L'Angolo di P - Geppetto mi fa una…pippa…con la sega O_O

Prologo
Dopo il blocco dovuto dal mio gestore telefonico (vergonoso!!!!), si ritorna e si riparte con L'angolo di P , una delle rubriche che più amate, che come potrete immaginare leggendo il titolo, parlerà di qualcosa che non ha bisogno di spiegazioni. ^_^
Ci vediamo (salvo complicazioni) e buona lettura.
Francesco Sansone






Geppetto mi fa una…pippa…con la sega O_O




Tutto ciò che la mia mente partoriva nel contesto solitario cercavo sempre di eliminarlo dai miei pensieri se ero in compagnia di qualcuno. Si innescava una sorta di meccanismo di autodifesa, si ergeva un muro tra i miei pensieri e il mondo attorno a me. Le trasformazioni sulle idee, che si manifestavano nel periodo dei primi anni del liceo e il loro successivo soffocamento negli angoli più celati del mio essere, mi accompagneranno per molti altri anni. Ma in questo periodo iniziai anche a scoprire la gioia dell’intimità personale. A questo nuovo mondo di piacere mi sono accompagnato da solo ma non del tutto; dietro questi primi passi mi ci condusse sempre mio cugino Alfredo. È proprio grazie a lui che conobbi i piaceri che regalava l’autoerotismo. Con mio cugino ci siamo sempre confrontati in tantissimi campi, e anche in quello sessuale non siamo “venuti” meno. Quando ci si vedeva poteva capitare che si parlasse di ragazze che ci piacevano e del modo in cui questo piacere si poteva manifestare in vibrazioni reali del corpo e in estasi dei sensi. Più che altro però parlava lui delle sue sensazioni. Quando passavamo le domeniche insieme mentre i nostri genitori giocavano dall’altra zia al piano di sotto noi rimanevamo soli a casa sua e in quelle occasioni poteva capitare che uscisse una videocassetta erotica prestatagli da qualche suo amico. In quelle occasioni avvertivo sensazioni di disagio e piacere. Da una parte non potevo non esprimere i miei apprezzamenti, terribilmente costruiti sugli attributi femminili che ci si ponevano davanti, dall’altra parte guardavo con estrema curiosità per tutto ciò invece che concerneva l’immagine maschile di riferimento ma a cui non potevo dare sfogo sia perché in presenza di mio cugino sia perché intollerante anche verso questa stessa curiosità che mi allontanava volente o nolente dalla “normalità” a cui mi ero approcciato. Anche in questo contesto mio cugino sembrava molto più spregiudicato e avanti a me. Capitava spesso che lui consapevole che ci fossimo solo noi due non fosse per niente imbarazzato e se gli andava, si abbassava tranquillamente i pantaloni e si sparava una sega davanti a me senza farsi alcuno scrupolo. Non ho mai provato attrazione per mio cugino in tal senso ma devo dargli atto che provavo una certa invidia nei suoi confronti poiché dotato di un membro molto grande per la media che ci si poteva aspettare a quell’età. Io diversamente da lui non riuscivo ad essere cosi disinibito e non ho mai giocato con il mio gioiello di famiglia in sua presenza. Semmai arrivavo a casa e con la scusa di dover andare al bagno davo sfogo ai miei impulsi repressi fino a quel momento. Giocavo con la fantasia in quei contesti cercando di ricordare scene del film visti o creando scenari nuovi per nuove emozionanti esperienze. Il piacere finale che ne scaturiva era misto ad un retrogusto amaro poiché la scena finale che lasciava libere le redini del piacere era pur sempre un fermo immagine del corpo maschile. Non ho mai abusato delle mie mani per provocarmi piacere, andavo molto a periodi, ci sono stati periodi in cui almeno una volta al giorno dovevo dedicarmi al mio piacere personale e ci sono stati periodi in cui non avvertivo minimamente la necessità di questo sfogo, potevo stare settimane intere senza l’esigenza di coccolarmi e coccolare l’asta che si trovava in mezzo alle mie gambe. Quando ancora l’intolleranza a ciò che pensavo era forte, quindi nel periodo successivo alla scoperta dell’autoerotismo, trovai confortante costringermi a rivivere le scene dei film che vedevo con mio cugino obbligandomi a focalizzare la mia fantasia sulla ragazza che ricordavo del film. Potete immaginare lo stress che ne conseguiva; la sega si prolungava per un tempo assurdo e anche se arrivavo all’apice del piacere ci arrivavo quasi stremato anche se i miei sensi di colpa si facevano sentire di meno. È pure vero che a quel punto di massimo piacere ci arrivavo comunque con un fotogramma maschile. Capii col tempo che la fantasia a ben poco poteva servirmi per farmi cambiare idea, gira e rigira il mio orgasmo veniva provocato dall’idea di una bella mazza maschile(per dirla in termine schietti). Ricordo ancora quando mio cugino mi disse che riuscì ad eiaculare. Era l’inizio dell’estate. Eravamo nella casa di campagna in cui passavamo le vacanze estive (perché le vacanze estive le passavamo pure insieme). Siamo saliti nel terrazzo della casa e lui era entusiasta del fatto che smanettando il suo pene riuscì a procurarsi un piacere immenso secernendo dal suo membro un liquido di colore biancastro. Sapevamo benissimo che aveva prodotto il suo primo sperma e con esso un piacere ancora più intenso di quello che eravamo abituati a provare. Mi domandai in quell’occasione se in me ci fosse anche qualcosa che non andava a livello fisico. Perché io, che ero più grande di lui, ancora non riuscivo ad eiaculare? Per fortuna dopo poco tempo anche io ammazzai i miei primi semi di vita gettandoli nel water di casa, e ovviamente mi apprestai in primis a condividere questa gioia con mio cugino per ricambiargli amabilmente il favore della sua confessione precedente.

A parte i gusti sessuali c’è sempre stato un voler scambiarci idee, opinioni ed esperienze con Alfredo. Era il mio compagno di esperienze, il mio amico e appoggio pur se poco più piccolo di me. Con lui ho fumato la mia prima sigaretta, ho visto i miei primi porno, e ho scoperto il piacere del sesso. Quando siamo stati più grandicelli vista la mia spiccata fantasia ci capitava che io gli raccontassi storie erotiche tra uomo e donna mentre lui si masturbava senza pudore davanti i miei occhi. Ricordo che in uno di questi episodi fummo scoperti da mia zia che poi lo rimproverò perché certe cose vanno fatte da soli(che figura di merda!!! =) ).

Oggi con mio cugino ci si vede davvero poco. Abbiamo preso strade diverse anche perché lui ancora non sa, credo, della mia omosessualità. È sempre una festa quando ci si vede e ogni tanto si esce anche insieme, ma non riuscirei più ad avere un rapporto cosi complice come lo avevamo negli ultimi anni delle medie e nei primi anni delle superiori. Il fatto di essermi esternato a parte del mondo e a me stesso in primis mi ha portato a vivere le mie uscite sociali con un gruppo sì misto, ma che sa chi sono e che non giudica. Con lui e il suo gruppo dovrei indossare una maschera che non sono più abituato a portare, anche se non mi fregio del mio essere “gay” il fatto di dover rispondere ipocritamente a certe domande comunque ora mi pesa più di quanto mi pesava il mio non accettarmi.

Nel frattempo rendendomi conto che la mia sessualità virava carnalmente alla contemplazione del membro che io stesso avevo in mezzo alle gambe, mi rifugiavo nello sfogo personale del piacere per placare anche le mie attrazioni. E più passavano gli anni meno sentivo i sensi di colpa anche se non riuscivo a giocare a carte scoperte nella società. Riuscivo ad essere esplicitamente gay solo nel bagno di casa mia, tramite le mie fantasie, sfrenate, spinte e a volte assurde e la mia libertà in quegli anni finiva quando il rumore dell’acqua mi avvertiva di aver ucciso un altro gruppo di spermatozoi usciti dal mio membro ancora eretto e vibrante di piacere… l’autoerotismo è stato lo sfogo reale alla mia frustrazione interna!

Alla prossima

Gianni



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