Racconti Brevi - 15 Marzo: La prima volta che ho visto Giovy

Anteprima

Come ci siamo conosciuti lo avete letto tramite il racconto Anniversario, oggi però voglio raccontarvi i primi minuti passati assieme dato che il 15 Marzo 2008 era la data in cui io misi piede nel porto di Napoli.
Francesco Sansone


15 Marzo: La prima volta che ho visto Giovy

Datogli il mio dono e averlo abbracciato, siamo rimasti immobili l’uno di fronte all’altro incapaci di capire cosa fare. Dopo cinque minuti passati in quello stato, ci siamo avviati verso l’uscita e Giovy mi ha raccontato le sue peripezie per arrivare al porto in tempo: praticamente era arrivato due ore prima, dato che la sera precedente era uscito con delle amiche per andare ad una festa e dopo un lungo girovagare con gli amici in auto, s’è diretto verso il luogo del delitto. Quando fummo davanti ad un bar, non sono riuscito a resistere dalla tentazione di assaggiare un caffè napoletano, dato che mi era stato decantato come uno dei migliori al mondo. Così entrati nel locale ancora mezzo addormentato,  ne abbiamo ordinati due. Tornati per strada rimanevo, passo dopo passo, sempre più stupito nel vedere la quasi identicità tra il capoluogo campano e la mia Palermo. La zona porto e via Roma erano praticamente uguali alle vie omonime della mia città. I San pietrini che ricoprivano le strade della città, rallentavano il nostro cammino, perché impedivano alle rotelle della valigia di muoversi pacificamente. Parlavamo e benché stessi a mio agio, involontariamente il tono della mia voce rimaneva impostato, usando il tono che applicavo quando rispondevo in cuffia dal mio call center, e Giovy mi prendeva in giro e mi diceva di lasciarmi andare. Anche la mia postura era rigida, a stento giravo il collo.

Il pullman che da Napoli ci avrebbe portati a casa di Giovy, non so cosa avesse, ma ci ha fatto perdere ogni controllo e abbiamo iniziato a baciarci, dando sfogo a tutti quei mesi in cui sognavamo di toccarci, baciarci... di viverci. Non è che facevamo chissà quale cosa, però quella nostra felicità, fece fermare l’autista che alzandosi dal suo posto ci ha chiesto: Arrivate al capolinea? - Sì! E' stata la risposta di Giovy e l’uomo non ha potuto far altro che rimettersi a guidare. Arrivati alla nostra fermata e scesi dal pullman, ho supplicato: Un altro caffè! Ho bisogno di un altro caffè, e così siamo entrati al bar . Arrivati a casa, ho conosciuto W., il fratello di Giovy a cui ho regalato tutta la serie in dvd di Sailor Moon e dopo un po’ ci siamo recati presso la scuola media per andare a prendere la sorellina di Giovy che vedendomi, mi è saltata al collo – da mesi ci parlavamo al telefono –.

Quando ci siamo ritrovati da soli, finalmente abbiamo completato di manifestare la nostra felicità.

Auguri Giovy. 


Intervallo: Army e il suo cd
I giusti grigi della solitudine