Un nuovo mondo - Quattodicesima e Quindicesima Puntata

Oggi svelo il motivo del perché Massimo sia andato a casa dagli amici. Chi avrà indovinato?
Alla prossima
Francesco Sansone

Quattordicesima Puntata

Fui io il primo a svegliarmi. Aprendo gli occhi, vidi il braccio di Andrea che mi stringeva. Lo spostai delicatamente e facendomi forza con un braccio, mi sollevai. Avevo ancora addosso i vestiti con cui ero uscito. Decisi di farmi la doccia e così andai in camera a prendere un paio di slip e l’accappatoio. Sotto la doccia, mi feci coccolare dal getto di acqua calda che scendeva lungo il mio corpo. Appoggiai le mani sulle mattonelle del muro e chinando il capo, feci sbattere le gocce d’acqua contro il collo. Tenevo gli occhi chiusi e con la mente iniziai a vagare nei pensieri, quando sentii una mano appoggiarsi sul mio fianco.

- Che c’è? – Mi domandò Andrea.

- Scusa ti ho svegliato? Non volevo.

- Tranquillo. Allora che succede?

- Niente, mi stavo rilassando. Avevo bisogno di una doccia calda.

Andrea si appoggiò al lavandino fissandomi. Capiva che c’era qualcosa che non andava e sapeva che questo qualcosa era dovuto a Massimo.

- Ci stai ancora pensando?

- Be’... Non riesco a fare come te e dimenticare tutto quello che c’è stato tra noi.

- Hai ragione, ma vedi che io non ho dimenticato nulla. Anche io sono preoccupato per Massimo. Il giro che adesso frequenta non mi piace e lui alla fine ne uscirà male.

- Allora perché non facciamo qualcosa per farglielo capire?

- E cosa potremmo fare? Lui non vuole sentirci, ormai è completamente plagiato da Giulia e dalla sua compagnia e qualsiasi cosa noi diciamo non avrebbe alcun effetto.

- Sì però…

- Vedrai, prima o poi, capirà da se’ con chi ha veramente a che fare. Intanto, fino ad allora, noi non possiamo fare niente.

Restai in silenzio sotto la doccia. Avvertivo uno stato di angoscia che mi comprimeva il petto e non mi faceva rassegnare a perdere il mio amico.

- Ti conviene uscire dall’acqua, altrimenti potresti prendere freddo. – Mi disse Andrea, riportandomi al presente.

- Sì forse hai ragione. – Chiusi l’acqua e presi l’accappatoio. – Tu non te la fai?

- Prima ti preparo la cena e poi la faccio.

- No, dai! Cucino io. Tu lavati e poi non mi puoi viziare sempre.

- Ok Fabrizio, mi lavo e tu cucini, però mi raccomando, cucina qualcosa di buono. – Mi disse dandomi un bacio sulla bocca.


Quando entrai in cucina, aprii il frigorifero per vedere cosa ci fosse e benché fosse pieno di ogni sorta di cibo, mi venne voglia di pizza e così, dopo aver chiesto ad Andrea se ne volesse pure lui, chiamai la pizzeria e ordinai una capricciosa per me e una diavola per Andrea.

- Hai già chiamato? Che ti hanno detto? Quando arrivano le pizze?

- Tra circa venti minuti. – Guardai Andrea che indossava solo gli slip – Come sei sexy con quegli slip…

- Ci stai provando per caso?

- Chi io? Ma scherzi?

- Peccato, allora vado a vestirmi.

- Dove vai? Vieni qui – e lo tirai a me e stringendolo lo baciai.


Stavamo on qiella posizione quando suonò il citofono.

- Chi sarà? – Domandai

- Forse il ragazzo delle pizze.

- Ma avevano detto venti minuti e ne sono passati sì e no cinque. - Andai e rispondere

- Chi è?

- Fabrizio ti prego aprimi sono Massimo. Ti prego apri, apri. – Senza dire nulla aprii.

- Chi è? – Mi chiese Andrea

- Massimo!

- Massimo?

Suonò il campanello della porta e aprendola vidi Massimo con il viso rosso, il corpo tremante e la maglietta sporca di sangue.

- Vi prego aiutatemi. Sono nella merda.



Continua …

Quindicesima Puntata


- Oddio Massimo che cazzo è successo?

- Aiutami Fabrizio, aiutami.

- Sì, certo, ma dimmi cosa è successo. Cos’è quel sangue? Cosa hai fatto?

- Sono nella merda!

- Sì abbiamo capito. Ma adesso siediti e raccontaci tutto altrimenti non possiamo fare nulla. – disse Andrea secco.

Massimo si accomodò sulla sedia in cucina. Andrea gli stava di fronte e io ero vicino al frigo che versavo dell'acqua in un bicchiere. Quando glielo passai, Massimo buttò giù l’acqua in un colpo solo.

- Un altro po’ per favore

- Certo – e versai ancora dell’acqua nel bicchiere

- Grazie.

- Allora, ora vuoi dirci cosa è successo? Di chi è quel sangue? Cosa hai fatto? – gli chiese ancora Andrea

- Il sangue? C’era un casino di sangue. Giulia…

- Giulia cosa? Che le è successo?

- Abbiamo avuto un incidente.

- Come? E dov’è adesso?

- Non lo so!

- Come non lo sai?

- Non lo so! Non lo so! – e restammo tutti in silenzio, fino a quando Massimo non riprese a parlare. – Stavamo facendo una corsa in auto contro altri ragazzi, chi vinceva si portava a casa un bel po’ di soldi..

- Ma che cazzo ti prende? Da quando ti comporti così? - lo accusò Andrea – Ci hai evitato, ti sei avvicinato a Giulia e ai suoi amici, ti metti a fare delle grandi cazzate e ora che sei nella merda, vieni qua e pretendi il nostro aiuto?

- Non aggredirlo così – dissi ad Andrea

- No Fabrizio, Andrea ha ragione, non sarei mai dovuto venire qua – e alzandosi si diresse verso la porta – Ho fatto male a venire, dimenticatevi di quello che è successo, ciao – e così, dicendo questo, si chiuse la porta alle spalle.

- C’era bisogno di fare così? Era venuto qui perché aveva bisogno di aiuto e tu lo cacci? Che cazzo ti prende? A volte non ti riconosco Andrea. – e andai in camera a mettere su qualcosa

- Dove stai andando adesso, Fabrizio?

- A cercarlo!

- Vengo con te.

- Non c’è bisogno, hai già fatto tanto oggi.


Quando uscii dal portone, vidi Massimo seduto per terra appoggiato ad un’automobile parcheggiata di fronte al portone.

- Meno male sei qui, sali su così parliamo e ci racconti cosa è successo.

- No. Andrea mi ha fatto capire che non sono il benvenuto e forse ha ragione.

- Ma questa è casa mia e decido io chi è ben accetto e chi no, quindi, forza, saliamo.

- No, ti prego. Siediti qui con me, voglio stare qui.

- Ascolta, sta per venire il ragazzo della pizzeria e non è un bene che lui ti veda così, quindi dai vieni su. – Quando finii di dire queste parole, il portone di casa si aprì e uscì Andrea. Io lo fissai e lui restò immobile, poi avvicinandosi si abbassò, sollevò Massimo e dicendogli: "Dai andiamo a casa" salimmo tutti assieme. Per la prima volta dopo tanto tempo eravamo di nuovo assieme e benché nessuno di noi lo disse espressamente, eravamo tutti felici di questo.

***

- Giulia mi ha chiamato nel pomeriggio dicendomi che avremmo dovuto fare una cosa che ci avrebbe fatto guadagnare un po’ di soldi e quando lei mi par di si trattava di una corsa in auto, io inizialmente mi tirai indietro, ma lei mi disse che se non fossi andato tra noi sarebbe finita perché non sapeva che farsene di un cacasotto,  e così ho accettato. Andai a prenderla a casa alle nove e da lì andammo da Dario, il suo amico. Lì con lui c’erano anche i ragazzi con cui ci saremmo dovuti sfidare e, dopo le presentazioni, ci mettemmo tutti in moto verso l’autostrada. La sfida l’avremmo dovuta fare sul nuovo tratto in costruzione, chi arrivava prima, fermandosi in tempo alla fine dell’asfalto, avrebbe vinto. Io ero in macchina con Giulia e Dario, mentre gli altri tre, una ragazza e due ragazzi, erano nell’altra auto. Dopo i preparativi, ci mettemmo in moto e quando entrambi eravammo in dirittura d’arrivo, è successo l’imprevedibile.

Continua …