#ugualidiritti - Il commento di Sergio Rozzi

Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapanni
Come vi avevo comunicato lo scorso lunedì, lo scorso sabato 17 gennaio, si è tenuta a Milano, attualmente al centro delle cronache per i convegni sulle terapie riparative all’interno delle iniziative dell’ Expo, la contromanifestazione “L’unica malattia è l’omofobia” per protestare contro il convegno “Difendere la famiglia per difendere la comunità”che si è tenuto, nelle stesse ore, a Palazzo Lombardia e che i è concluso con un intervento del presidente delle regione, Roberto Maroni (Lega Nord).  Un corteo formato da quasi 2000 persone, che hanno assunto il nome di sentinelli – come risposta alle sentinelle in piedi – che hanno sfilato dalle 14 alle 16 per le strade del capoluogo lombardo, partendo da Piazza Città della Lombardia.


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Ho voluto chiedere un commento di ciò che è sta accadendo a Milano, ma più in generale nell'intera regione, a un amico de Il mio mondo espanso che in Lombardia ci vive e che avverte in prima persona l’aria che tira da quelle parti. Parlo di Sergio Rozzi, giornalista, conduttore radiofonico e scrittore, e questo è ciò che mi ha detto:

Sergio Rozzi
Nella foto: Sergio Rozzi
L'Italia è il Paese delle contraddizioni, specie nella politica. Ricordo solo un noto politico che si definisce cattolico e difensore della famiglia fondata sull'unione fra uomo e donna, ecco, lui ha alle spalle un divorzio e si è risposato. Un peccatore, direi, per la sua religione. Comunque sia, questo è lo specchio della società politica italiana, anacronistica e stantia. Non nascondiamoci dietro al falso alibi che in Italia c'è il Vaticano, il veleno nostro è questa classe politica vogliosa di censura sin dentro il talamo matrimoniale.
Quanto accaduto a Milano riflette l'arretratezza della politica rispetto alle esigenze della cittadinanza. Altri Paesi cattolici hanno fatto passi in avanti in materia di diritti LGBT, l'Italia fa solo passi indietro portando il Paese al baratro dell'oscurantismo medioevale. La cartina di tornasole l'avremo con la prossima elezione del Quirinale, lì si gioca il futuro di questo Stato. Non ho buone speranze. La vera rivoluzione dobbiamo imporla dal basso, e quando dico questo il mio pensiero va al movimento spagnolo Podemos. Anche noi Possiamo.
Per quanto riguarda la contromanifestazione di ieri… beh, la democrazia è  questo! Cortei come questi sono importanti e doverosi, solo con simili iniziative si afferma nella società civile l'esistenza di diverse istanze e, di questo, la politica deve tenerne conto.

http://www.ibs.it/code/9788897309215/sansone-francesco/oltre-evidenza-racconti.html
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Come sempre i commenti che rilascia Sergio sono motivo di riflessione da cui prendere spunto. La penso come lui quando dice che la presenza del Vaticano sia una scusa che viene usata dai politici quando gli fa più comodo, prendiamo appunto l’esponente politico di cui parlava Sergio.
Un altro aspetto importante delle sue parole è la necessità di combattere questa riluttanza, per non definirla ignoranza, con gesti significativi, con cortei che dimostrano la limitatezza di certi pensieri, con la semplicità che contraddistingue qualsiasi coppia di innamorati.


Pertanto, ben vengano iniziative di questo tipo, magari allargate a tutti i territori: un’onda continua che unisca l’Italia LGBT e Friendly anche al di fuori del Gay Pride. E a chi dice che sia impossibile, dico che sono delle scuse e i numeri di sabato ne sono una dimostrazione. In fondo si sa, insieme, si può fare tutto.
#ugualidiritti.