Ecco perché non ce facciamo nulla del riconoscimento dell’assistenza sanitaria ai compagni dei parlamentari.



Settimana scorsa è arrivata alle nostre orecchie e ai nostri occhi la notizia che anche nel parlamento italiano è stato esteso il riconoscimento dell’assistenza sanitaria ai compagni dei parlamentari gay. La richiesta avanzata da di Ivan Scalfarotto, Partito Democratio, e Alessandro Zan, Sinistra Ecologia e Libertà, a parte il voto contrario della Lega e l’astensione di Scelta Civica  e Fratelli d’Italia e il Movimento 5 Stelle, è stata votata da tutti gli altri partiti e così anche i parlamentari gay godono degli stessi diritti di quelli eterosessuali che convivono felicemente.

Ora mi chiedo: Perché la comunità gay dovrebbe gioire per questa notizia? Al membro medio della comunità LGBTQ cosa cambia sapere che un parlamentare gay può tutelare il proprio compagno? 




Nulla!

Ci troviamo di fronte all’ennesimo privilegio di una casta che mai come in semestre se n’è infischiata del volere di coloro che dicono di voler tutelare, formando un governo a loro uso e consumo fregandosene del voto espresso dal Paese nell’ultima chiamata alle urne.


Quindi,  perché dovremmo vedere in questa notizia qualcosa di buono se, di fatto, riguarda solo pochi “eletti”?


Come vi dicevo tra gli astenuti durante la votazione c’erano gli esponenti del M5S che hanno così motivato la loro decisione tramite la loro capogruppo alla Camera, Roberta Lombarti: 


“Lo abbiamo fatto perché è un privilegio della casta. Nelle assicurazioni esterne il convivente dello stesso sesso non gode dell’estensione delle coperture. Perché alla Camera dovrebbe?”



Un pensiero che, anche non essendo convinto appieno dal modo di lavorare di questi signori, è molto condivisibile, tuttavia non dai parlamentari che sono insorti contro tale dichiarazione. Fra questi a dire la sua è stato lo stesso Scalfarotto:

 

“La Camera ha stabilito che i deputati sono tutti uguali. Finalmente stata rimossa una discriminazione.”






Ma come si può usare la parola discriminazione con così tanta tranquillità? Ma davvero non ci si rende conto che per un individuale interesse si è fatta un’ulteriore disparità fra le persone? Scalfarotto, e chi come lui,  è serio quando va di fronte ai giornalisti a fare questo tipo di affermazioni?


Invece di pensare al suo puro interesse perché non si sbatte con la stessa energia per far approvare una legge contro l’omofobia che tuteli tutti gli LGBTQ del Paese? Una legge che, mai come in quest’ultimo periodo pieno di casi di aggressione ai danni di omosessuali da Palermo a Venezia, serve per porre fine alla becere e violenta aggressività che si sta dilagando giorno dopo giorno a danni di omosessualità italiani senza alcun diritto.


Che ce ne importa di sapere che un parlamentale qualsiasi possa tutelare il suo compagno, mentre nel paese non c’è nemmeno chi può tutelare se stesso dall’idiozia umana? 


Che ce ne facciamo di sapere se un parlamentale qualsiasi possa tutelare il suo compagno quando nel paese uno non può nemmeno tutelare la persona amata? 


Che ci serve sapere se un parlamentale qualsiasi possa tutelare il suo compagno se ogni giorno un omosessuale italiano maledice il fatto di essere nato in un Paese che non lo considera e lo addita come un mostro, un anormale, un invertito che merita solo di essere picchiato dal primo cretino che passa?


Scalfarotto, prima di andare a rilasciare certe dichiarazioni, pensaci su, giusto per non apparire un altro che arrivato al palazzo se ne fotte del resto. Tuttavia, mai come in questo caso, spero di venir smentito quanto prima.


Rubrica: Francesco Sansone

Grafica: Giovanni Trapani

Fonte: Gayburg, Queerblog.

http://ilmiomondoespanso.blogspot.it/p/oltre-levidenza-racconti-di-vita-gay.html