Un mondo di Notizie: Al grido di "Muori Frocio"




   Ancora una volta, un ragazzino si è tolto la vita. Morire a 14 solo perché si è gay e stanco dei continui attacchi stupidi e idioti subiti quotidianamente dai compagni di scuola. Privarsi di una vita, che nel presente appare pesante, difficile, invivibile, sembra la soluzione giusta da fare per non soffrire più. Questa è la triste realtà ancora oggi. Oggi che crediamo sia tutto più facile, ma in realtà nulla è cambiato né qui nel vecchio continente né lì nel nuovo continente che, per noi che stiamo in Italia, ci sembra l’oasi felice che guardiamo con aria sognante in tv. In quella New York, la  città che si spaccia per una delle capitale gay assieme a San Francisco e la Los Angeles dell’America. Una città di e alla moda, la grande mela dove tutto è possibile, dove 4 quarantenni possono uscire di notte senza alcun problema, dove i ragazzi sono impegnati a spendere i soldi di genitori assenti per conquistare l’amore e il potere fra i coetanei rispettando tutti solo se di pari requisiti economici, indipendentemente da razza, religione o sesso, tuttavia forse non è proprio così, o almeno non è cosi nelle scuole, fra i ragazzi, fra quelli che dovrebbero essere il futuro della società. Non era così nemmeno per Kameron Jacobsen che una settima fa ha deciso di non sottostare più al bullismo dei suoi compagni di scuola a cui la sua omosessualità destava un’inspiegata ilarità che li portava a burlassi di lui non solo a scuola, ma anche fra le pareti della sua stanza a cui accedevano tramite Facebook. Nella sua pagina scrivevano di tutto, ma soprattutto insulti vigliacchi. E ora che succede? Ora che un’altra giovane vita è stata spezzata, annientata della sua potenzialità che succederà? I pianti di alcuni? I rimorsi di altri? Il dolore di una madre privata della sua essenza? Ora che Kameron non c’è più che cosa succederà? Nulla! Ormai è tardi, ora tutto sembra assurdo e non sarà una stupida assemblea organizzata dalla Monroe Woodbury High School per tutti i ragazzi rimasti sotto shock dal gesto di Kameron, come se il fulcro della questione fosse il suicidio, a riportarlo in vita. Forse prima avrebbe avuto un senso, adesso invece è ridicolo, patetico. Forse se si faceva prima un simile progetto, magari non sarebbe cambiato nulla, ma almeno avrebbe avuto senso e Kameron non si sarebbe visto avvinto da quella realtà scolastica intossicata da un gruppo di PICCOLI IDIOTI e dai loro scherzi IDIOTI tanto quanto loro.

Kameron adesso fa parte di quella lunga lista (brutta parola “lista”, ma le cose bisogna chiamarle con il proprio nome) che contiene tutti gli altri nomi di quei ragazzi gay che hanno preferito fare una scelta simile per essere felici. Asher Brown, Tyler Clementi, Seth Walsh, Billy Lucas e Justin Aaberg e Kameron Jacobsen sono solo gli ultimi nomi entrati in questa infame lista.


 Ma se da un lato c’è questa triste “catalogazione” dall’altra parte c’è un'altra lista fatta dai nomi di tutti quei ragazzi picchiati, violentati, violati, usurparti della spensieratezza da parte di un o più IDIOTI.



L’ultimo caso non bisogna  cercarlo lontano da casa, bisogna solo alzare lo sguardo verso il Trentino nord orientale. Un giovane, un cuoco inglese che si è trasferito per lavoro in quel della Val di Fassa è stato punito da tre ragazzi italiani che ora sono accusati di tentato omicidio e violenza sessuale di gruppo. Benché l’episodio si sia svolto nell’aprile scorso, i fatti sono venuti alla luce solo la settimana scorsa. I tre ragazzi tutti di 20 anni hanno picchiato il cuoco (colpevole, secondo uno dei tre, di avergli avanzato delle avences) e poi, non essendo sazi della loro dimostrazione di eterosessualità, lo hanno PENETRATO CON DEI BASTONI, lasciandolo senza sensi sulla neve nudo e sanguinante.

Grande gesto di virilità questo, così come tutti gli altri episodi che negli ultimi anni stanno invadendo le pagine della cronaca, tranne quella televisiva, che danno un forte segnale dei tempi che stiamo vivendo. Un periodo segnato da VIGLIACCHI IMBECILI, che al grido “MUORI FROCIO” si permettono di fare quello che fanno, incoraggiati anche da chi dice “in fondo è meglio andare con delle donne che essere froci”.

Francesco Sansone

Prima di lasciarvi
Questa settimana  è stato difficile per me stare di fronte al pc per motivi di salute, però se ho deciso di scrivere un articolo unico, invece di riportare una notizia "quotidiana" creando una sorta di rassegna stampa, non è stato a causa della mia influenza, ma più un desiderio  di voler porre l'accento su una questione che mai come adesso risulta essere preoccupante e che nei media tradizionali non viene affrontata come si dovrebbe.

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