Racconti brevi - Cambio di programma

Prologo
Ritornano con oggi i racconti brevi e lo fanno cambiando sia la collocazione sia la locandina. Una nuova veste cucitagli addosso da Giovy, che per questo mio ritorno sul web, si è impegnato tanto per dare una ventata d'aria fresca nella grafica e di questo lo ringrazio anche pubblicamente (oltre averlo fatto in privato ^_^).
Bene non mi perdo in chiacchere e vi lascio a "Cambio di programmazione", una storia allegra, forse un po' frivola sotto acuni aspetti, ma che alla fine dimostra come cambiare programma a volte, sia la scelta giusta.
A domani


Locandina realizzata da Giovanni Trapani. Tutti i diritti riservati


Cambio di programma

- Perché ho deciso di incontrarlo? – è quello che pensavo mentre ero seduto nell’auto di quel ragazzo conosciuto qualche giorno fa su una chat. Dalla sua descrizione diceva che era alto 1,83 e pesavo sugli 80 chili, biondino, occhi castani e molto atletico, fra l’altro diceva, pure, che lavorava in palestra e così, facendo due per due sono arrivato a crearmi un’immagine di lui che, quando ho aperto lo sportello ho capito, era completamente diversa dalla realtà. Non solo aveva un fisico leggermente appesantito, ma quel suo biondino indicava che il biondo non era proprio biondo, solo perché la calvizie lo scuriva. Aprendo la bocca poi ha tirato fuori tutta una seria di frasi fatte, con l’intento di dimostrami che era un uomo di mondo, che hanno fatto scendere il mio livello d’attenzione sotto lo zero, portandomi a pensare su come potevo fare per liberarmi di lui.


- Che hai?

- Cosa?

- Mi sembri assente

- No, no… è che sono stanco. Quando mi hai chiamato, ero appena uscito dalla palestra e quindi ho fatto tutto di corsa per prepararmi… Quindi mi dicevi? – e ha ripreso a parlare, e io ne ho approfitto per tornare a pensare alla maniera migliore per mettermi in salvo. – Già! Posso chiamare il mio amico Stefano! Ma come faccio? Non posso mettermi a parlare al telefono, non sarebbe carino - . Ero disperato, però a volte la vita ti da una mano quando meno te lo aspetti e così ho sentito la suoneria del mio cellulare che mi avvisava di aver ricevuto un SMS. Era un semplice messaggio da parte della mia compagnia telefonica che mi informava dell’ultima offerta del mese.

- Chi è? – mi ha chiesto incuriosito

- Ah, no niente un mio amico, che mi chiede se sono in giro per bere qualcosa.

- Capisco.

- Scusami, gli rispondo un secondo – e così ho contattato Stefano.

 


“Salvami. Sono in auto con un tizio che ho

conosciuto in chat e non so come uscirmene.

Aiutamiiiiiiiiiiiiiiii”



- Ecco, ho fatto. Gli ho detto che sono impegnato.

- Ma non dovevi...

- Stai scherzando? Sono con te questa sera e … - e neppure il tempo di finire la frase che squilla il telefono. – Ma chi sarà? Scusami – e ho guardato lo schermo – è il mio amico.

- Fai, fai


“Pronto? Stefano, mi dispiace ma sono fuori con…
un amico(?).
Stefano ho capito che stai male e che devi sfogarti, però… ok, ok sto arrivando, dove sei?
Perfetto ora gli chiedo se mi ci può portare. A tra poco.”



- Ti devo chiedere scusa, ma il mio amico è stato lasciato qualche giorno fa dal suo ragazzo ed è depresso, potresti portarmi alla villa?

- Sì, però io ti lascio lì... capisco che è un momento delicato per il tuo amico e non credo voglia vedere estranei.

- Ma no, dai! Mi spiace che sia andata così.

- Ecco, siamo arrivati. Lo vedi?

- Sì, è lì. Ti ringrazio… magari ci sentiamo presto, ok? Ciao – e ho chiuso lo sportello, correndo da Stefano.

- Oddio Stefano, non puoi immaginare… volevo morire… - e salutandolo ho visto accanto a lui un ragazzo che praticamente era uguale all’idea che mi ero fatta di quel tipo della chat. – Ste’ scusami… eri impegnato.

- No! Lui è un mio collega di lavoro. Abbiamo appena finito il turno a lavoro.

- Oh, meno male…

- Piacere Roberto – ho detto presentandomi

- Io sono Claudio. Sai che mi sembri conoscente?

- Sì?

- Per caso hai lavorato da noi?

- No, mai.

- Eppure mi sembri conoscente.

- Non so che dirti.

- Allora ragazzi che ne dite se andiamo a bere qualcosa? - ha proposto il mio amico.

- Sì, andiamo così ti racconto tutto. – Mentre camminavamo e io raccontavo, sentivo e vedevo che lo sguardo di Claudio era praticamente incollato su me con aria curiosa.

- Eppure io ti conosco.

- Claudio, non so che dirti, magari…

- Vai alla Xeta, la palestra?

- Sì, perché?

- Ecco dove ti ho visto?

- Sei pure tu iscritto lì?

- Sì

- Io, però, non ti ho visto mai.



Arrivati al tavolino, Claudio si è allontano per andare in bagno e Stefano, con sguardo malizioso, si è avvicinato a me.

- Si è ricordato subito di te.

- E già!

- Hai visto come ti guarda? Ti sta spogliando con lo sguardo.

- Ma mi credi che non lo mai visto in palestra?

- Non lo dubito. Tu vai lì solo per allenarti e non caghi nessuno.

- Dici?

- Dico!

- Comunque, ecco che ritorna.

- Allora che prendiamo?

- Io solo un caffè – ho detto, mentre mi alzavo per andare in bagno. – Ci pensate voi? Io torno subito.

La serata è stata davvero piacevole, tanto che siamo rimasti tutti insieme a parlare fino alle 2.

- Ragazzi, che facciamo, andiamo? S’è fatto tardi.

- Perché che ore sono?

- Le 2!!

- Davvero?

- Sì e poi io domani devo fare delle cose.

- Ok andiamo – ho detto al mio amico

Arrivati in auto, siamo saliti e ci siamo diretti sotto l’ufficio dei ragazzi, perché Claudio aveva lasciato la sua auto lì, affinché potessero muoversi facilmente.

- Signor Claudio, lei è servito.

- Che gentile. Senti Roberto, ti va se ti accompagno io a casa?

- Ma, veramente io…

- Se lo facessi – si è inserito Stefano – mi faresti un piacere, così arriverei prima a casa.

- Beh, se è così… Claudio vengo con te – e quel “vengo” aveva il senso che voi avete pensato leggendolo. Salutiamo il mio amico e saliamo in auto sua.

- Allora dove abiti?

- Ti va di bere ancora qualcosa assieme?

- Ho del vino a casa.

- Ok, andiamo a casa tua.

Varcata la porta ingresso, ci siamo ritrovati nella sua cucina a bere e a fumare fino a quando lui, non s’è avvicinato

- Mi sei piaciuto sin dal primo momento che ti ho visto in palestra qualche tempo fa, ma non sapevo come avvicinarti, dato che non parli con nessuno

- Beh, adesso siamo vicini… adesso se vuoi, possiamo allenarci un po’ insieme.

- Bell’idea.



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