Le cronache di P - Freddie Mercury - A cura di Gianni
Prologo
Ho nuovamente preso possesso del Blog di Francesco, ve lo avevo detto ieri, visto lo scherzetto combinatogli con la mail, questa volta per auto presentare la mia stessa rubrica che ad onor del vero avrebbe dovuto avere luogo Giovedì scorso. Per motivi familiari lietissimi direi non ho potuto presentarvi la personalità del mese su cui ho ricercato materiale. Oggi quindi vi lascerò all’articolo delle “Cronache di P” che si occuperà di curiosare sulla vita di una delle leggende del Rock; Freddie Mercury. Mi scuso con gli appassionati dell’artista in questione se ho lasciato molti dettagli al caso, ma più recenti sono i personaggi più ci vorrebbe una monografia di qualche puntata per raccontarne la vita. Vi lascio quindi all’articolo… chissà Francesco cosa starà dicendo in questo momento
Buona lettura!!
P il Sovversivo
Freddie Mercury; una stella che divenne leggenda
Il 5 settembre del 1946 viene data alla luce una stella. Questa diventerà brillante lungo il suo percorso di vita tanto lucente da prendersi il merito di essere definita una delle pietre miliari del Rock; questa “stella” ha una nome; questo nome è Farrokh Bulsara, conosciuto dall’intero globo come Freddie Mercury. Farrokh, o Freddie appunto, nasce a Zanzibar nell’attuale Tanzania dall’unione tra Bomi Bulsara e Jer Bulsara entrambi di origini indiane. La famiglia Bulsara ebbe oltre a Farrokh un’altra figlia, Kashmira. Vissero nell’isola di Zanzibar perché il padre di Farrokh ero impiegato come cassiere delle Segreterie di Stato delle Colonie. Nel 1955 Farrokh frequentava all’età di 9 anni in India il St. Peter’s Boys School, risiedendo dalla nonna e dalla zia Sheroor fino all’età di 16 anni quando poi tornerà a Zanzibar. Già in questo periodo le sue attitudini artistiche si fanno vedere tanto che eccelleva nel disegno. Era anche un ottimo sportivo sia come velocista che come pugile dove ottenne grandi meriti per non parlare della sua abilità nel tennis da tavolo.
La musica ha sempre fatto parte della sua vita tanto che negli anni del St. Peter’s mise in piedi una band con altri quattro compagni, i “The Heltics”, suonando alle feste delle scuola. Il suo talento musicale venne con fervore stimolato dalla zia che parlò al preside e ai genitori perché fosse ulteriormente incentivato a crescere. Sempre in quegli anni nel luogo della sua istruzione iniziarono a chiamarlo Freddie, quel nome con cui tutti noi appassionati e non lo conosciamo. Il suo talento per la musica va di pari passo con i suoi gusti, affascinato come era da una cantante indiana dell’epoca che ebbe anche la fortuna di vederla esibirsi dal vivo; si tratta della cantante indiana Lata Mangeshkar. A 16 anni tornerà a Zanzibar dalla sua famiglia ma vi rimarrà poco. Nello stesso anno dovette spostarsi con tutta la famiglia in Europa poiché a Zanzibar vi era molta agitazione politica. Si trasferì con la famiglia quindi a Feltham vicino Londra. Qui continuerà i suoi studi all’ Isleworth Polytechnic, e alla fine del suo percorso di istruzione otterrà un diploma in arte e design grafico presso l'Ealing Art College. Nel periodo londinese i gusti musicali cambiarono o meglio si espansero ad altri importanti personalità dell’epoca. Iniziò ad ascoltare con passione la musica di Elvis Presley, Jimi Handrix, e soprattutto John Lennon, per non parlare della sua passione per la melodica personalità di Liza Minnelli soprattutto in Cabaret.
Prestando lavoro su alcuni periodici di Kensington afferrò l’occasione di entrare a far parte di un gruppo, gli “Ibex” di Liverpool. Questi cambiarono successivamente nome in “Wreckage” per poi sciogliersi definitivamente agli inizi degli anni Settanta. La sua continua passione per la musica lo spinse allora a rispondere ad un annuncio degli Sour Milk Sea, che cercavano un cantante. Impressionati dalla sua voce particolare ed emozionante decisero di ingaggiarlo per alcuni concerti ad Oxford, cosi Farrock entrò a far parte di questa nuova band. Dopo questa ennesima esperienza musicale decise di seguire l’amico Tim Staffell e la sua band, gli “Smile”. Dopo poco Tim lascerà la band per un ingaggio migliore e Farrokh prenderà il posto di Tim come bassista e cantante. In questo lasso di tempo conobbe anche Chris Smith con cui condividerà esperimenti di composizione. Dopo l’uscita di scena di Tim Staffell, Farrokh, Roger Taylor e Brian May decisero di formare un nuovo gruppo. Ecco quindi che nascono i Queen e Farrokh decide di darsi un nome d’arte, quello che poi tutti conosceranno e stimeranno per la sua grande vocalità; Freddie Mercury in onore al dio Mercurio citato nella canzone “My Fairy King” contenuta nel primo album della band.
Contemporaneamente per poter sopravvivere Freddie e Brian May decisero di mettere su una bacarella di abiti usati. Qui Freddie conoscerà Mary Austin che diventerà la sua migliore amica e con cui andrà a convivere per sei anni. Mary Austin si trovava li mentre vi era una discussione tra Freddie e Brian per il nome da dare alla band. La ragazza dichiarerà che Freddie andava spesso a trovarla a lavoro e prima di chiederle di uscire insieme passeranno circa cinque mesi. Mary è un personaggio non troppo amato dalle amicizie di Freddie soprattutto perché dopo la morte dell’artista sarà lei ad ereditare parte del patrimonio che il cantante aveva accumulato con annessa la casa londinese dove poi lei stessa andrà a vivere. Nella vita di Mercury Mary avrà un ruolo fondamentale, prima amante poi tramutata in migliore amica, non lascerà Freddie nel momento del bisogno e starà accanto a lui fino all’ultimo attimo della sua esistenza. Anche quando non staranno più insieme il cantante chiederà aiuto alla ragazza per far vedere ai suoi genitori che l’armonia familiare creata non si è tramutata. Da qui il camminò di Freddie nel campo artistico andrà in discesa. La teatralità che apporta alle sue performance canore riscuotono un grande successo e inizia a collaborare con moltissime personalità del panorama musicale dell’epoca quali ad esempio Michael Jackson. Collaborerà anche con una soprano spagnola; Montserrat Caballè. Si dice che la loro collaborazione sia nata dopo un incontro in un albergo in cui abbiano cantato e suonato tutta la notte. La loro collaborazione si realizzerà con un disco, e la canzone “Barcelona” diventerà l’inno dei giochi olimpici di Barcellona del ‘92.
Si pensa sia stato il 1981 l’anno della transizione per il cantante. Qui forse accortosi della sua non totale eterosessualità cambia stile e modo di vivere. Le sue feste date a Monaco, prevalentemente in maschera e dove vengono a confondersi molteplici sessualità sono una testimonianza della sregolatezza emotiva dell’epoca. Una sorta di riassestamento dell’equilibrio emotivo potremmo intenderlo. Torna con i Queen nel 1982 dopo un’infruttuosa esperienza da solista e qui schernisce anche i giornalisti che iniziano a fargli domande che toccano la sfera privata e per l’esattezza il suo orientamento sessuale. Se con la band parla liberamente della tematica omosessuale con i media è altalenante, quindi in una risposta sembra che affermi il suo orientamento sessuale e in un’altra sembra che neghi ciò che gli viene affibbiato.
Nel 1987 non si fa vedere più tanto in pubblico e non fa più concerti asserendo che un uomo di quarantenni non poteva continuare a cantare con una calzamaglia addosso. Alcuni giornali già subodoravano la notizia di una presunta malattia che avesse colpito il cantante. La malattia in effetti era già in atto ma nemmeno i Queen vennero messi al corrente del reale stato di salute di Freddie. Per quanto il cantante fosse un vero esibizionista nel palcoscenico, spente le luci il vero Freddie, quello riservato e pacato, si faceva avanti per vivere la realtà in un modo totalmente differente da come soleva farsi vedere sotto i riflettori.
Passò gli ultimi anni della sua vita nella villa di Londra in compagnia di Mary Austin e del suo ultimo compagno noto, il giardiniere Jim Hutton. Fece solo una piccola pausa in cui si trasferì in Svizzera per incidere alcuni tra i pezzi più belli dei Queen che vennero raccolti nel disco “Innuendo”. La sua ultima apparizione in pubblico avvenne nel video del brano “These Are The Days Of Our Lives” dove appariva dimagrito, con le occhiaie e senza i suoi soliti baffi.
Il 23 novembre del 1991 fu divulgato un comunicato stampa in cui si affermava che Freddie Mercury avesse contratto l’ AIDS.
24 ore dopo la diffusione del comunicato Peter Freestone e Jim Hutton saliti in camera da Freddie per cambiarlo si accorsero che il cantante non respirava più. Freddie infatti muore il 24 Novembre del 1991 per una broncopolmonite causata dall’ AIDS. Si spegne la stella che 45 anni prima era nata portandosi dietro la scia della popolarità dovuta al suo rock travolgente e teatrale.
Brian May dichiarerà con fervore che il cantante dei Queen non era omosessuale, casomai bisessuale. Oltre ad essere un collega di Freddie, Brian era anche un suo amico e nei primi anni in cui erano in tour nelle nottate trascorse insieme non lo vide mai con un uomo. Il chitarrista critica la persistenza di queste voce dettate dalla curiosità dei media a scapito del vero amore per Freddie che era la musica.
Una stella è nata e si è spenta, ma la sua scia nel panorama artistico – musicale brilla ancora e chissà ancora per quanto tempo al di là che lui potesse essere bisessuale, omosessuale o eterosessuale.
Alla Prossima personalità.
Gianni
Oggi su Il mondo espanso del cinema gay
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La tenacia delle donne
Io lo amo infinitamente, voce e corpo sexy e intrigante. insomma lo amo :D
RispondiEliminaa maggior ragione spero ti sia piaciuto l'excursus fatto; un puzzle creato prendendo notzie di qua e di la dalla rete, anche perchè confesso le mie colpe =), non conoscevo la storia di Mercury, ne tanto meno posso definirmi fan sfegatato; faccio semmai parte di quella schiera di persone che lo reputano oggettivamente un grande della musica e che conoscono solo alcuni suoi pezzi.
RispondiEliminaun saluto
Gianni