L'angolo di P - Il potere del Trio


Il potere del Trio

Se è vero che il nuovo anno dovrebbe portare tante belle novità, è anche vero che a volte porta anche vecchi ritorni del passato(mi sto tirando cosi però la ricomparsa di qualcuno o qualcosa di sgradito eheheh!). Cosi, dopo molti tentennamenti, con Francesco abbiamo studiato un nuovo modo di vedere “L’angolo di P”. Sarò sincero! Avevo detto tempo fa a Francesco che non avrei più scritto per questa rubrica per alcuni motivi. Il primo era che in quel periodo ero concentrato a vivere una storia su cui ancora sto investendo del tempo e delle risorse e il co-protagonista di questo percorso di vita non era poi cosi felice si scrivesse di noi(per me voleva essere anche un gesto scaramantico visto che avevo scritto solo di disfatte, formative sì, ma sempre di disfatte si parlava); il secondo motivo si potrebbe definire di livello pratico poiché “praticamente” ero arrivato a raschiare il fondo del barile con la vicenda di Fede. Cosi decisi di accantonare il progetto per un po’ e non era il caso di andare a cercare altre avventure particolari per farne degli articoli. Detto questo vi chiederete sicuramente di cosa tratterà la nuova versione di questa rubrica. Beh, semplicemente di ciò che è accaduto prima della mia consapevolezza che mi ha portato a giocare le mie carte nella vita anche a livello sentimentale. Cercherò con voi di ripercorrere il tracciato adolescenziale di me stesso, che terapeuticamente a livello personale non fa mai male, e che praticamente è un continuo dello “sputtanamento” che ho intrapreso di me stesso qualche mese fa in questo blog… ma del resto non mi lamento, potendo condividere con voi le mie esperienze ho avuto modo di riflettere ancora di più su quello che ho vissuto, e tramite anche il vostro punto di vista ho potuto definire ancora meglio la mia crescita personale e gli errori che eventualmente io stesso avevo commesso in questi primi passi nel terreno, a volte fertile e a volte sconnesso, dell’ “amore”.

L’angolo di P riprende però anche perché sono stato piacevolmente colpito da ciò che alcuni di voi hanno voluto dire a Francesco sentendosi mancare una rubrica piacevole e anche consolatoria, per certi versi la funzione che svolge non è solo egoistica e di intrattenimento, ma per alcuni è stata anche spunto per non sentirsi soli nella partita che ognuno di noi gioca con la vita per arrivare a trovare l’amore vero, quello che completa, quello che colma il cuore e lo fa tremare per quanto grande possa diventare dentro un corpo relativamente piccolo. Sono felice che il mio “sputtanamento” possa essere servito anche a questo perché io stesso ho trovato conforto nel confronto a mio tempo, un confronto avvenuto con delle grandi amicizie che mi hanno sorretto nei periodi di crisi e che mi hanno spronato a rischiare per arrivare ad una meta, che attualmente non è vicina, credo, ma nemmeno tanto lontano come qualche tempo fa. Scusate la lunghezza delle spiegazione ma era dovuta!

Oggi parlerò di me, ma lo farò attraverso un aneddoto che svelerà gli amici cari che hanno contribuito alla mia fioritura, ma anche e soprattutto il perché “L’angolo di P” si chiama così, quando a mettere a nudo le sue esperienze è un ragazzo (sarei io) che tutti ormai sapete si chiama Gianni…

In questi ultimi anni, in questi ultimi tre anni per essere precisi, tramite vicende amicali spiacevoli e piacevoli, il gruppo di persone con cui esco molto più spesso è formato da sei persone compreso me stesso. Siamo riusciti a stringere un’amicizia cosi forte che passare del tempo insieme era sentita anche come una necessità. Due di loro già li conoscete bene, sono Francesco e Giovanni; gli altri tre sono una coppia salda di amici e la mia migliore amica dei tempi del liceo. Devo dire grazie a quest’ultima se ho conosciuto la coppia di amici sopracitata, e grazie di conseguenza alla parte femminile di questo binomio se ho potuto conoscere Francesco e successivamente Giovanni. È su Francesco e Giovanni però oggi che centro la mia attenzione. Francesco in primis conosciuto per un ferragosto fatto insieme ad altre persone oltre quelle che vi ho presentato, non riuscivo ad avvicinarlo. Era la prima volta che entravo a stretto contatto con una persona dichiaratamente gay e in quel periodo io stesso mi ero rivelato solamente ad alcuni dei miei amici di quel tempo. Mi incuriosiva l’entrata in scena di questa nuova persona, avevo smania di conoscerlo meglio, di potermi forse finalmente confrontare con qualcuno che aveva un bagaglio di esperienze più pesante del mio e che magari aveva vissuto i miei stessi turbamenti. Quando conobbi meglio Fra riuscii a vedere lati di lui che non coglievo all’inizio, poiché era schivo nei miei confronti e ad essere sincero lo ero anche io nei suoi di conseguenza. Io sono sempre stato timido nei primi approcci con le persone, perché, timoroso di cenni di rifiuto, preferisco studiare bene la persona prima di cimentarmi nella comunicazione con la stessa. Vedevo quindi che Fra nei primi scambi di battuta se la tirava un po’ cosi ho preferito concentrare le mie energie verso la conoscenza del resto delle persone, anche se quando parlava con il resto del gruppo di argomenti generali lo ascoltavo con attenzione e curiosità. Devo dire grazie soprattutto al mio migliore amico di quel periodo se ho potuto conoscere Francesco, perché con lui al contrario non se la tirava anzi lo reputava anche molto simpatico. Visto che io e questo mio grande amico eravamo quasi sempre insieme vuoi o non vuoi ho dovuto interagire con Francesco e lui con me; calata quindi la maschera che si era creato (perché il fatto che se la tirasse in effetti era una maschera difensiva poi mi disse) sono entrato a contatto con una persona diversa, gradevole (…anche acida spesso), e soprattutto abbiamo potuto stringere il legame d’amicizia che tutt’ora abbiamo. Diventò cosi il mio angelo in una sera di Capodanno in cui si era concretizzata la rottura con il mio migliore amico del tempo, paradossalmente quello che aveva fatto in modo che potessi entrare a contatto con lui, consolando il mio dolore in un abbraccio che sanciva l’amicizia che stava nascendo tra di noi. In quel contesto la mia anima forse capì prima di me che avevo perso un amico per trovarne un altro che si rivelò soprattutto nel futuro che seguiva anche una risorsa perché intraprendessi anche il cammino dei sentimenti in una vita che fino ad allora era stata vissuta senza tanti rischi. I mesi seguivano e nella vita di Francesco entrò a far parte Giovanni. Oltre ad entrare nella vita di Fra, Giovanni si integrò immediatamente in quella del gruppo che si era venuto a definire. La sintonia che accompagnò la nascita dell’amicizia con lui fu avvertita subito da entrambi. Di una tenerezza senza confini, pacato e comunicativo, con lui diversamente che con Francesco mi sono trovato subito e naturalmente bene ad interagire e comunicare, e fu cosi che iniziò il mio percorso amicale con due persone ad oggi indispensabili. Grazie a loro, sentendo le loro esperienze, iniziando a confrontarmi con le loro storie, i loro consigli, le loro cazziate sul prendermi cura di me stesso e rischiare, buttandomi in un mondo meno ovattato, ho iniziato il percorso che fino ad oggi mi ha portato sì a molte batoste ma soprattutto a formarmi a livello sentimentale. Un percorso ancora non concluso e definito, ma se ho fatto il salto lo devo a questo gruppo coeso. Giovanni e Francesco sono stati lo specchio che avrei voluto avere nell’adolescenza perché in quel periodo travagliato mi avrebbe fatto bene capire di non essere solo e che ci voleva poco per affacciarsi al mondo, che io ne avevo diritto tanto quanto gli altri, e che non avrei tolto niente a nessuno se non a me stesso se avessi osato a quel tempo ricercando una reale palpitazione del mio cuore. Poco male comunque siano arrivati ad entrare nella mia vita solo qualche anno fa. Avrò perso tempo lo ammetto, ma almeno ho saputo dire basta grazie a loro e mettermi in gioco anche se ho rischiato di bruciarmi seriamente. Una sera come tante in cui il nostro gruppo si è riunito a casa di Francesco per passare del tempo insieme, eravamo seduti attorno al tavolo della cucina di Fra e come spesso accadeva, in maniera del tutto naturale e non studiata, in successione, io, Fra e Giovy ci ritrovavamo seduti l’uno accanto all’altro. Da qui nasce la frase dell’amica “accoppiata del gruppo” che ci ha definiti “la triade gay”. Avete presente il telefilm “streghe”? ebbene prende spunto da lì la battuta sopra citata. In effetti non calzava male ma Francesco ha voluto aggiungere del suo visto il nostro rapporto ricco di continue frecciatine acide. Cosi mi ha paragonato alla più “vecchia” delle sorelle Halliwell, interpretata da Shannen Doherty, che nella serie aveva il nome di Prue e che finisce per essere uccisa(quindi non solo perché tra loro io sono il più grande anagraficamente, ma soprattutto perché tiro le cuoia prima…). Tra l’altro visto che lui avrebbe dovuto impersonare Phoebe interpretata da Alyssa Milano il paragone calzava a pennello, dato che le due attrici e le due sorelle nella serie tv sono sempre state in contrasto tra loro( come io e Fra nella vita reale... ma in maniera scherzosa ovviamente). Ed ecco svelato il mistero di P. Da quel momento in poi per Fra sono sempre stato P che non vi sto a dire quali altri significati meno carini ha come iniziale ma che fondamentalmente definisce il legame di triade amicale che si è venuto a creare tra noi.

L’amicizia per la mia vita ha sempre rivestito un ruolo fondamentale di confronto, conforto e crescita. Ma è raro e bello trovare persone che grazie al loro affetto hanno saputo svegliare la parte coraggiosa che c’è in me; hanno saputo prendere per mano il bambino che piangeva nella solitudine della sua anima e fargli capire che non è solo ma che può contare sull’appoggio di persone amiche. Anche se dovessi cadere e farmi male in questa strada della vita so che mi rialzerei più facilmente perché ci saranno loro, pronti a tendere la mano per aiutarmi nella risalita. Se è vero che il 3 è il numero perfetto con la definizione della triade ho iniziato il percorso di perfezionamento della mia vita, aprendomi al mondo con tutti i rischi che ne conseguono. Tra l’altro in quanto amante di “streghe” non posso che sposare l’incantesimo delle sorelle che recita “il potere del trio coincide col mio” o se vogliamo all’inglese “The Power of Three will set us free”(il potere del trio ci renderà liberi) perché è grazie a loro che la mia libertà di individuo che ricerca l’amore è iniziato … ai miei “fratelli” dedico questo percorso fatto di ricordi e chissà… anche di nuove avventure nel mare sconfinato dei sentimenti.

P.S: Ci tengo a dedicare questa puntata a Giacomo che con la sua e mail, mi ha spinto a tornare con “L’Angolo di P”.

Alla Prossima

Gianni(P)


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