Roma: città violenta e omofoba?




Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani
Fonti: Ansa, TGcom24, Giornalettismo, Leggo.it
Negli ultimi mesi le notizie relative alla comunità LGBTQ che sono arrivate dalla capitale sono state tante  e tutte molto spiacevoli:

“Daniele Fulli, 27 anni, ucciso a colpi di cacciavite utilizzato come un punteruolo.” 
4 Gennaio 2014 (Ansa)




“Un ragazzo omosessuale di 21 anni si è suicidato lanciandosi dal settimo piano di uno stabile in via Casilina, nel quartiere di Torpignattara. Il giovane avrebbe provato il suicidio una prima volta pochi minuti prima di lanciarsi nel vuoto. I carabinieri che indagano sul caso non escludono alcuna ipotesi, neanche quella di un disagio legato alla sua omosessualità. Su Facebook aveva iniziato una campagna per la legge contro l'omofobia.”
5 Gennaio 2014 (TGcom24)

“«Frocio, ti è andata bene. Poteva esserci benzina e non acqua». La bottiglia è arrivata in faccia a Salvatore Fiorello, giovane omosessuale di Roma. A lanciargliela in pieno volto due stranieri alla stazione Termini di Roma. Salvatore ha dei grandi occhi chiari ed è il presidente della Rosa Nera, associazione gay di destra. È stato minacciato pesantemente qualche giorno fa nel cuore della Capitale. Sono queste le ultime parole che ha sentito prima del lancio in viso e prima della sua denuncia alla stazione di Polizia situata a pochi passi. Il suo caso è stato denunciato dal Gay Center ma il giovane racconta di minacce continue. Contattato da Giornalettismo spiega: «Ieri uno in motorino in via XX Settembre mi ha investito e mi ha replicato: Che ti devo dire finocchio?».”
7 Gennaio 2014 (Giornalettismo.com)

“Un giovane attivista dell'associazione Luiss Arcobaleno  e il ragazzo con cui stava trascorrendo la serata sono stati insultati e colpiti da calci e pugni «da due turisti, probabilmente russi».  Il giovane ha riportato la frattura del naso e diverse ecchimosi con una prognosi di 25 giorni, mentre il compagno ha avuto due punti al labbro e 10 giorni di prognosi.”
 14 Gennaio 2014 (Leggo.it)

Ragazzi che scelgono di uccidersi, ragazzi pestati,  ragazzi uccisi. Questo è il quadro che esce facendo la rassegna stampa dei giornali e che ti fa chiedere che cosa stia succedendo a Roma. 
Potrei stare qui a dire la mia e tirare conclusioni basate su quanto letto, ma credo non servirebbe a molto dato che non vivo a Roma. Ho deciso pertanto di contattare alcuni amici de I miei mondi, Chiara Cazzato della casa editrice Tempesta Editore, lo scrittore Roberto Fustini e l'attivista Chiara Forte, che nella capitale ci vivono e ogni giorno si muovono per le sue strade. Ho chiesto loro di darmi un’opinione in merito per evitare di affrontare la questione analizzano solo le notizie che arrivano dai media e questo è ciò che mi hanno risposto: 

“Nella zona in cui vivo ci sono molti gruppi neofascisti, quindi ti lascio immaginare che pensoncine a modo vedo in giro. Credo che Roma stia subendo ciò che subisce un po' tutta l'Italia, da nord a sud, cioè un analfabetismo di ritorno e un ritorno al fanatismo religioso.”
Chiara Cazzato





Secondo me, in generale, a Roma non c'è la presenza delle forze dell'ordine che regola o scoraggia i malintenzionati. Questo genera il fatto che i più balordi, ma anche quelli appena alterati da alcol e droghe, mezzi esaltati dalla combriccola, si azzardino a fare i gradassi e a fare scherzi, avere atteggiamenti arroganti, pericolosi e rissosi. In quei casi se la prendono soprattutto con le categorie che vedono deboli, tipo donne, extracomunitari, barboni o poveri, e anche gay, perché no, soprattutto se soli, in coppia o in pochi ed evidentemente inoffensivi (magari gli orsi e i muscolosi li lasciano in pace). Personalmente io e il mio compagno non abbiamo mai avuto esperienze di omofobia o pseudo bullismo omofobo, però mi rifaccio a quello che ti ho scritto sopra e mi ricordo di una sera dell'estate scorsa, quando, rientrando a casa a piedi all'una di notte di una affollata serata di fine settimana, per una cazzata (noi attraversavano sulle strisce e una smart ci stava per investire, per cui ho appena toccato, bussato sulla carrozzeria) da un'auto sono usciti in quattro, e dalle auto dei loro amici altri ragazzi esagitati, che ci volevano menare. Cercavano una qualsiasi ragione valida o meno per menarci. Ecco, questo è un esempio di quello che ti dicevo prima. Non c'è polizia, non ci sono pattuglie, vigili di quartiere, militari, carabinieri.. nulla. Per la gran parte della giornata in certe zone c'è poco senso di sicurezza. Non ci si sente né a sicuri né protetti. Quindi, in definitiva, i gay sono fra quelli che rischiano, anche se sono “tranquilli” (non chiassosi, effemminati o vocioni, eccessivi e appariscenti).
Effettivamente in giro ci sono persone di cui percepisci l'atteggiamento abbastanza distante dal friendly, però chi passa all'azione è appunto un soggetto che, in generale, se la prende con i più deboli, i gruppi piccoli, con chi sa che non può reagire.”
Roberto Fustini

“Roma è stata classificata come città non sicura da diverse guide turistiche gay internazionali. Visto il gran numero di aggressioni omofobe avvenute in tutto l'anno appena trascorso e in quello appena iniziato non esiterei a dar loro ragione. Basti pensare che in soli 20 giorni siamo già alla terza aggressione denunciata, per non parlare dei suicidi. Insomma, dalle cronache si evince che a Roma si respira un’aria pesantissima, ma questo non è del tutto vero, dal mio punto di vista. Io a Roma ci vivo da quasi 23 anni e, seppur pochi, penso di conoscerla abbastanza bene. Credo che, come in tutta Italia, purtroppo, i razzisti di turno possano capitare. Posso raccontare a un episodio verificatosi qualche mese fa in un ristorante: io e la mia compagna eravamo a cena e, tra una portata e l'altra, ci tenevamo per mano e chiacchieravamo affettuosamente. Al tavolo accanto al nostro sedeva una coppia eterosessuale sui 40/50 anni e il marito faceva più volte gesto alla moglie di guardarci per poi chiederle se secondo lei fossimo lesbiche, quindi cominciavano a guardarci scandalizzati e insistentemente, ma io con un grande sorriso ho chiesto ad alta voce alla mia compagna di darmi un bacio per far togliere il dubbio ai signori. Anche se non si è trattata di una vera e propria aggressione, anche questa è sottile (e fastidiosa) omofobia. Posso raccontarvi però di un altro episodio, avvenuto qualche settimana fa: eravamo in una gioielleria e chiedevamo delle informazioni al proprietario, un signore sulla settantina. Quest'ultimo, dopo avercele date, ci ha chiesto se stavamo insieme. Noi, un po' dubbiose, abbiamo risposto positivamente e lui ci ha sfoggiato il suo più bel sorriso e ci ha augurato ogni bene. Ho raccontato tutto ciò per far capire che sì purtroppo ci sono ancora delle aggressioni, ma dubito fortemente che tutti i romani siano così. Sono convinta che, come in tutto il Paese, la gente sia più avanti di quanto vogliano farci credere. In questi giorni ci sono persone che stanno lottando all'interno del comune di Roma per far approvare il registro delle unioni civili aperto a tutte le coppie, se ci riusciranno si vedrà, ma è già un piccolissimo passo in più. Quello che è certo è che, da Milano a Roma, fino ad arrivare a Catania non dobbiamo nasconderci ne arrenderci mai.”
Chiara Forte

Insomma, quello che è emerge non è un bel quadro, ma questo, purtroppo, è lo stesso che verrebbe fuori anche da tutte le altre città italiane. Da una parte c’è la gente che appoggia la comunità LGBTQ e dall’altra chi invece, magari alimentati da una certa politica bassa o da un’indole cattolica estremista, non solo non appoggia la causa omosessuale, ma si sente in dovere di aggredire, picchiare e, talvolta, uccidere coloro che,secondo la loro malata concessione, non sono normali.
Le parole dei nostri amici hanno dimostrato anche un altro aspetto che non può mancare di essere preso in considerazione: la mancanza delle forze dell’ordine che facciano sentire sicuri tutti gli abitanti di una città durante la loro uscite.
Questo Paese, negli ultimi anni, ci ha tolto quasi tutto, ma mi auguro che almeno non ci tolga la sicurezza di uscire di casa perché sarebbe molto grave e sarebbe un altro colpo al cuore del Bel Paese.
Qualcuno una volta disse: “L’Italia è stupenda, sono gli italiani che non vanno.” Credo sia arrivato il momento di far cessare quest’idea e che le persone perbene dimostrino quanto di bello e di buono ci sia nei romani, nei palermitani, nei salernitani, nei napoletani, nei milanesi… negli italiani. Dimostriamo che siamo degni di occupare queste terre, da sempre mete esotiche per il resto del mondo, riportandole e ridonandole l’antico senso liberare che le rendeva culle della civiltà fino agli anni ’20 del secolo scorso. Se lo merita l’Italia e ce lo meritiamo tutti noi.