Numero Zero: 4 chiacchiere con Francesco Sansone a cura di Gianni

Prologo
Comunicazione importante per il pubblico del blog da parte di un sovversivo…il mio nome è P e sono dispiaciuto (ma davvero tanto….) nel comunicarvi che Francesco Sansone questa settimana non potrà intervenire personalmente nel suo blog perché ha avuto un piccolo incidente nella gestione del blog dal suo computer(casualmente mi è scappato un virus mandatogli con una mail e il suo pc, purtroppo, è andato fuori uso XD)

Pazienza in questo caso si dice che lo spettacolo deve continuare e quindi a questo punto prendo spunto da questa piccola “disavventura” capitatagli per prendere possesso del suo blog…

il Numero Zero di questa settimana è stato affidato a me ma non vi preoccupate Francesco sarà comunque in queste parole poiché abbiamo pensato di pubblicare in anteprima un’intervista fattagli dal sottoscritto per festeggiare l’uscita del suo libro nelle librerie palermitane e che da domani sarà pure su Giornalisticamente.it. Quindi non solo Francesco ci sarà ma si racconterà e racconterà anche del suo libro per voi

Ora vi lascio all’intervista e non preoccupatevi il virus che gli ho mandato si disattiverà nell’arco di due giorni :P

Un saluto

Gianni









4 CHIACCHIERE CON FRANCESCO SANSONE

“Io: nella gioia e nel dolore” è un romanzo scritto da un autore palermitano che mette a nudo il suo percorso di vita attraverso la rielaborazione delle pagine dei suoi diari dal periodo adolescenziale al primo periodo post – adolescenziale. Pagine intrise di emozioni e sentimenti, a volte piccanti e passionali, altre volte sofferte e tristi, scandagliando quindi molte delle emozioni che l’animo umano può contenere e sentire. Un diario romanzato per dar voce ad un’anima che si scopre omosessuale e cerca il modo per viversi la sua vita nel migliore dei modi nel suo percorso di crescita. Conosciamo quindi meglio l’autore nonché il protagonista di questo libro così da farci un’idea più precisa di lui e del suo mondo “espanso” anche nel web. In concomitanza con l’uscita del libro in alcune librerie palermitane, mi sembrava giusto dare voce a questo autore esordiente che risponde al nome di Francesco Sansone:




- Iniziamo a conoscerti come individuo, chi è Francesco Sansone oltre il blogger e l’esordiente scrittore?
Sono un ragazzo come tanti senza grilli per la testa, forse un po’ troppo serioso e con tante insicurezze e con tanti sogni, insomma sono uno di quei ragazzi che la tv non mostra perché non fanno share.




- Dal libro si intuisce che la famiglia sembra essere un punto fondamentale della tua vita; chi ti ha offerto un modello da seguire e in cosa consiste questo modello?
Lo è e come se lo è. Senza loro io non sarei il Francesco che sono. Il modello da seguire mi è stato insegnato dai miei genitori. Loro mi hanno insegnato tutto, dal distinguere il bene dal male a capire il significato di un sì e di un no quando ce n’è bisogno e anche, e soprattutto, rispettare le persone per quello che sono e non per quello per cui vengono etichettati e credetemi non tutti lo sanno insegnare.




- Nel panorama GLBT della tua città hai notato cambiamenti dalla stesura del libro? hai visto miglioramenti sul livello di conoscenza e accettazione di questa realtà nel tuo luogo di nascita?
Indubbiamente sì! Palermo è cambiata tanto e cambia anno per anno. Per fortuna io sono cresciuto in un contesto sociale già in fase di sviluppo, quindi non ho riscontrato tante difficoltà come, invece, le hanno potuto vivere tutti quei gay che sono cresciuti qualche anno prima. In questo senso posso dirmi fortunato e di questo devo dire grazie a tutti quei gay e quelle lesbiche che hanno saputo lottare affinché quelli della mia generazione e quelli della generazione futura, possano vivere in maniera più serena la loro omosessualità.




- Cosa ti ha spinto a trarre un libro dai diari che ti sei trovato a scrivere negli anni adolescenziali?
La voglia di contribuire a quella battaglia di cui ti parlavo sopra. Quando ho preso coscienza di quale fosse la mia sessualità, ho avuto molte difficoltà ad accettarla, perché avevo paura di vivere una vita diversa da quella che, teoricamente, avrei dovuto vivere per una di cui non sapevo nulla e inoltre non sapevo con chi parlarne. Poi cercando con attenzione ho trovato libri e ho incontrato persone che mi hanno fatto capire che non ero il solo e mi sono sentito molto sollevato. Quindi forte di questo, ho deciso di raccontare la mia storia affinché i ragazzi di oggi che si rendono conto di essere gay non provino più quella sensazione di sentirsi i “soli” e cercare di aiutarli a accettare questa loro realtà in maniera meno pesante di quanto io e chi come me ha, invece, vissuto.




- Nel ripercorrere la tua vita durante la stesura e l’organizzazione delle pagine del tuo diario ti sei mai vergognato di qualche episodio che hai vissuto e che non volevi riportare nel libro?
Mentre trascrivevo le pagine al PC no, però adesso qualche particolare e qualche episodio non dico che lo cestinerei, ma di certo lo modificherei, anche stilisticamente. Ho deciso, però, di pubblicare il libro rispettando la scrittura di quegli anni, e quindi senza modificare nulla, perché, in qualche modo, rappresenta un documento di quello che sono stato, anche stilisticamente, e modificarlo avrebbe alterato quello che sono stato, anche se adesso mi imbarazzo un po’ nel leggere certi passaggi un po’… passionali.




- Il libro è diviso in tre parti, questo possiamo dirlo, tre diversi momenti di vita, tre periodi differenti che suggeriscono la crescita interiore di una persona; a quale di questi ti senti più legato e perché?
A tutti indistintamente. Ogni periodo rappresenta me e quello che sono stato. Senza loro forse non ci sarei io così come sono. Certo guardando indietro per ognuno di quei periodi ho dei sentimenti diversi e non sempre sono positivi, ma neppure così negativi. Io credo che per crescere bisogna sbagliare e sbagliare tanto, l’importante è non nuocere mai a nessuno, anche se sempre non è possibile non farlo.




- Se dovessi scegliere un aggettivo per ogni parte del tuo libro, quali sceglieresti e perché?
Per il primo periodo sicuramente userei “innocente”, per il secondo “curioso” perché senza non arriveremo mai a capire chi siamo e come vogliamo essere, e infine per il terzo “cosciente” anche se non del tutto, però di certo consapevole di quello che volevo essere.




- Francesco quali valori prediligi nella tua vita e quanto questi tuoi valori si possono rispecchiare nelle generazioni che si stanno affacciando adesso alla fase adolescenziale?
Non so se sia un valore, ma io ho sempre basato la mia vita sul rispetto altrui e poco importa se davanti ho persone che non rispecchiano il modello bianco – cattolico – eterosessuale. Io tendo a rispettare tutti se questi mi rispettano, e credo sia inutile frequentare gente che si sa non si apprezza giusto per sembrare buoni e bravi. Per quanto riguarda i ragazzi di oggi, beh posso dirti che dando lezioni private da quando andavo al primo superiore, di ragazzi ne ho visti tanti e ogni anno erano diversi, però non mi sento di generalizzare e dire che hanno valori o no, ho sempre preferito parlare per persone e persone e ti posso dire che i ragazzi di oggi, anche gli adolescenti sanno insegnare molto, basta saperli ascoltare. E poi chi lo ha detto che invecchiando si abbiano dei valori? Ho conosciuto anziani più maleducati e insofferenti di alcuni ragazzi.




- Nei tuoi blog “il Mondo Espanso”, “il Mondo Espanso del Cinema Gay” e “Il Mondo Espanso dei Romanzi Gay” si capisce quanto adesso la tua vita sentimentale sia stabile; raccontaci un po’ del Francesco innamorato e se le esperienze passate sono servite a fare di te quella persona innamorata di cui sei adesso?
Il Francesco innamorato è quello di sempre, solo che tende a mettersi un po’ da parte per soddisfare le esigenze dell’altro (la cosa è reciproca). Le esperienze passate mi sono servite e anche tanto. Grazie a loro ho imparato a capire che tipo di persona non vorrei mai accanto e soprattutto mi hanno insegnato cosa sia giusto e sbagliato fare in una relazione. Qui mi collego a sopra quando ti dicevo che nella vita bisogna sbagliare tanto, perché solo così si può capire il giusto da fare.




- Continuando a parlare dei tuoi blog; come è nata l’idea di condividere la tua passione per la scrittura con gli internauti?
Veramente non è venuta a me, io manco ci pensavo, è stata un’idea di Giovanni, il mio compagno, che mi ha detto “perché non ti apri un blog e pubblichi i tuoi racconti?” e così, con molta titubanza, alla fine ho accettato il consiglio e così mi sono ritrovato in questo mondo che è una piccola famiglia di cui adesso non potrei fare a meno.




- “Io: nella gioia e nel dolore”, si rifà un po’ alla promessa nuziale “con te nella buona e nella cattiva sorte”; come avviene nell’amore quindi, hai saputo accettare anche le parti di te che malvolentieri digerivi o digerisci?
Sai ho sempre pensato che la vita è fatta di gioie e dolori ed entrambe hanno uguale importanza e solo vivendole entrambe uno può dire di aver vissuto con la V maiuscola e siccome quando sarò vecchio non vorrò avere rimpianti, sono contento di aver avuto entrambi i fattori nella mia vita e spero che non mancheranno mai, anche se adesso spero arrivino un po’ di gioie.




- Vorrei far trapelare anche le emozioni di uno scrittore in quanto tale; cosa hai provato quando hai stretto tra le mani la prima copia stampata del tuo libro?
Non ci crederai, ma quando ho avuto il libro pronto e finito in mano, non ho avuto grandi emozioni. Erano più euforici Giovanni e i miei che io, ma non perché non fossi contento, ma lì per lì mi sembrava così irreale che pensavo non fosse vero. Solo dopo qualche ora ho realizzato che fosse il mio e lì è stato un vulcano di emozioni che non riesco a spiegare o forse non voglio privarmi di questa emozione tutta mia. (ride ndr)




- Che sensazioni ti attraversano quando ti accingi a scrivere?
Per me scrivere è naturale. Quando inizio a scrivere qualcosa ho solo una bozza mentale che si sviluppa scrivendo e quindi le emozioni si manifestano durante la scrittura e in base a quello che viene fuori anche i miei sentimenti vengono fuori. A volte sono tristi altre invece felici. Di certo una cosa è la stessa di sempre: Il divertimento. Mi diverto a scrivere e questo spero che appaia a chi legge i miei lavori e finché ci sarà questo piacere nello scrivere continuerò a farlo, perché mi fa stare bene.




- C’è qualcuno che hai preso come modello nella carta stampata e perché?
Una volta qualcuno mi ha detto che sono il figlio illegittimo di Matteo B. Bianchi e di Melissa P. dato che nel libro ci sono un po’ dei loro tratti (ride ndr). In realtà no o almeno non penso. Certo è che leggendo molto, forse canalizzo molti stili altrui, ma alla fine esce fuori il mio.




- A chi consiglieresti il tuo libro?
A grandi e piccini (ride ndr). A parte gli scherzi credo che questo sia un libro adatto a tutti perché, eliminando qualche pagina passionale, il libro racconta la vita di un adolescente che si scopre gay e deve fare i conti con questa realtà. Inoltre nel libro c’è raccontato anche il rapporto con la mia famiglia, con la scuola, insomma non dico che sia di formazione, ma di certo mostra una realtà che non si descrive spesso.






- Guardiamo un po’ al futuro; rifacendoci sempre al campo della scrittura, ci sono dei progetti in cantiere che vorresti portare a termine? Ci puoi anticipare qualcosa?
Per ora vediamo come va “Io: Nella gioia e nel dolore”. Ti confesso che l’ansia che mi sta prendendo in questo periodo non è normale (ride ndr). Comunque attualmente sto lavorando a “Un nuovo mondo” il romanzo a puntate che viene pubblicato su Il mio mondo espanso che ha  un pubblico sempre più ampio e poi, almeno fino alla fine di marzo, i racconti brevi del mercoledì, per l’editoria ancora è presto, però ho in mente una sorta di continuazione del romanzo, ma quando sarà arrivato il momento te lo dirò.


G.P.

Oggi su Il mondo espanso del cinema gay

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