A Roma approvato il registro delle unioni civili. I commenti di Roberto Fustini, Leonardo Pace e Antonio Eustachio

Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani
E così anche la capitale ha riconosciuto il registro delle unioni civili permettendo ai cittadini romani lgbt, ma anche a tutti gli eterosessuali, di poter veder riconosciuto il proprio legame affettivo. Inoltre nel registro verranno trascritti automaticamente tutte le nozze gay contratte all’estero. Un segnale forte da parte del sindaco Marino,  e della sua giunta, più volt  attaccato dal ministro Alfano e del prefetto per avere, in passato, trascritto le nozze di coppie omosessuali.  Un altro segnale che fa capire come i comuni italiani, fra i quali Palermo, Napoli, Torino e adesso anche Roma, sono più attenti alle esigenze dei loro cittadini e il   distacco enorme col Parlamento e lo stesso governo.
Ovviamente  per questa notizia ho voluto saperne di più e ho contattato alcuni amici che vivono a Roma per avere un loro commento su quanto accaduto mercoledì pomeriggio e se credono che questo gesto della capitale, che va a unirsi a quelli degli altri comuni,  darà uno scossone al Parlamento.

Lo trovi qui 

Prima, però, partiamo da questo video che è stato realizzato ieri, subito dopo la delibera, dagli amici de I mondi diversi.



L’entusiasmo che si respira nel video non può non lasciare indifferenti. La gioia, la speranza e la consapevolezza di aver vinto una battaglia per i propri diritti, vengono fuori in una maniera tale che solo chi è occupato a celarsi dietro ideologie manovrate a proprio uso e consumo non può vedere.

Come dicevo, ho chiesto a tre amici di dirmi la propria opinione e  questi sono: lo scrittore Roberto Fustini, il cui ultimo libro, “La cellula dormiente”, è disponibile anche se amazon.it, lo youtuber Antonio Eustachio, ideatore del canale Eustachio79 che ha documentato la sera che precedeva la votazione in uno dei suoi interessantissimi reportage, e il vicepresidente de I mondi diversi Leonardo Pace, che ieri era lì, nella sala Giulio Cesare, a gridare il suo ha vinto l vittoria, dopo l’approvazione del registro.

Roberto Fustini

Purtroppo per il momento ti posso dare solo un parere parziale della faccenda, e ti spiego rapidamente il perché. Il comune di Roma, come forse saprai, è suddiviso in Municipi, una sorta di piccoli sotto comuni, i quali gestiscono alcune faccende in autonomia rispetto al Campidoglio. Una di queste fino a poco tempo fa era proprio il registro delle unioni civili. In particolare il mio municipio di riferimento, l'ottavo, aveva già istituito nei mesi scorsi questo registro, nel senso che le coppie che rispettavano determinati criteri potevano ufficializzare la rispettiva situazione, in attesa che un riconoscimento da parte del Campidoglio e/o della legge italiana ne suffragasse il valore.  Io e il mio compagno lo abbiamo già fatto, e oggi ho chiamato il Municipio per sapere se la procedura si sarebbe perfezionata da sé o se per caso ci fosse bisogno di un nostro ulteriore intervento. Poi ho chiesto cosa cambiasse rispetto a quello che noi avevamo già fatto, quali diritti/doveri implicasse la recente decisione del Campidoglio. Ebbene, loro non lo sanno ancora. Forse è troppo presto, le indicazioni in merito non le hanno ancora ricevute. Dovrò risentirli più avanti, oppure contattare direttamente il Campidoglio. Penso che non abbiano le idee chiare nemmeno gli addetti ai lavori, quindi lasciamo sedimentare. Purtroppo il minimo che può accadere in Italia, in questi casi, è che ci mettano un po' a recepire una nuova decisione e a perfezionarla con l'iter che richiede


http://www.ibs.it/code/9788897309215/sansone-francesco/oltre-evidenza-racconti.html
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Antonio Eustachio
Viviamo in un paese dove alcune potenti lobby politiche impediscono l'emancipazione dei cittadini LGBT, ma per fortuna viviamo anche in Europa, in un contesto economico e sociale troppo interconnesso per evitare l'evoluzione sociale conseguente. Non è possibile che l'Europa, che si può attraversare con un volo aereo da 50 euro,  sia divisa su tematiche cosi importanti come la famiglia, i figli ed i diritti civili. Quello che questa politica omofoba non ci vuole dare, lo stiamo ottenendo dalla giustizia e dalla buona amministrazione locale. Anche se dicono che questo registro alla fine conta poco, capisco che stiamo andando verso la giusta direzione grazie alle reazioni spaventate, e a volte sproporzionate, della parte avversaria. Loro hanno paura perché sanno di stare dalla parte del torto e sanno che non potranno tenere alta questa barricata a lungo, dato che già oggi fa acqua da tutte le parti.
Il riconoscimento del registro delle unioni civili a Roma, non è il fine, ma è un mezzo, una delle tappe per arrivare a una società più giusta per tutti. Quindi, per ora, abbiamo vinto una battaglia. Non lamentiamoci, ma facciamo festa e portiamo a casa il trofeo.


Leonardo Pace
L'istituzione del Registro delle Unioni Civili a Roma è un risultato di portata storica per diversi motivi. In primo luogo, è estremamente significativo che Roma, città dove è particolarmente pesante l'ingerenza vaticana, dia un segnale di laicità e indipendenza delle istituzioni e della politica, offrendo un esempio che non può lasciare indifferenti il Governo e il Parlamento di questo paese. Indipendentemente dagli effetti concreti della delibera, che sono per ovvie ragioni limitati a quanto è nella disponibilità dell'amministrazione comunale, il valore politico è incalcolabile. La capitale d'Italia fa un passo avanti inequivocabile verso il riconoscimento della parità e della dignità di tutte le forme di famiglia e il Paese quindi non può permettersi di restare indietro e rimandare ulteriormente l'approvazione di una legge nazionale. Vorrei anche sottolineare che approvando questa delibera l'amministrazione capitolina mantiene un impegno preso con le cittadine e i cittadini fin dalla campagna elettorale del Sindaco Marino. Una volta tanto, la politica si riavvicina alle persone dimostrando che se c'è volontà le promesse non devono rimanere solo parole ma possono tradursi in fatti concreti. Un impegno analogo nei confronti delle coppie omosessuali è stato assunto più volte dal Presidente del Consiglio Renzi e la delibera di Roma rappresenta un promemoria a caratteri cubitali di quella promessa. Ora tocca al Parlamento e al Governo dimostrare che l'Italia sta cambiando e che la politica è effettivamente capace di rimettersi al servizio delle persone e dei principi di uguaglianza che stanno scritti nella nostra Costituzione.


Insomma c’è ancora tanto da fare, ma allo stesso tempo un bel po’  è stato fatto e pure benissimo. Non resta che aspettare che anche a Roma tutti i municipi romani vengano aggiornati per come si deve in modo da non creare fraintendimenti e soprattutto per non dar modo ai detrattori di attaccarsi a cavilli burocratici per rallentare il processo di emancipazione  che l’Italia avverte il bisogno di compiere.