L'angolo di P: Il corteo del buio! – una bionda per la vita



Il corteo del buio! – una bionda per la vita




Il periodo da dove iniziano i miei ricordi più nitidi sicuramente parte dai miei sedici anni! Da quell’età inizia il percorso più strano e controverso della mia vita! Ho iniziato in questo periodo ad incrementare la mia dose vitale di pessimismo e fastidio interiore! Anni “bui” si prospettavano davanti a me e questo buio mi avrebbe portato solo un’inerzia nel vivere gli anni che sarebbero dovuti essere gli anni più belli e intensi della mia vita. Convinto comunque che non è mai troppo tardi per recuperare(ovviamente è una consapevolezza nata con il senno di poi) oggi vi parlerò del primo anno della mia vera e tormentata adolescenza!

I miei sedici anni hanno rappresentato una svolta importante nella mia vita da ragazzo di città. Era finalmente arrivato il momento di buttarsi nel mondo dei grandi, un mondo che vivevo attraverso quello che percepivo della vita di mio fratello. Come qualsiasi adolescente sognavo l’idea di poter andare in un pub con gli amici; di poter assaggiare quei cocktail tanto declamati dalle persone un po’ più grandi di me che si apprestavano a fare questa esperienza alcolica; di poter rientrare più tardi rispetto al normale orario controllato dai genitori. Era finalmente arrivato il momento di poter vivere tutto ciò, di poter fare un passo in più verso l’agognata crescita. Era questo l’obiettivo che mi ero posto il giorno del mio compleanno, finalmente avrei salito un altro gradino verso la maggiore età o età adulta dove credevo si stesse meglio!

I miei sedici anni hanno visto anche una svolta dal punto di vista amicale; avevo già detto che frequentavo la combriccola di mio cugino Alfredo, ma al contempo passavo il resto del mio tempo libero con alcuni amici che abitavano nel mio stesso palazzo e spesso mi riunivo con loro nel parcheggio privato dello stabile per scherzare, parlare e giocare a pallavolo. Tra questi vi era soprattutto un’amica che mi è stata accanto fin dall’infanzia e con cui condividevo quasi tutto tranne il mio segreto represso. Matilde ha sempre condiviso con me sogni e speranze di una vita in cerca dell’amore perfetto, dell’amore misto a sogno e si parlava spesso di quanto sarebbe stato bello vivere un amore come quelli abituati a vedere fiorire nelle favole. Con lei ho sempre avuto un rapporto conflittuale, i nostri periodi di totale coesione si alternavano a giorni di litigio sfrenato. Molto più simpatico invece si stava dimostrando il mio iniziale rapporto di amicizia con la sorellina più piccola; Lucrezia. Lei tre anni più piccola di me si affacciava proprio in quel periodo al mondo delle medie e quindi ad un mondo meno ovattato del periodo delle elementari. Quindi il mio tempo libero nel resto dei giorni della settimana che non fossero i giorni del week end li passavo in loro compagnia e in compagnia di altri ragazzini sempre abitanti lo stesso palazzo in cui io risiedevo. L’estate immediatamente seguente al giorno del mio sedicesimo compleanno avrebbe però cambiato un po’ l’assetto della mia vita sotto tanti punti di vista.

Primo fra tutti il mio mondo sociale formato da tanti micro-mondi sarebbe cambiato. Mio cugino Alfredo aveva già conosciuto in diverse occasioni Lucrezia e Matilde, e visto che quello era l’anno in cui ci si spostava finalmente con gli scooter avevamo deciso di andarle a trovare nella casa di campagna in cui trascorrevano le loro vacanze che sapevo essere vicino la nostra. Quindi con i nostri amici del complesso residenziale estivo dove villeggiavamo io e mio cugino avevamo deciso di ampliare le nostre conoscenze andando a trovare queste due mie amiche. L’estate era trascorsa in loro compagnia, si erano venuti a creare legami forti fino a quando alla fine dell’estate, per l’esattezza il 9 agosto, mio cugino Alfredo e Lucrezia decidono di iniziare una storia.

Su questa vicenda e sui suoi sviluppi non mi soffermo molto attualmente perché in questa occasione vi parlo della mia prima vera storia d’amore, quella che tutt’ora mi vivo in maniera tormentata e che mi ha procurato non pochi problemi lungo il cammino intrapreso con lei. Nello stesso giorno in cui mio cugino scoccò il primo bacio a Lucrezia io decisi invece di legarmi definitivamente ad una bionda che frequentavo sporadicamente e con molta superficialità nelle estati trascorse precedentemente; avevo deciso di intraprendere una relazione più salda con lei perché in quel periodo in cui Alfredo iniziava a fremere per Lucrezia, io venivo di conseguenza tartassato da lui e dalla mia famiglia a vedere sotto tutt’altro aspetto Matilde. Mi si voleva incitare ad approcciarmi a lei in un altro modo, a lei come ad altre ragazze, facendomi sempre più domande sul perché io non fossi cosi sfrontato con le ragazze o sul perché non cercassi di dimagrire per attirare le attenzioni del sesso femminile. Le aspettative erano davvero frustranti per me che non ne volevo sapere di uscire dal mio guscio un po’ come Calimero, e men che meno uscirne per giocare sentimentalmente con il sesso opposto al mio. Avevo mio malgrado e contro la mia volontà altri pensieri, che venivano oscurati dal puro e innocente divertimento e dal puro e innocente stimolo a conoscere amici nuovi o saldare sempre più l’amicizia con i vecchi compagni di giochi. Del resto anche io mi vedevo brutto da fare paura e sapevo che non avrei attirato lo sguardo di nessun essere umano e se questo da una parte mi confortava perché mi permetteva di non dover scoprire le mie carte dall’altra mi dava enorme disagio perché vedevo anche che facilitava lo scherno da parte delle persone che incontravo per la mia strada. Fu per questo che decisi in quell’estate e nel giorno stesso in cui mio cugino si mise con la mia amichetta che era arrivato il momento che la mia relazione con la bionda diventasse definitiva.

Fu cosi che diedi in quell’occasione il mio primo vero bacio a… la sigaretta!

Del resto cosa vi aspettavate?? Eheh sì proprio di lei parlo quando mi riferisco alla mia bionda per la vita. Nelle estati precedenti a questa di cui parlo con mio cugino avevamo già avuto esperienze di fumo prelevando segretamente le sigarette a mia madre e a mia zia di nascosto e fumandole; io però in quelle occasioni non avevo mai fumato aspirando a pieni polmoni. Mi limitavo semplicemente a tirare la nicotina e il fumo e rilasciarlo senza minimamente farlo scendere nella mia gola. Nell’ estate dei miei sedici anni invece molte situazioni mi avevano creato l’idea, malsana, sbagliata e stupida, che la sigaretta se aspirata avrebbe apportato in me molti benefici. In primis avevo sentito dire ad una mia zia che da quando aveva smesso di fumare aveva preso molti chili in più e il mio cervello, malsano, sbagliato e stupido, aveva elaborato questo concetto al contrario, quindi se io avessi iniziato a fumare probabilmente sarei naturalmente dimagrito. Tra l’altro vivendo con una madre che dopo aver perso il marito con due figli piccoli da accudire aveva versato sulla sigaretta tutto il suo vivere e l’avesse proclamata come sua unica valvola di sfogo non potevo che essere condizionato dall’idea che forse tutti i miei pensieri più intimi avrebbero potuto essere relegati ancora più in fondo di dove cercavo di tenerli, lasciandomi una sensazione di sana leggerezza mentale. Per ultimo posso dire che i disagi che provavo nell’affrontare la società che non conoscevo secondo il mio pensiero malato sarebbero scomparsi perché la sigaretta mi faceva più grande, mi dava “tono” e non sarei stato più visto come il grasso timido elefante occhialuto quale ero. Quindi proprio nel giorno in cui mio cugino si apprestava a vivere la sua prima vera storia d’amore, io mi apprestavo a vivere la mia prima vera cazzata adolescenziale e fu nella sera del 9 agosto che aprivo i miei polmoni al fumo. Dopo qualche giorno in cui oramai era diventata routine fare sosta al negozio di tabacchi per comprare la mia bionda seppi che gli amici pensavano che io avessi iniziato a fumare perché preso dai nervi per un solo motivo; in realtà si erano fatti l’idea che a me piacesse Lucrezia ma che non avevo mai avuto il coraggio di dirlo e quindi vedendo che sbocciava qualcosa tra lei e Alfredo mi ero cosi demoralizzato e incazzato con me stesso che iniziavo a fumare.

Fu cosi che iniziò il corteo del buio, come lo chiamo io appunto, una serie di eventi negativi che porteranno sempre più a nascondere a me stesso la mia immagine reale, relegando me e i miei pensieri in un mondo parallelo a quello concreto,il mondo dei sogni, e iniziando anche a “fingere” o meglio non controbattere ciò che gli altri pensavano di me lasciando a loro il compito di giudicare e se era il caso dando solo qualche piccolo indizio per far sì che certe idee non se ne andassero dalle loro teste. Tanto io nel frattempo avevo la mia amata sigaretta a tenermi compagnia, a fare sparire per cinque minuti le mie ansie e a darmi la carica “apparente” per poter affrontare con più energia le mie giornate. In realtà questa a lungo andare mi darà solamente una tremenda dipendenza da essa, irritazioni perenni alla gola, e tanti altri malesseri, nonché attualmente continue pizzicate con il mio attuale ragazzo perché preme che io smetta. A parità di storie deleterie il mio rammarico è che mio cugino Alfredo rispetto me è riuscito a troncare il suo rapporto con Lucrezia, io ancora mi appoggio in tutto e per tutto alla mia “bionda stampella”. Tra l’altro proprio Lucrezia, Matilde e compagnia bella non agevoleranno la mia possibile disintossicazione, e anche il mio modo di pensare la vita da quel momento farà capolino in una zona d’ombra dove il sole splendente della positività non sarà presente a riscaldare il mio cuore e i miei pensieri. Tutto ciò credo sia dovuto anche al fatto che mio cugino fino ad allora solo con i pensieri ha concretizzato o ha cercato di concretizzare il suo modo di viversi le pulsioni giovanili lasciandomi ancora una volta indietro e non potendo più contare su un amico single costringendomi quindi a pensare alle mie di pulsioni e ovviamente vista la mia non accettazione di me stesso a reprimerle dentro di me ancora una volta, lasciando il posto alla spensieratezza. Ci si rende conto che gli altri crescono anche emozionalmente e che tu non lo puoi fare perché dovresti prima di tutto accettare che nel complesso amerai altre persone rispetto a quello che sei abituato a vedere intorno a te, e quindi dovresti lottare contro i tuoi stessi pregiudizi e quelli degli altri. Non ero ancora pronto a questa battaglia interiore e il fatto di aver perso il mio cugino-amico single non mi rallegrava perché mi costringeva ancora più intensamente a fare i conti con il mio vero io; un ragazzo che ama altri ragazzi…(continua)

Alla prossima

Gianni