Racconti Brevi - Come una fenice


Come una fenice

   Troppo tempo sono rimasto chiuso nel mio castello, troppo tempo passato a piangermi addosso per quello che ho perduto, per quello che mi hai tolto, per quello che per vile vigliaccheria mi hai sottratto. Da quando hai lasciato il nostro castello, l’ho trasformato in un mausoleo in cui richiudermi per non far svanire il ricordo di quei tempi andati. Pianti, disperazione, urla e dolore sono stati i miei unici compagni d’avventura negli ultimi mesi, ma adesso basta, devo andare oltre, devo risorgere come una fenice, uscire dalle ceneri per spiccare il volo. I miei amici ogni giorni venivano da me per invogliarmi ad affrontare la cosa, ma non ero pronto, non riuscivo a lasciarmi tutto alle spalle e ricominciare da zero.


  Oggi però il sole è sorto e in se’ possiede una forza nuova, una luce che scalda il cuore e invita a vivere. Mi lavo, faccio una doccia – da quanto tempo non godo del violento getto d’acqua calda che rigenera e spazza via ogni cosa, anche i pensieri, il tuo pensiero. Mi vesto – al diavolo le tute che non ho mai sopportato, ma che in questi giorni non riuscivo a non indossare per stare comodo nel mio dolore. Mangio – mi preparo un bel piatto di penne con piselli, funghi e panna e getto nella spazzatura tutte le scatole di cibo precotto che mi hanno alimentato giusto quel tanto che necessitava per non morire di fame, già il dolore mi uccideva a sufficienza. Esco! Sì esco, non voglio restare in casa. Ho bisogno di respirare aria fresca, l’aria fresca che l’inverno sa regalare e che spesso si disprezza, ma che in realtà ti apre i polmoni. Compro qualcosa – non che ne senta la necessità, ma se un inizio ci deve essere è giusto che si inizi con un guardaroba nuovo. I capelli li ho lunghi, li taglio? Sì, cambiamo anche il look, e magari modello pure la barba – in questi giorni non mi sono rasato e guardarmi con la barba mi è piaciuto, mi da un’aria nuova, diversa. Chiamo un amico - voglio cenare con una bella pizza e poi andare al cinema per guardare una di quelle commedie stupide che ti impediscono di restare serio e ti obbligano a piagarti in due dalle risate. Voglio una giornata intensa, una di quelle giornate segnate dalla spensieratezza.

  Ecco! Ho deciso. Basta soffrire, basta pensare e basta ricordare ancora. Devo tornare in carreggiata e affrontare il mio futuro e giuro che da domani lo faro, oggi però, voglio godermi ancora la mia dolorosa sporcizia, le mie tute larghe, le mie scatolette di cibo precotto, la mia casa pregna di aria fetida con i miei capelli lunghi e con la barba sfatta, in totale solitudine e con le lacrime agli occhi. Oggi mi godo ancora un po’ la tua assenza, ma domani risorgerò come una fenice, lo giuro.


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