Racconti di vita... gay: Gianni



Prefazione: Paolo Vanacore
Copertina di e con Giovanni Trapani
Casa Editrice: Tempesta editore
Prezzo: 15,00 Euro





N.B su Il mondo espanso dei romanzi gay, troverete l'intervista in esclusiva allo scrittore Paolo Vanacore.
Mentre l'ultima storia di "racconti d'Estate" verrà pubblicato sabato.


Locandina realizzata da Giovanni Trapani 
                          
Prologo: Anticipazioni di novità
Qualche tempo fa un giovane amico che si è trovato a leggere il mio mondo espanso, mi ha rivelato che questo blog lo ha aiutato a capire che forse non c’è niente di male nell’esser gay e questa rassicurazione arriva proprio in un momento in cui le sue certezze vengono messe in discussione da una sessualità che ha voglia di definirsi. Ė così che nasce Racconti di vita… gay una rubrica che vuole dare a chiunque la possibilità di raccontare la propria esperienza per metterla in funzione di altri giovani e meno giovani ragazzi che si scoprono attratti da coloro che hanno lo stesso sesso e che non sanno affrontare questa realtà che, fino a poco tempo prima, era lontana dalla quotidianità. Ė da quando ho preso coscienza di quello che sono che ho portato avanti questa mia “battaglia” atta ad aiutare tutti coloro che proprio in quei momenti di incertezza non sanno come reagire o come affrontare questa situazione che è , forse, la più grande di qualsiasi altra cosa con cui ci si trova a imbattersi. Un percorso, questo, che oggi fonda un nuovo tassello proprio in Racconti di vita… gay.

Questa di oggi è una sorte di puntata zero, ossia un’anticipazione su una delle novità (a cui Giovy ha dato un volto) che da settembre ci saranno su il mio mondo espanso.

Protagonista del racconto di vita … gay di oggi è Gianni, un ragazzo ventinovenne di Palermo che con le sue parole ha dato vita ad una testimonianza intima che difficilmente si trova in giro.

Gianni

Ricordo il periodo della mia adolescenza, e quando questo ricordo riemerge mi viene da sorridere, perché ciò che sono oggi è il frutto di ieri e mi spiace solo questo frutto non sia maturato prima perché consapevole di aver perso l’occasione di fare esperienze importanti che avrebbero ancora di più arricchito la persona che sono oggi. Ero un adolescente come tutti gli altri, l’unico “problema” stava nel fatto che mi resi sempre più conto che mi piacevano i ragazzi. Probabilmente in quel periodo non ho mai voluto fare i conti con questo lato di me stesso perché avevo altri parametri della mia persona con cui dover convivere e con i quali la gente usava ferirmi. I chili del mio grasso corporeo che mi trascinavo dietro, e i miei problemi visivi evidenti grazie ai “fondi di bottiglia” che dovevo portare erano già abbastanza per un ragazzo di 14 anni, e gli appellativi che mi attaccavano come post-it in fronte erano già tanti per far si che tra essi comparisse anche quello di “frocio” o “finocchio”. Devo dire tra l’altro che ero una persona non proprio sopra le righe, in quel periodo mancavo di coraggio per poter porre visibili le mie inclinazioni sessuali. Cosi tacevo i miei ardori sessuali, anche se non completamente. In realtà non facevo molto affinché gli altri non capissero che fossi omosessuale, anche perché non mi è mai veramente piaciuto fingere o quanto meno nascondere ciò che ero (sono).
Nella mia adolescenza, tuttavia, hanno avuto un peso non indifferente anche le persone non attinenti né alla mia cerchia di amicizie e né in quella famigliare. In quel periodo camminare tra la gente non era qualcosa di semplice. La mia obesità, la mia poca vista e la mia omosessualità latente, mi facevano camminanare tra la gente con l’angoscia di chi da un momento all’altro doveva essere additato, deriso. Avevo paura che la gente potesse leggermi nell’anima, scoprendo quello che più mi tormentava. Però dai ventisei anni in poi qualcosa è cambiato. Ho imparato a usare un normale specchio per vedere la mia immagine e ho lasciato solo a me il compito di “giudicarmi”, non badando più agli sguardi della gente o alle loro ipotetiche risate fatte alle mie spalle. La gente, però, è anche una preoccupazione di mia madre. Ricordo ancora la mattina in cui, appena svegliato, mi fece sedere al tavolo della cucina per annunciarmi che aveva letto il mio diario. Ancora oggi questo ricordo mi provoca dispiacere, perché posso immaginare come si sentiva, del resto non si era mai posto il problema di come potesse essere la vita di un omosessuale, e men che meno con il mio diario poteva ritenersi soddisfatta: impaurita da quello che la gente avrebbe potuto fare o dire nei miei confronti, mi raccomandava di non farlo sapere in giro, perché la gente è cattiva. Ovviamente non erano queste le parole che volevo sentirmi dire, e in quel momento ero frastornato dalla notizia e anche arrabbiato per il modo in cui lo era venuto a sapere. Oggi potrei dire che almeno mi ha tolto un peso, ma non è proprio cosi; sembra che ignori ciò che ha letto in quelle pagine, o comunque evita di affrontare ogni tipo di argomento riguardante l’omosessualità ancor meno se si parla della mia. Quando questo inverno le dissi che mi sentivo con un ragazzo che mi piaceva, per un attimo ho creduto si alzasse dal tavolo senza aver finito di mangiare (questo tavolo della cucina credo possa ritenerlo il simbolo del mio coming out), invece si limitò solo a dirmi “stai attento!”; ancora una volta la mancanza di curiosità mi fece decidere di troncare il discorso e non raccontare altro. Forse anche questo non ha permesso che io mi decidessi a dirlo a mio fratello. Con lui non ho mai avuto un rapporto profondo. Entrambi sappiamo che ci siamo l’uno per l’altro in caso di bisogno, ma per il resto ognuno si fa la propria vita non avendo mai instaurato alcuna sorta di amicizia. Ma proprio per il punto di riferimento che lui rappresenta per me o che io potrei rappresentare per lui mi piacerebbe che sapesse e mi rimanesse accanto. Questo è una delle questioni che continuo a rimandare per poter definire la mia libertà di uomo. Che poi non è nemmeno tanto questo; mi sento già libero, e oggi mi ritengo degno di vivere qualsiasi esperienza sentimentale o meno, poiché non faccio del male ad alcuno e non ledo la libertà di nessuno. Nonostante questa consapevolezza vorrei comunque che mio fratello mi accettasse in tutte le mie sfaccettature, inclusa questa. Dopo la discussione con mia madre, la mia vita ha continuato nello stesso identico modo per un altro paio di anni, fingendo con gli altri di essere ciò che non ero, eludendo le domande sul perché ancora non mi fossi trovato una ragazza o sul perché non facessi niente per provarci con qualcuna (avete presente le domande che i parenti impiccioni fanno nelle riunioni di famiglia?? ).
L’ immagine che proiettavo ai miei amici era quella di un ragazzo troppo timido e goffo per poterci provare sfacciatamente con una ragazza e che il tempo avrebbe probabilmente cambiato le cose. Facendo un salto indietro nei ricordi credo che l’ascesa alla totale accettazione di me stesso, l’ho avuta verso i ventisei anni. Mi ero innamorato di un mio amico(va a finire sempre cosi e io ho perseverato più volte in queste situazioni),ovviamente lui è eterosessuale, ma a dispetto di quello che era successo in passato, questa volta decisi di dirglielo. La nostra amicizia non fu intaccata molto e io per la prima volta mi sentii davvero libero, perché anche se non ero corrisposto, avevo trovato il coraggio per esternare i miei sentimenti comunque. E da quel momento in poi le persone a me più care furono messe a conoscenza che Gianni oltre a essere quello che loro sapevano era anche e semplicemente gay, ma questo non cambiava niente, anzi, finalmente con i miei amici potevo parlare anche di cose che prima mi privavo di dire, come ad esempio i miei malumori, le mie ansie, le mie infatuazioni.
In questo percorso psico-emotivo ho imparato quindi a volermi più bene, e questo fa davvero tanto perché non ti curi più della gente comune che ti può criticare o additare(sempre se lo fa veramente), perché semplicemente ti piaci. La strada da fare per completare questo percorso sicuramente è ancora lunga; devo ancora combattere con alcune mie paure e i miei ventinove anni non aiutano in questo perché mi rendo conto che ho perso comunque del tempo che non mi sarà restituito, e ne perdo ancora perché per alcuni versi ancora un po’ insicuro(uno di quei “versi” è appunto la mia età rispetto l’esperienza, un cane che si morde la coda in questo contesto). Ma come in tutte le cose della vita, oltre a metterci del proprio perché queste vadano bene, non guasta mai un tocco di fortuna, e in questa vicenda la dea bendata non mi ha abbandonato; infatti la fortuna o il fato ha voluto trovassi degli amici su cui poter fare affidamento e con cui relazionarmi per continuare la mia crescita; vi sono due amici tra l’altro che come me sono gay, ma rispetto me hanno un bagaglio di esperienze sicuramente più ampio. Grazie al loro aiuto, al loro spronarmi, e alla loro esperienza, ho potuto muovermi goffamente nel mondo sociale che mi si parava davanti, perché sempre alla ricerca di un’anima disposta finalmente ad essere amata ma al contempo ad amarmi. La loro amicizia è stata molto importante perché anche grazie a loro, ho potuto fare qualche “salto nel buio” che altrimenti avrei continuato a rimandare (sempre e anche per il cane che si morde la coda). Ora so chi voglio essere e cosa sto cercando, e non mi fermerà la paura di essere giudicato, anche perché la maggior parte delle persone che volevo mi conoscessero in tutte le mie sfumature hanno saputo il mio orientamento sessuale e per loro è solo un dettaglio in più della mia personalità che non toglie e non aggiunge niente a quello che per loro ero. Dopo aver capito che la mia vita vale tanto quanto quella di tutti gli altri mi sono aperto(ammetto ancora non del tutto) a nuove conoscenze riuscendo a fare le mie prime esperienze(pessime tra l’altro, ma questa è un’altra storia).
Il mio coming out non è ancora completato ma ciò che fino ad ora ho ottenuto iniziandolo a farlo è stato quello di gettare la maschera sociale che tanto pesava sul mio volto e che mi costringeva a recitare una parte che non mi si addiceva e che frenava la ricerca di un sentimento corrisposto.


Se anche tu vuoi condivide la tua storia, mandala via e-mail a raccontidivitagay@hotmail.it e da settembre potrai leggerla su il mio mondo espanso per far confrontare chi legge con le diverse realtà gay e perché no, confrontarti tu in prima persona.