Un nuovo mondo - Quarantaduesima Puntata



Prologo
Rieccomi prendere di nuovo il mano il mio mondo espanso dopo i tre giorni della gestione di P, e torno con la nuova puntata di Un nuovo mondo. L'ultima volta ci eravamo lasciati con Daniel e Manu in proncinto di parlarsi dopo la fine dell'esame. Chissà cosa accadrà oggi, non ci resta che scoprirlo. Intato vi auguro un buon fine settimana e ci vediamo Lunedì.
A presto
Francesco Sansone



Nelle puntate precedenti



Sono passati diversi mesi dalla sera in cui Andrea ha confessato di aver tradito Fabrizio, ma quest’ultimo non riesce a dimenticarlo, lo ama ancora. Intanto ha deciso di dedicarsi completamente al primo esame all’università. L’esame in questione è quello di Psicologia della salute, la materia insegnata da Manu che continua ad essere il principale motivo del malessere di Daniel.



Fabrizio incontra Simone e quest’ultimo lo invita a passare la sera dal suo pub e dopo un po’ di titubanza, accetta. Qui Simone risulta essere un po’ pesante nell’atteggiamento, tanto da spingere Fabrizio ad andarsene, ma bloccato da Simone scoppia tirando fuori tutto il suo dolore.



La mattina dopo i Fabrizio e Daniel si all’università e in aula Manu fa un discorso a tutti gli studenti che si sono assentati, anche se era rivolto nelle intenzioni a Daniel. Finita la lezione, i due amici vanno a prendere un caffè e incontrano Manu e il suo amico Ale. Qui nasce una discussione generata da una battuta dei due insegnati e quando i ragazzi si avviano all’uscita, vengono fermati da Manu che chiede a Daniel due minuti per parlare. L’insegnate si scusa con il ragazzo e gli confessa nuovamente il suo amore vhiedendogli di aspettare fino al giorno dell’esame per poter così stare finalmente assieme, ma Daniel prende in malo modo le parole di Manu e va via. La sera Fabrizio convince Daniel ad uscire e insieme vanno al pub di Simone e una volta arrivati Padro corteggia Daniel,il quale sembra intenzionato a tutti i costi a dimenticare gli ultimi mesi e così, dopo esser andato via e aver lasciato Fabrizio a casa, torna al locale e passa la notte con Pedro, ma se ne pente subito dopo.



Passano alcuni giorni e arriva puntuale il giorno dell’esame in cui Daniel rivedrà. L’esame sia per Daniel che per Fabrizio va bene e alla fine Manu chiede due minuti per parlare con il ragazzo di cui è innamorato.




Quarantaduesima Puntata



Manuel



Qualche ora prima



Oggi rivedrò Daniel. Sono così nervoso. Ricordo ancora le sue ultime parole quando ci siamo lasciati al bar, ma soprattutto il suo sguardo. Quando sono tornato a sedermi al tavolo, ho guardato dritto negli occhi Ale che non celava il suo dispiacere per l’accaduto.



- Scusami amico, è tutta colpa mia. Non avrei mai dovuto dire quella frase. Cercavo solo di aiutarti e invece ho complicato la situazione. Non volevo



- No, non devi scusarti. Se non fosse per te non saprei come fare. Tu mi stai sempre accanto e sei il mio angelo custode sin da quando eravamo al primo anno di università…



- Non me lo ricordare, altrimenti non posso non pensare che sono invecchiato.



- Davvero dico. Mi sei sempre stato accanto e ad esser sincero, mi sento in colpa con te.



- E perché mai?



- Perché per colpa mia, non ti sei mai fatto una vita tua. Sei sempre stato impegnato a prenderti cura di me per dedicarti completamente a te.



- Ma non è vero…



- Invece sì. Ale, grazie davvero.



- Non devi ringraziarmi se lo faccio e perché ti voglio bene e darei tutto per te e se non mi sono fatto una vita non è colpa tua. Lo sai che non so essere un bravo fidanzato. Se come amico so essere ottimo, come fidanzato faccio schifo. Tutte le mie relazioni non riesco a mantenerle perché forse non sono in grado di amare come la gente si aspetta. Anche Luigi, il mio ex, me lo ha gridato in faccia quando, dopo circa due anni di storia, mi ha mollato perché io per lui non c’ero mai dicendomi pure che forse sarebbe stato meglio se fossimo stati degli amici, perché così sapeva che se avesse avuto qualche problema io sarei corso subito per dargli una mano.



- Ma non è vero e lo sai… Luigi era solo un paranoico geloso.



- No, aveva ragione. Credo che nella vita c’è gente che sia destinata ad amare una sola persona e coltivare cento amicizie e chi invece è destinata ad amare cento amicizie e non coltivare neppure una storia d’amore.



- Ma ‘ste cose insegni a Lettere?



- No!



- Meno male, poveri studenti se dovessero sentire queste massime diventerebbero tutti dei giovani Leopardi.



- Già. Comunque ci tengo a dirti che non è colpa tua se io non ho una storia. Forse non è neppure colpa mia è solo così e basta – e prese la tua tazza e se la portò alla bocca, gettando giù, in un sorso, il caffè. – Senti! Che ne dici se stasera usciamo?



- E dove dovremmo andare?



- In un pub troppo carino cha ha aperto da qualche tempo.



- Non lo so…



- Dai, stasera arrivano anche Carlo e Giorgio, così il gruppo “Festa d’estate” è al completo.



- Ma sì dai! Infondo uscire non può che farci bene.



- Bravo, Così ti voglio! Il solito nottambulo di sempre



- Il nottambulo di sempre? Non credo più di essere quello di prima.



- Che palle! Dai andiamo che è meglio.





Arrivati a casa ci siamo messi a letto in attesa che i nostri amici arrivassero in città. Anche loro sono degli insegnati di lettere, ma hanno la cattedra fuori città e quindi di inverno ci si vede poche volte e quella era una di quelle occasioni. Di solito andiamo in giro in cerca di carne fresca, ma io non avevo l’umore giusto e poi non riuscivo a smettere di pensare a Daniel. Carlo e Giorgio arrivarono intorno alle sei, ci mettemmo tutti a cucinare qualcosa per cena e dopo aver mangiato, raccontandoci un po’ di cose relative al lavoro, ma anche di incontri notturni che avevano avuto con alcuni tipi conosciuti in chat, ci siamo preparati e verso le undici ci siamo messi in auto per raggiungere il pub di cui Ale ci avevo parlato.



Quando arrivammo Ale si fermò a parlare con un ragazzo, un certo Simone, credo fosse il proprietario, e notai che fra i due c’era una certa confidenza e una sorta di chimica che andava oltre a quella suscitata dalla voglia di una scopata e via. Ale era diverso. Di solito non permette a nessuno di entrare in confidenza, ma quel ragazzo invece sembrava esser quello giusto per spezzare il suo inferno interiore che da anni lo attanagliava, anche se lui preferisce non parlarne mai.



- Simone ti presento i miei amici Manu, Carlo e Giorgio, meglio conosciuti come il “quartetto festa d’estate”



- E che significa?



- Magari un giorno te lo spiegherà davanti ad un caffè – ha detto Carlo, che come me e Giorgio s’era accorto di quella chimica fra i due, per spingere Ale a fissare un appuntamento.



- Sì mi piacerebbe, anzi se per te va bene potremmo vederci domani stesso.



- Volentieri!



- Perfetto ci vediamo qui verso le 4 così poi ci spostiamo.



- Ok.



- Bene, venite ragazzi che vi offro da bere .



- Che bello si beve! - dissero i nostri amici e stavamo per entrare, ma alzando lo guardo, ho visto avvicinarsi Daniel e Fabrizio.



- Devo andare! Scusate



- Manu dove vuoi andare?



- Guarda chi sta arrivando? Devo andare.



- Daniel? E che ci fa qua?



- Non lo so, però ragazzi voglio andare via.



- Ok tranquillo. Simone, scusami è successo un imprevisto, dobbiamo andare, scusaci.



- Ma cosa…



- Ti spiegherò domani.



- Come vuoi. A domani allora – e salutandolo Ale ci ha raggiunto. Arrivati in macchina ero nervoso e non sapevo che fare. Carlo e Giorgio cercavano di dire qualcosa, ma fu solo quando Ale mi disse di smetterla, che ho iniziato a calmarmi.



- Scusami Ale, l’ho fatto ancora una volta



- Che cosa?



- Mi sono intromesso nella tua vita.



- Smettila di dire cazzate. Non è successo nulla.



- Sì ma…



- Niente ma. Che ne dite se ce ne andiamo a ballare? Almeno scarichiamo un po’ di tensione. Carlo e Giorgio non si tirarono indietro e io, seppure avessi preferito tornarmene a casa, accettai perché se Ale aveva proposto questo, è perché sapeva che mi avrebbe fatto bene.



Quando uscimmo dalla discoteca, non so neppure io il perché ho deciso di passare dal pub, ma era già chiuso, c’era solo un ragazzo che stava per montare sulla sella del suo scooter e un altro che si stava avvicinando a lui. Era Daniel.



- E lui che ci fa qui?



- Ma chi? – mi ha chiesto mezzo addormentato Ale



- Daniel



- Davvero?



- Sì, guarda. Perché sta salendo sulla moto di quel tizio?



- Forse perché non è così innamorato come professa



- O semplicemente perché vuole scrollarsi tutto lo stress degli ultimi mesi causati da uno stronzo.



- Non dire così!



- Ma è così, Ale! L’ho spinto io fra le braccia di quello là



- Non è vero.



- ALE, PER FAVORE! Non cercare di negare la verità per proteggermi e tanto meno non infangare Daniel, non se lo merita.



- Come vuoi – e ha chiuso la bocca per tutto il tragitto.





In ascensore, mentre sorreggevamo i nostri amici assonnati, gli ho chiesto scusa per aver alzato la voce



- Non ti preoccupare.



- Io so, che lo facevi per me



- No, hai fatto bene, a volte tendo a diventare pesante. Hai ragione, Daniel è un bravo ragazzo e spero che presto vi chiariate. Dai, - ha detto con la voce appesantita dallo sforzo di sollevare Giorgio - mettiamo questi due bestioni a letto.



- Sono contento che oggi siano stati qui. Mi mancavano



- Anche a me. Mi spiace che domani debbano già andare via.



Il giorno dopo ho chiamato il mio assistente chiedendogli di svolgere lui le ultime due lezioni comunicandogli che io sarei rientrato in facoltà due giorni prima dell’esame. E così ho fatto.



Oggi è Il giorno dell’esame è sono un po’ preoccupato perché non vedo Daniel e Fabrizio e spero che non abbiano deciso di non presentarsi.



- Scusa, sai se ci ha chiamato? – Era la voce di Fabrizio



- Buongiorno signori. Ve la siete presa con comodo questa mattina vedo. – Dico ammonendoli,



- Veramente no professore. Il fatto è che per strada c’era traffico?



- Forse avreste dovuto muovervi prima da casa, come hanno fatto i vostri colleghi. Comunque dato che siete arrivati ad appello concluso, sarete interrogati personalmente da me per ultimi.



- Avete capito bene. Solo una volta che avrò interrogato tutti i vostri colleghi, voi verrete esaminati. Perché, ci sono problemi?



- No, assolutamente no, professore. – Devo confessare che scherzare in questa maniera con Fabrizio mi diverte e poi mi ricorda Ale, anche lui è premuroso e darebbe l’anima pur di non veder soffrire i suoi amici, è davvero un bravo ragazzo.



Iniziando gli esami non faccio che pensare a quando arriverà il loro turno per poter incontrare Daniel. Dopo aver interrogato gli ultimi tre studenti, non sto più nella pelle. Inoltre aprendo la porta trovo Daniel e Fabrizio ridere e gli lancio una battutina e saluto i miei assistenti, notando con fierezza la gelosia che Daniel mostra verso uno di loro. Si accomodano e inizia il loro esame. Sono bravissimi, ma ne ero certo e dargli il 30 e lode è il minimo che possa fare. Poi, prendo il giusto coraggio, e chiedo a Fabrizio di lasciarci due minuti da soli, ma il ragazzo mi fa capire che dovo chiedere a Manu se vuole rimanere con me e così, rivolgendomi a lui, glielo chiedo e, dopo un po’ di titubanza, accetta.



- Rieccoci di nuovo da soli, caro Daniel



- E sì, di nuovo da soli.

Continua…


Women