che lo dicessero solo perché ho una voce acuta e
lineamenti sottili. Mi hanno sempre dato meno anni di quelli che ho.
Tutt’ora a 28 anni me ne danno 20 o anche meno.
***
Un giorno, per curiosità, decisi di
rivelare su un blog le mie fantasie con i ragazzi, nonostante fossi
fidanzato con una ragazza. Avevo 25 anni e mi si aprì un mondo sino ad
allora sconosciuto. Leggevo di locali gay, gente che cercava sesso per
una sola notte, che cambiava partner in continuazione, di attivi e
passivi. Ne rimasi scandalizzato.
Molti risposero alle mie confessioni.
Mi dissero che ero un omosessuale represso; alcuni mi consigliarono di
provare. Per me il sesso senza amore non esisteva, non potevo concepire
una cosa del genere. Era squallido, inoltre avrei tradito la mia
fidanzata, il sogno della mia vita, a lungo vagheggiato.
Inoltre non potevo essere
omosessuale. In vita mia mi ero sempre e solo innamorato di ragazze, pur
provando attrazione per i ragazzi. Ho sempre sognato una famiglia con
moglie e figli. La sola idea di non aver figli e di stare con un uomo
per tutta la vita mi faceva schifo. Un uomo sopra i 40 anni non mi è mai
piaciuto, inoltre quest’idea di famiglia mi aberrava oltre al fatto che
sono sempre stato contrario a matrimoni ed adozioni gay.
Tergiversai per un anno finché a 26
anni, nel luglio del 2008, per curiosità, decisi di incontrare un
ragazzo, particolarmente insistente. Pensavo che volesse solo parlare,
anche se non ne ero sicuro.
Stefano aveva 35 anni, fidanzato con
una ragazza. Mi volle incontrare in macchina. A me sembrava squallido;
preferivo un bar. Mi chiese di portarlo in una strada isolata. Lo portai
in una strada di campagna, dove iniziò a massaggiarmi le cosce e il
membro. Nel frattempo mi leccava il collo e le orecchie. Ero molto
eccitato e non mi opposi. Mi slacciò i pantaloni e lasciai che mi
masturbasse.
Iniziai anch’io a toccarglielo, gli
slacciai i pantaloni e glielo tirai fuori: era grosso e lungo almeno 22 o
23 cm. Mi prese la testa e mi chiese di succhiarglielo. Lo feci per
molto tempo, poi gli chiesi di farlo a me, ma lui si rifiutò. Ci rimasi
un po’ male, ma continuammo a masturbarci a vicenda. Poco dopo io venni e
lui no. Glielo succhiai di nuovo, ma alla fine non venne.
Quando tornai a casa non provai
assolutamente nulla. Credevo che mi sarei sentito un verme per aver
tradito la mia fidanzata e per aver commesso un atto impuro contro
natura, ma non sentivo nulla. Era stato un gesto meccanico, praticamente
uguale ad una mia normalissima masturbazione. Il giorno dopo mi
confessai in Duomo a Milano perché non volevo incontrare un prete che mi
conoscesse. Ero imbarazzato, ma il sacerdote fu molto comprensivo. Mi
disse semplicemente di non commettere più questo peccato. Ero io più
preoccupato che sarei finito all’inferno, ma mi rincuorò.
Ciò che mi fece più male è che
Stefano non mi scrisse nulla, non si fece sentire se non una volta che
lo contattai su msn, ma mi chiese di cancellarlo dai miei contatti
perché non voleva che la sua fidanzata scoprisse ciò che avevamo fatto.
Era estate e, come spesso mi accade,
soprattutto in ufficio, dove mi connetto di frequente a internet, mi
annoiavo. La noia mi porta spesso a liberare le mie fantasie sessuali.
Tre settimane dopo Stefano, conobbi Sergio in chat. Aveva 21 anni, mi
disse che era la prima volta in assoluto che stava con un ragazzo e non
era neppure stato con una ragazza. Mi piaceva perché, a differenza d
Stefano, non parlava per monosillabi; facevamo lunghe conversazioni in
chat. Quando ci incontrammo andammo prima a prendere un drink in un
locale, poi ci dirigemmo verso lo stesso posto dove avevo incontrato
Stefano. Iniziai io dato che lui non aveva esperienza. Gli massaggiai le
cosce e il membro, lo masturbai, mentre gli allungai le mani verso il
mio, che era sempre più duro. Lasciai che lo maneggiasse a suo
piacimento, poi mi avvicinai a lui, gli leccai i capezzoli e il torace e
gli presi in bocca il membro. Eiaculò nel giro di poco e bevvi tutto il
suo sperma. Si avvicinò al mio e fece lo stesso: anch’io venni nella
sua bocca e continuammo a masturbarci finché lo baciai sulla bocca.
Ero stato veramente bene con lui
quella sera. Tornai a casa felice, non vedevo l’ora di rivederlo. Fu per
me difficile prendere sonno perché continuavo a pensare a lui, pensavo
di dormire tra le sue braccia. Mi eccitava l’idea di un amico complice
con cui fare sesso e parlare liberamente della mia complicata
sessualità.
***
Io e Sergio ci sentimmo ancora in
chat per lunghe ore finché, due giorni dopo, partii per le vacanze con
la mia famiglia e la mia ragazza. In quei giorni litigammo spesso e per
un momento ebbi il pensiero di lasciarla. Per un istante pensai di farlo
per Sergio. Sergio però rispondeva a stento ai miei sms e non
rispondeva proprio quando lo chiamavo.
Al mio ritorno a casa mi chiese di
incontrarci, ma poi annullò quell’appuntamento e quello successivo. In
chat si connetteva di rado ed io stavo sempre più male.
Mi resi conto che provavo dei
sentimenti per una persona che non li ricambiava o che forse aveva paura
di affrontare ciò che stava nascendo tra noi.
Interpretai il tutto come un segno di
Dio che voleva indicarmi la retta via. La mia vocazione era il
matrimonio e decisi di chiedere alla mia fidanzata di sposarmi.
Angelica era una ragazza immatura ed
incline alle scenate. Era gelosa, oppressiva ed estremamente insicura.
Quando le regalai l’anello di fidanzamento non si mostrò felice; era più
che mai insicura e turbata. Mi chiese una pausa di riflessione.
Frattanto non cercavo nessuno. Io non
cercavo mai nessuno, aspettavo solo che qualcuno si facesse vivo. Mi
contattò Domenico, di 37 anni, dichiaratamente omosessuale. Lo feci
attendere un mese e mezzo e alla fine lo incontrai. Mi riempì la testa
delle sue idee omosessuali, della lotta per il matrimonio gay, della
necessità di scoprire la propria identità sessuale, cose di cui non me
ne è mai fregato nulla.
Mi portò in camera sua, mi spogliò,
me lo succhiò, ma io non ebbi il coraggio di fare nulla con il suo
corpo. Non mi piaceva, aveva le maniglie dell’amore, inoltre aveva un
membro piccolo e scuro. Finii il tutto masturbandomi.
Decisi di non incontrare nessun gay
convinto perché preferivo evitare discussioni imbarazzanti. Preferivo
quelli come me dalla sessualità incerta, che non vogliono sapere e
capire da che parte stanno.
Pochi giorni dopo Sergio si rifece
vivo e mi contattò su Facebook. Lo perdonai subito, ma non ero più
sicuro di incontrarlo. Angelica ripeteva che non era certa del nostro
rapporto ed aveva dei dubbi su di noi. Interpretai la crisi come un
castigo di Dio per le mie malefatte. Cancellai il mio profilo nell’unica
chat a cui ero iscritto. Angelica mi lasciò alla fine di gennaio del
2009 per poi rimettersi con me, su mia insistenza, a marzo.
In un periodo di calma con Angelica trovai il coraggio di incontrare Sergio a luglio 2009.
***
Io e Sergio parlammo delle nostre
vite ad un pub e, quando mi chiese di recarci in un posto isolato, feci
resistenza, ma poi cedetti. Ci spogliammo completamente e ci masturbammo
oltre a lasciarci andare a toccatine, sesso orale… Non sentii più però
ciò che provavo un anno prima. Era un corpo come gli altri, destinato a
darmi piacere.
Angelica decise di lasciarmi a settembre 2009. Avevo 27 anni e sprofondai nella tristezza più nera.
Diceva che non era fatta per il
matrimonio, che non sapeva cosa provava per me ed io per lei. Nutriva
dei dubbi sul mio conto, acuiti dal fatto che un suo amico omosessuale
le aveva detto che, secondo lui, io ero omosessuale. A parte il fatto
che costui mi conosceva solo di vista, in base a cosa poteva affermare
ciò? In base al mio modo di vestirmi, muovermi, alla mia voce? Bah! Le
ripetei fino allo sfinimento e per mesi che ciò non era vero, che sono
eterosessuale e che gli omosessuali mi fanno schifo. Vedo il mio futuro
solo con moglie e figli, che per me non c’è nulla di più deleterio per
la società del matrimonio e dell’adozione ai gay. Io sono cattolico e
politicamente di estrema destra e sono contrario a queste cose.
Nella mia depressione provai ancora
più ribrezzo per il mondo omosessuale. Avevo avuto ancora una volta la
conferma che Dio mi aveva punito. Rifiutai tutti i contatti anche con
Sergio. Mi promisi di non incontrarlo più.
Su internet a gennaio 2010 conobbi
Beatrice. La incontrai dopo 2 giorni, ci piacemmo e fidanzammo
immediatamente. Continuavo a pensare ad Angelica, ma sapevo che non
avrebbe avuto senso continuare a pensarla. Il mio amore per lei non
aveva futuro. Dio mi aveva dato un’altra opportunità per realizzare il
sogno della mia vita, il matrimonio, e mi aveva posto al fianco una
ragazza meravigliosa. Non potevo rifiutarla. Accettai il suo amore e lo
ricambiai. A differenza di Angelica, Beatrice era una moglie perfetta:
sicura, precisa, ordinata, diligente, ottima cuoca e piaceva moltissimo
alla mia famiglia.
Sergio mi ricontattò di nuovo. Questa
volta non rifiutai. Lo incontrai, fui io a chiedergli di appartarci
subito per avere più tempo a disposizione. Ancora una volta ci
spogliammo completamente, ci baciammo, ci infilammo le mani lungo il
petto, strizzandoci i capezzoli e massaggiandoci il torace sino a
giungere ai nostri membri, sempre più duri ed eccitati. Per godere di
più ci infilammo due dita nell’ano e ci succhiavamo reciprocamente,
fermandoci quando stavamo per venire per prolungare il piacere. Passammo
una serata di fuoco. Era il mio modo per festeggiare il periodo di
felicità che si apriva nella mia vita. Forse il mio cervello ragiona al
contrario: quando sono sentimentalmente impegnato e felice sento
l’esigenza di un uomo, quasi per completarmi; quando, invece, sono
depresso e solo rifiuto questo aspetto della mia sessualità perché lo
vedo come un’impurità a cui segue un castigo.
Dopo quattro mesi di fidanzamento,
Beatrice iniziò a parlare di matrimonio. Ero al settimo cielo. Il mio
sogno si stava per realizzare: in quattro mesi riuscivo ad ottenere ciò
che Angelica in quattro anni non aveva voluto.
Per festeggiare, dopo un anno e mezzo
di assenza, mi riscrissi in chat. Conobbi Santo, bisessuale 32enne, che
mi invitò a casa sua. Ci spogliammo, passammo mezz’ora a baciarci e a
succhiarcelo. Fu dolce anche se non mi piaceva fisicamente come Sergio.
Speravo di rivederlo, ma non si fece più sentire. Restai deluso perché
speravo di diventare suo amico ed instaurare un rapporto duraturo di
complicità e sesso, cosa che ho sempre sognato.
Mi contattò allora 2 settimane dopo
un altro ragazzo, che disse di avere 28 anni ed essere bisessuale e
passivo. Non seppi mai il suo nome. Andai a casa sua, ha fretta, mi fece
spogliare velocemente. Si mise un profilattico, il primo che vidi in
vita mia. Mi chiese di succhiarglielo salendogli sopra, poi
inginocchiandomi, infine mi spruzzò in faccia. Andò in bagno a lavarsi.
Tornò e mi chiese di rivestirmi. Gli domandai di succhiarmelo, di
masturbarmi o di leccarmi un po’, ma si rifiutò. Mi disse che, se
volevo, lo potevo fare in bagno. Meno male che era attivo… Me ne andai
schifato. L’eccitazione mi scemò subito. Sentivo l’odore della plastica
in bocca. Giurai a me stesso che mai più avrei incontrato un ragazzo.
Ringrazio Dio di questa esperienza negativa. Lo ringrazio per avermi
aperto gli occhi sullo schifo e la corruzione che mi ha dominato fino ad
allora.
Qualche contatto via mail e i miei
rifiuti ad altri incontri. Confessai per l’ultima volta questo peccato.
Sperimentai l’infinito perdono di Dio e vidi tanta luce nella mia vita.
Mi cancellai dalla chat.
Fervono i preparativi per il mio
matrimonio. Io e Beatrice prendiamo contatti col parroco, fissiamo la
data, troviamo la casa e la location per il ricevimento.
Sergio si rifece sentire su facebook.
Gli comunicai che stavo per sposarmi e gli dissi che non voglio mai più
incontrarlo. L’idea di un amico bisessuale complice che, tra alterne
vicende e rifiuti miei e suoi, avevo tentato di realizzare con Sergio,
sfuma per sempre, non mi interessa più.
Tra nove mesi mi sposo e sono
convinto della mia scelta. Nella mia vita voglio solo mia moglie, tutto
il resto sono stati incidenti di percorso.
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