L'Angolo di P - Quando viene dicembre

Prologo
In una giornata come questa in cui uno sconforto e una certa delusione hanno albergato in me per una serie di motivi che vi confesso mi hanno portato a fare delle considerazioni su questo blog e su alcune delle sue rubriche, vi annuncio che quello di oggi è l'ultimo appuntamento con "L'angolo di P" e non solo di questo anno. Infatti da oggi la rubrica di Gianni va in pensione, ma non temete, il nostro caro amico non smetterà di collaborare con Il mio mondo espanso, anzi tutt'altro. Già da domani sarà l'autore del pillot di una nuova rubrica di cui dovrebbe occuparsi dal nuovo anno, ma per saperne di più, vi rimando a domani. Intanto vi invito a leggere a questo ultimo angolo dedicato al mese che entra oggi, non prima di ringraziarlo pubblicamente il lavoro fin'ora svolto e di cui sono grato.
Francesco Sansone


La rubrica a cura di Gianni





Locandina realizzata da Giovanni Trapani.Tutti i diritti riservati




Cari amici,
e cosi siamo arrivati al fatidico e amato e odiato dicembre! Quanti di voi si ritrovano in questo periodo in maniera frenetica e nervosa a contare i giorni che ci distanziano dal nuovo anno, cosi da tirare un sospiro di sollievo perché questo odiato mese che si porta dietro tante speranze sia finito? E quanti di voi invece vengono investiti da una sensazione di armonia e gioia nel cuore, tanto da iniziare a diventare malinconici quando ci si rende conto che rimangono pochi giorni allo scadere dell’ultimo mese dell’anno non potendosi pregustare più quella sensazione magica che avvolge i nostri spiriti? Dicembre è il mese in cui il freddo che ormai ha invaso le nostre case inizia a dare i colpi più duri quasi a voler congelare tutto di noi, anche le sensazioni più armoniose quelle che forse come un camino dentro di noi riscaldano il cuore e l’anima. E ad aiutarci, o per qualcuno a stroncarci ancora di più, ci arriva in aiuto il Natale, festa ricca di un simbolismo cattolico – cristiano ferreo(beh non potrebbe essere altrimenti), ma che per molti ha preso troppo i connotati di una festa puramente commerciale(con la crisi che c’è di commerciale ci vedo ben poco), e che per me ha invece una valenza diversa.

Il Natale è sempre stato un periodo di sensazioni contrastanti per me: una festa che grazie all’ausilio delle luci che scintillano dalle finestre delle case o adornano i negozi delle strade, e le decorazioni ricche di colori, riesce a combattere i colori cupi e spenti dell’inverno. Io ho sempre visto questa festa come l’essenza della lotta del torpore dei sentimenti raggelati e avvizziti contro la luce della speranza che da nuova energia a questi morti stati d’animo per non scoraggiarli e rendergli viva la voglia di lottare fino alla primavera successiva quando la sua luce non li veglierà più ma grazie alla nascita di un nuovo sole caldo potranno riappropriarsi del loro vigore per esplodere dentro di noi a nuova vita. È sempre stata malinconica perché la reputo una festa da una parte familiare e dall’altra romantica, e mancandomi un elemento di questo binomio i miei Natali erano misti di speranze spezzate e gioia familiare. Ogni anno speravo di poter vivermi questa festività con il cuore colorato dalla tinta dell’Amore, e ogni anno mi sono ritrovato a dover rassegnarmi che non era l’anno giusto per vivere certe emozioni. Ho avuto però la fortuna di poter vivere in una famiglia abbastanza numerosa, e i miei Natali in famiglia sono sempre stati celebrati con tanta enfasi e voglia di stare insieme(almeno ho pianto con un occhio). Ma se c’è una cosa che di dicembre mi fa forse più paura, è sicuramente il bilancio di fine anno. È una fase di questo periodo che proprio non sopporto ma che inevitabilmente mi investe con tutta la sua prepotenza. Forse questo malessere nel digerire questa pratica che vuoi o non vuoi si sviluppa nel nostro inconscio è dovuto soprattutto al fatto che fino ad oggi il mio cuore è sempre stato deluso dalle aspettative che nutriva. C’è di vero che con il senno di poi oggi posso dire che non ho fatto mai molto perché il mio bilancio di fine anno potesse risultare in positivo. Stilare una lista mentale degli obiettivi raggiunti, e creare degli obiettivi da raggiungere per l’anno successivo non è mai semplice e il più delle volte mi sono fermato solo al primo stadio, atterrito dai risultati che constatavo nella prima delle due fasi appena descritte. Partiamo allora dall’idea che pianificare parte della nostra vita per inseguire un obiettivo sia una cosa indispensabile perché ci da la possibilità di prenderci la responsabilità di una scelta che poi dovremmo essere costretti a seguire, Dandoci un impegno per arrivare quanto meno a sfiorare quell’obiettivo, ad avvicinarci il più possibile alla sua realizzazione. Ovviamente non posso che farlo con l’unico strumento che mi è stato dato a disposizione: la mia vita e le esperienze che grazie ad essa ho racimolato.

Fino a qualche anno fa dicembre portava “lacrime” nel cuore, asciugate dal suono di canzoni a tema che aleggiavano(e tutt’ora aleggiano) in casa mia in questo periodo e dall’abituale rito di sorseggiare una calda tazza di thè mentre mi perdevo tra fantasie sfrenate fissando intensamente l’albero fatto. sfavillante di luci colorate che donavano colore alle pareti del salone dove questo era posizionato. Sognavo di un amore romantico con cui parlare davanti l’albero e con cui avrei potuto condividere una festa che dell’ amore ne fa una bandiera cui inchinarsi. Questo sogno come ogni anno si rinnovava sulle mie deluse considerazioni che non lo avrei raggiunto almeno in quel presente. Arrivati ai primi di gennaio già tremavo all’idea di altri stramaledetti 365 giorni di inettitudine sentimentale, quando avrei dovuto pensare invece alle 365 pagine(magari triplichiamone il numero =) ) dei manuali che avrei dovuto studiare per gli esami universitari, e nel frattempo alle 365 pagine internet inutili piene di annunci di lavoro fasulli o inappropriati. In questo contesto sembra paradossale ma continuavo comunque a sperare…sperare…sperare, sperare che l’amore mi arrivasse tra una materia e un annuncio di lavoro, magari cadendomi dal cielo come d’incanto(sperando non mi rompesse l’osso del collo o la schiena nel prenderlo) ed ero convinto che se avessi trovato questo tassello che mi rendeva incompleto avrei sicuramente trovato una nuova energia per portare avanti tutto il resto. Lo scorso anno il ciclo si sarebbe dovuto ripetere. Quindi la grande magia del natale che avvolge il mio spirito come un vestito nuovo fatto di pure luce simbolo della speranza, le “lacrime” per un anno trascorso affrontando la realizzazione dell’ennesima sconfitta, l’armonia regalata dalla famiglia e dagli amici che mi riscaldano il cuore, e la consapevolezza nel credere che sicuramente mi posso ritenere una persona fortunata dovevano essere le fasi che si alternavano come di consuetudine ogni anno. Stranamente però qualcosa vuoi o non vuoi in quegli anni era cambiata, si era in me sviluppata un’altra qualità, un altro attributo, forse anche più luminoso della magia del Natale; che a volte rende anche più triste della sconfitta di non aver portato a termine gli obiettivi prefissati; che riesce in alcuni ambiti a farti sentire in piena armonia con il mondo e infine ti da la certezza di essere fortunato perché ti fa sentire vivo. Sto parlando della consapevolezza di vivere la propria vita in piena libertà, sfamandosi di essa e di quello che ti porta. Una nuova visione di tutto ciò che mi attorniava era iniziata a diventare presente in me, senza alcun avviso, mi è caduta ora ci vuole come dono del cielo, o almeno cosi pensavo. Credo ora invece che forse ho sfruttato la mia stanchezza nel non vedere risultati, e quindi caparbio nel voler esplorare nuovi territori della vita che ancora non avevo visionato mi sono naturalmente sbracciato e ho iniziato a remare verso quelle nuove mete, non aspettando più il vento che soffiasse sulla mia vela per far si che essa solcasse le acque della vita. Da quel momento in poi, e con un po’ di sforzo mentale mi sono dedicato a queste nuove lande inesplorate, che molto spesso mi venivano incontro senza che io remassi poi tanto. Cosi ho conosciuto tutto ciò che ho condiviso con voi in questi mesi. L’anno del risveglio, è nato come l’anno dei bilanci in cui la variabile “destino” pur se presente non era quella rilevante. Dovevo pianificare, ordinare a me stesso delle azioni, anche se potevo rimanere puntualmente deluso della mia inettitudine e dei miei fallimenti(non solo in ambito sentimentale). Semplicemente sapevo che dovevo agire in prima persona per trovare qualcuno, quanto meno cercarlo, ma senza una scaletta completa delle azioni che mi avrebbero portato a ciò. Fu cosi che tramite i miei amici e il mio istinto mi buttai sulla community, tramite il mio istinto mi buttai su Fede, tramite il mio istinto conobbi altre persone. Tramite l’istinto che in quel momento mi diceva cosa fare, ponderando se non fosse una mossa al cento per cento azzardata, mi trovai a contatto con alcune cose che fino all’anno precedente “pregavo” mi venisse donato. Probabilmente fare bilanci risulta essere una cosa frustrante, ma lo è soprattutto quando la nostra “attività” non ha investito sulla propria “forza lavoro”. L’ istinto ponderato in questo contesto sembra essere la mossa azzardata giusta per giocare con le situazioni e prenderne il meglio. Se ci incateniamo alla razionalità al cento per cento rischiamo solo di sfumare delle occasioni; ogni tanto un pizzico di sana ingenuità non guasta e ci fa assaporare un po’ più la vita, come quel pizzico di sale che nei biscotti ci sta sempre bene =). Alla fine tanto soffriremmo lo stesso per la nostra inattività… tanto vale soffrire per un’attività che purtroppo non è andata a buon fine. Posso dirvi che il bilancio di quest’anno potrebbe essere visto nel mio specifico caso come negativo; del resto ho avuto delle esperienze che non mi hanno portato praticamente a niente se non a soffrire. Ma sotto un altro aspetto invece non risulta essere cosi. Sono davvero contento del bilancio di quest’anno per il semplice fatto che finalmente ho vissuto un po’ di più la mia vita, ho assaporato tutto ciò che mi ha portato e che mi sono cercato, anche le cose più negative. Ho vissuto e questo mi basta a poter confermare finalmente di aver un bilancio di fine anno tutto sommato positivo. E poi se ho imparato una cosa da questo periodo che per me è davvero magico è questa: se siamo troppo demoralizzati a Natale per seguire l’istinto razionale ricordiamoci almeno che di palle grandi gonfie e rotte ne è pieno l’albero, è inutile aggiungerci pure le nostre… =)



A questo punto non mi rimane che augurarvi che il vostro Natale possa essere tanto luminoso quanto le case che ci allietano per adesso con i loro colori, e che il vostro Nuovo Anno possa essere colmo di positiva istintività razionale, cosi da poter cogliere tutti i lati più belli della vita(e anche quelli brutti, tanto anche senza questa accortezza i momenti brutti li avremmo trovati lo stesso).

Un abbraccio

Gianni