Un nuovo mondo - Trentanovesima Puntata

Prologo
Eccoci qui, come vi avevo anticipato nei giorni scorsi, oggi torna Un nuovo mondo. Dato che l'appuntamento della settimana scorsa è saltato, ho pensato di pubblicare oggi la 39^ Puntata. Naturalmente è inutile dirvi che venerdì ci sarà il solito appuntamento di sempre.
Bene! Non mi perdo in altre parole, anche perché penso siate più interessati a leggere cosa succederà fra Daniel e Manu, dopo che questo lo ha fermato chiedendogli di poter parlare, che leggere il mio prologo. ^_^
Francesco Sansone


Nelle Puntate precedenti

Sono passati diversi mesi dalla sera in cui Andrea ha confessato di aver tradito Fabrizio, ma quest’ultimo non riesce a dimenticarlo, lo ama ancora. Intanto ha deciso di dedicarsi completamente al primo esame all’università. L’esame in questione è quello di Psicologia della salute, la materia insegnata da Manu che continua ad essere il principale motivo del malessere di Daniel. Una mattina in cui i due amici erano in biblioteca a studiare, durante una pausa caffè, incontrano Manu. Questo incontro sarà devastante per Daniel e Fabrizio gli propone di andare a pranzo da Alberto, ma quando arrivano là, Fabrizio incontra Andrea, il quale cerca di riallacciare i rapporti, e scappa a casa. Qui trova Carla, la sua domestica con la quale ha un rapporto madre-figlio, e passano il pomeriggio assieme. Quando arriva Simone, il figlio di Carla, per accompagnarla a casa, lei non è ancora pronta e Fabrizio lo fa salire e dopo una chiacchierata, Simone lo invita a passare la sera dal suo pub e dopo un po’ di titubanza, accetta. Qui Simone risulta essere un po’ pesante nell’atteggiamento, tanto da spingere Fabrizio ad andarsene, ma viene bloccato da Simone, scoppia tirando fuori tutto il suo dolore. Tornato a casa, vede sul PC un messaggio di Daniel che gli ricorda l’appuntamento per il giorno dopo. La mattina dopo i due amici si incontrano e entrando successivamente in aula, Manu fa un discorso generico verso tutti gli studenti che si sono assentati, anche se era rivolto a Daniel. Finita la lezione, i due amici vanno a prendere un caffè in un bar fuori l’università per evitare di incontrare Manu che intanto si era allontanato con il suo amico Ale, però il destino (io) è beffardo e fa sì che i due si incontrino. Qui nasce una discussione generata da una battuta di Ale e Manu.

- Certo che questi studenti, ormai, non ti lasciano più in pace – dice all’improvviso Ale

- E già, se potessero mi seguirebbero pure in bagno – e sono scoppiati a ridere. Io non sapevo che fare. Ero diventato rosso per la mortificazione. Non mi era mai capitato di esser trattato così e senza motivo.

- E ci sono certi insegnati che non sanno stare al loro posto. – dice alzando la voce Fabrizio

- Come si permette?

- Mi permetto con la stessa maleducazione con cui voi due vi siete rivolti sia a me sia al mio amico. Se avete problemi a relazionarvi con gli studenti, cambiate lavoro, invece di comportarvi come ragazzini.

- Mi ricorderò di lei in sede di esami.

- Mi sta minacciando? Se è così, le ricordo che non è nella posizione giusta per avanzare delle minacce.

- Basta così, vi prego, andiamo Fabrizio ti prego, andiamo.

Ma quando i ragazzi si avviano all’uscita vengono fermati da Manu, che si scusa e chiede a Daniel due minuti per parlare.

- Allora che devi dirmi?





 













Trentanovesima Puntata

Daniele

- Volevo chiederti ancora una volta scusa.

- E no Manu non puoi uscirtene ogni volta con ‘ste scuse. Prima mi massacri e poi vieni a chiedermi scusa? Hai sempre fatto così, sin dalla prima volta che ci siamo incontrati la scorsa estate. Che gioco stai facendo? Spiegamelo perché, te lo giuro, io non riesco a capirlo. Cosa vuoi da me? Io… io davvero non riesco a... ti prego aiutami a capire, altrimenti impazzisco.

- Mi spiace.

- No, se devi continuare a dire mi spiace, è meglio che finiamo qui questa conversazione. Credimi sono contento che rimangano solo le ultime due lezioni e dopo l’esame spero di non vederti più. Sei quella malattia da cui avrei voluto fammi infettare, ma ho capito che sei solo un’epidemia pestifera da cui è meglio scappare per non soccombere.

- Ti prego aspetta prima di tirare queste conclusioni

- E cosa dovrei aspettare?

- Che finiscono gli esami

- Mi sta dicendo che dopo gli esami, noi due potremo..

- Sì

- E tu dopo tutto quello che mi hai fatto passare, inclusa la battutina del tuo amico, mi vieni a dire solo ora che finito l’esame potremo stare assieme? Tu… tu non stai bene. Hai preferito fammi passare quest’agonia per non parlare chiaramente sin da subito

- Ė che non sapevo come dirtelo

- Non era difficile dirlo. Potevi dirmelo quella mattina in cui mi sono svegliato accanto a te, invece di fammi sentire una merda. Prima mi confessi che mi ami, poi che sono stato uno sbaglio e adesso te ne esci così? I – io non ho parole. Sono uno stupido che ancora ti ascolto.

- Ti prego non reagire così.

- Davvero vuoi continuare a prendermi in giro?

- Non lo sto facendo.

- A – ascolta, io devo andare. Non ce la faccio più. Scusami.

- Daniel…

- No, niente Daniel. Oggi mi hai dato il colpo di grazia.

- Scusami

- Zitto! Sta’ zitto! – e dicendo questo mi sono avviato verso Fabrizio e bevendo di corsa il caffè, siamo usciti fuori, camminando verso l’università.

Sconfitto più che mai, tornato a casa, ho preparato la borsa per la palestra e senza nemmeno mangiare, sono uscito per rifugiarmi dentro la sala attrezzi per più di tre ore. Ero stremato, ma alla fine avevo scaricato un sacco di stress. Vicino all’uscita ho acceso il telefono e ho ricevuto alcuni messaggi. Erano tutti di Fabrizio che aveva provato a contattarmi senza esito.

- Fabrizio mi hai chiamato? – gli ho detto quando ha risposto alla mia telefonata

- Sì. Volevo sapere come stavi.

- Adesso meglio. Tre ore di sala attrezzi fanno sempre bene.

- Sì, ti capisco, pure io sono appena uscito dalla palestra, anche se ci sono stato solo un’ora e mezza oggi. Comunque ti volevo chiedere se stasera ti andava di andare a bere una birra nel pub di cui ti ho parlato oggi.

- Sì, volentieri.

- Allora ci vediamo sotto casa tua?

- No, è meglio se usciamo con l’auto, ti passo a prendere io intorno alle 22:30, che dici?

- Ok. Allora a dopo.

- Perfetto. Ciao. – E così il tempo di rientrare a casa, farmi una doccia e cambiarmi, mi sono ritrovato di nuovo in auto e in meno di venti minuti ero di nuovo sotto casa di Fabrizio. Gli ho fatto uno squillo e aspettando che scendesse, ho messo su un cd dei Muse.

- Hysteria! Che accoglienza

- E sì ogni tanto fa bene perdesi.

- Sante parole. Infatti stasera dobbiamo distruggerci.

- Ci puoi contare amico mio. Oggi pensiamo un po’ più a noi.

- Ben detto! – e sulle note “Cause I want it now/ I want it now” ci siamo diretti al pub. Dopo aver posteggiato, Fabrizio mi dice di seguirlo e quando arriviamo, vediamo che ci sono un sacco di persone.

- Fabrizio, sei tornato. Allora ti è piaciuto il mio pub

- Lo puoi gridare caro mio.

- Pedro mira! Fabrizio has vuelto.

- Oh chico, bien tornato

- Pedro – ha detto Simone mentre Fabrizio e il barrista si stavano stringendo la mano - il tuo italiano es como a mi spagnolo… hace asco! – e dicendolo i due si sono abbracciati.

- Ma dónde esta el ragazzo che te gusta?

- Se ne andato all’improvviso… stavamo entrando, ma è dovuto scappare via

- Capisco… Vale! Beviamo chicos.

- Claro, chico, claro che vengo. Fabrizio e Daniel avvicinatave. Non preoccuparti Daniel, non siamo matti, almeno non completamente. – Mi ha detto Simone.

- Figurati, non lo pensavo neppure – ho risposto mentre ci avvicinavamo. - Ma da quanto li conosci? – ho chiesto a Fabrizio, avvicinandomi il più possibile a lui.

- Pedro l’ho conosciuto solo ieri, anche se conosciuto non è proprio appropriato.

- E il tuo amigo quie es? – Ha chiesto Pedro a Fabrizio.

- Lui è Daniel.

- Dienél.. encantodo

- Piacere mio.

- Qué tomas?

- Beh, direi un 4 bianchi

- Ah sei tu il tipo del 4 bianchi – mi dice Simone

- E già. Ormai sono famoso per questo - ho risposto sorridendo

- Daniél vieni vieni – mi grida Pedro.

- Vai Dani – mi suggerisce Fabrizio – infondo siamo in piena Hysteria, no?

- Già. – e così mi sono avvicinato a Pedro il quale per tutta la sera mi è stato appiccicato addosso, facendomi capire che gli piacevo e non poco. Lui era attraente, aveva i tipici tratti spagnoli. Un viso affusolato, con un pizzetto non troppo lungo. Sulla testa aveva una bandana che coprivano i capelli castano scuri. Sul sopraciglio aveva un piercing, mentre i suoi occhi azzurri, mostravano tutta la sua dolcezza, che a differenza dei movimenti del corpo, tipici di uno che sa di piacere, non mostrano.

- Tienes novio?

- Cosa? Scusa non parlo lo spagnolo.

- Claro, claro. Escusa. Ti decia si hai un fidanzato.

- No, no. Sono solo

- Allora posso provarci.

- Cosa?

- Sì, te guastaria passar conmigo la noche? – quella domanda così improvvisa, mi ha lasciato senza parole. Non sapevo cosa dire.

- Daniel sono le 2:30, andiamo?

- Cómo andiamo. Daniél tiene que passar la noche conmigo.

- Cosa?

- Non è vero. Lui me lo ha chiesto, però io non gli ho risposto.

- Allora, Daniél qué fai?

- Pedro, ti ringrazio, ma devo andare adesso. Grazie comunque.

- Come quieres chico, però se cambi idea, yo estoy aqui.

- Bene! Andiamo Fabrizio. – In macchina con il mio amico non smettevamo di ridere per la serata. Era da tempo che non stavamo così insieme.

- Hai capito il nostro Pedro, non appena ti ha visto, non ti ha mollato più.

- E già e poi quando mi ha chiesto di fare sesso, ti giuro che non sapevo che rispondere, anche se…

- Anche se?

- Non lo so… Niente è meglio se non ci penso più.

- Io sono arrivato. Dani ci vediamo domani alle 12:00 per la nostra penultima lezione di psicologia della natura.

- Finalmente. – e rispondendogli così, ci siamo salutati. Rimasto solo in macchina, ripensavo a tutto quello che era successo e quando sul cd è ripartita la canzone dei Muse, non so cosa mi sia preso, ho fatto marcia indietro e in cinque minuti ero al pub. Pedro stava per salire sulla sua moto, quando mi ha visto.

- Ero seguro que tornavi

- Io no.

- Vale, andiamo casa mia? Ė vicina.

- Ok.

Arrivati a casa sua ci siamo spogliati in meno di niente e buttandoci sul letto, abbiamo dato sfogo alla nostra voglia. Quando il tutto finì, Pedro si addormentò e io senza rendermene conto ho detto “Che cazzo ho fatto? Manu scusami”

Continua…



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