L'angolo di P - Il primo giorno di scuola

Prologo
L'ultima volta Gianni nel suo viaggio nel suo passato, ci aveva lasciato   in sospeso annunciandoci il suo prossimo ingresso alle scuole superiore. Oggi scopriremo come sarà stato il suo ingresso in questo nuovo contesto e tutto quello che per lui ha significato.
Francesco Sansone




























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Erano le sette e mezza di un giorno di settembre inoltrato quando scesi da casa per avvicinarmi al palazzo dove mi avrebbero aspettato un mio amico e suo padre per andare al primo giorno di scuola superiore. Avevo deciso l’anno prima di intraprendere la lunga strada del liceo scientifico, lunga perché dopo mi avrebbe sicuramente aspettato una scelta universitaria per specializzarmi negli studi. Che paura che sentivo in corpo in quel giorno che avrebbe sancito l’inizio di un nuovo percorso. Avrei conosciuto persone che tutt’ora sono fondamentali nella mia vita e ne avrei perse però delle altre altrettanto importanti in quel periodo. Non ricordo che studi intrapresero Tiziana e Beatrice, le loro figure sono ormai sfocate nella mia mente. Ricordo invece che fine ha fatto Alfonso. Parlammo molto l’ultimo anno delle medie su cosa potevamo fare del nostro futuro scolastico. Lui rispetto me aveva le idee più chiare e decise nel frequentare il liceo classico chiedendomi se volessi seguirlo in quella nuova avventura. Sapere di dover avere a che fare con il greco oltre che con il latino non mi faceva stare tranquillo cosi decisi di andare al liceo scientifico; anche li vi era il latino ma almeno non c’era il greco che lo accompagnava e mi avrebbe dato la possibilità di frequentare qualsiasi università(ah quanti buoni propositi mi spingevano in quel periodo!). Con me si accodò l’altro amico del gruppetto delle medie, Fabio. Decisi a frequentare lo stesso liceo, il più vicino da casa nostra ci iscrivemmo insieme e cosi avevo decretato la mia nuova avventura quinquennale con un compagno di viaggio che già conoscevo. Fabio e suo padre mi aspettavano con la macchina accesa quella mattina. Mia madre mi salutava dal balcone di casa, pronta a lasciare andare il suo pulcino verso la vita adolescenziale. Arrivati davanti l’atrio della scuola io, Fabio e suo padre aspettammo insieme alla massa di altra gente che iniziava ad affollare il cortile che chiamassero l’appello smistando i ragazzi del primo anno nelle varie sezioni che la scuola conteneva. Iniziarono con la sezione A e il caso volle fu chiamato il mio nome ma non quello di Fabio. Quando realizzai che non sarei stato in classe con lui mi sentii franare la terra sotto i piedi. Non riuscivo a concepire che non fossi in classe con il mio amichetto delle medie, ma dovetti ugualmente andare avanti e incamminarmi con i miei nuovi compagni verso la classe che ci era stata destinata. Guardavo tutti con timore in quel lontano giorno di quindici anni fa, non conoscevo nessuno e avevo una paura incontrollata di essere giudicato da queste nuove persone. Mi sedetti vicino un ragazzo che all’apparenza sembrava anche più timido di me. Rispetto me era fin troppo esile, pallido in volto rispetto alla mia carnagione già naturalmente scura, ancor di più con l’abbronzatura che l’estate appena trascorsa mi aveva lasciato. Visto che il mal comune è mezzo gaudio, non trovammo difficoltà a presentarci appunto perché probabilmente avvertivamo che in quella classe eravamo gli unici a sentirci fuori posto. Fabrizio, questo era il suo nome, non voleva trovarsi li, più che altro perché sapeva che era una delle sezioni più difficili dell’istituto, voleva assolutamente cambiare sezione, qualsiasi tranne che quella in cui attualmente si trovava. Ci eravamo trovati anche su questo, era strano ma gli unici che volevano scappare da quella sezione, si erano ritrovati a sedersi l’uno vicino l’altro. Le poche ore di lezione, o quanto meno di presentazione trascorsero velocemente e cosi mi ritrovai a tornare a casa con Fabio che era capitato mi disse nella sezione E(era la preferenza dichiarata nelle nostre iscrizioni). Il papà di Fabio si interessò ad informarsi se potevo essere trasferito nella sezione del figlio quando questo entrò poco dopo il mio ingresso per sistemarsi nella sua classe con i suoi compagni. Il secondo giorno di scuola fu molto meno stressante. Entrato in classe, non avendo ancora conosciuto nessuno se non Fabrizio, mi accorsi che proprio quest’ultimo mancava, e sentii i miei compagni di quel momento parlare di un ragazzo che era stato chiamato per cambiare classe. In quel momento entrò il professore di matematica che avevamo conosciuto il giorno prima con il bidello del piano che mi comunicavano che dovevo trasferirmi nella sezione di Fabio. A quella notizia mi sentii sollevato, finalmente il mio viaggio nel fantastico mondo delle scuole superiori iniziava come volevo io. Arrivato alla classe vidi che questi era già seduto accanto un ragazzo. Sinceramente all’impatto ci rimasi malissimo, speravo di dover essere io il suo compagno di classe, e la delusione che sentii si sviluppava senza sosta dentro di me, quasi sentivo che mi stessi mettendo a piangere. Mi guardai intorno per capire se c’era un posto libero e salutando la classe e il professore dell’ora mi sono diretto verso l’unica sedia libera accanto a… in quel momento focalizzai la persona con cui dovevo condividere il banco, lasciando trasparire dal mio volto un’espressione sbalordita. Fabrizio era stato trasferito nella mia stessa sezione e me lo ritrovai nuovamente come nella sezione A come compagno di banco. Almeno potevo piangere con un occhio solo, avendo al fianco un ragazzino che avevo conosciuto il giorno prima. Dietro me comunque era seduto Fabio con il suo nuovo compagno, da quel momento in poi i miei ricordi cominciano ad essere molto confusi. Le emozioni che attraversarono questi due giorni oramai sono praticamente scolpiti nella mia memoria. La tensione che sentivo nel dovermi presentare ad un nuovo mondo con le caratteristiche fisiche che ormai sapete bene era davvero alta. Sono sempre stato un codardo nel buttarmi nella mischia e conoscere gente nuova, mi sono semmai sempre presentato quasi in punta di piedi, per non disturbare o quanto meno qualora avessi disturbato per non farlo in maniera eccessiva e poter avere la possibilità di girarmi con cautela e tornare sui miei passi. Era per questo che l’aver scoperto che Fabio era stato destinato ad un’altra sezione mi fece tremare, con lui avevo già un ottimo rapporto di amicizia e saperlo al mio fianco mi dava la forza e il tempo per potermi guardare intorno senza troppa velocità e istintività.

I giorni, le settimane e i mesi passarono in quel primo anno di scuola superiore e imparai sempre più a conoscere Fabio, Fabrizio e parte della mia classe. Con Fabio l’amicizia andava sempre meglio, stretti in una coalizione che ci vedeva compagni di classe, amici e anche compagni di studio, ma dentro me qualcosa nei suoi confronti stava cambiando e non riuscivo più a capire cosa fosse a farmelo vedere in maniera diversa rispetto qualche tempo prima.

Un giorno dopo il nostro consueto pomeriggio di studio per scaricare la tensione accumulata sui libri ci ritrovammo a scherzare, come se lottassimo: eravamo nel salone di casa sua e i suoi erano usciti a fare delle compre; fu in quella occasione, fu in quello scambio di fisicità che capii che io avvertivo una scossa accanto a lui; in quel momento credo che stessi razionalizzando che la mia vita sentimentale non si poteva concretizzare con a fianco una ragazza, anche se la piena consapevolezza arriverà dopo… ma questo ve lo racconterò tra qualche giorno!

Gianni



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