Monica Cirinnà parla di diritti civili: «l’Italia sarà un paese civile quando avremo il matrimonio egualitario»

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A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
In un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, per parlare del suo nuovo libro L’Italia che non c’era. Unioni civili: la dura battaglia per una legge storica,  la senatrice Monica Cirinnà è tornata a parlare della legge che porta il suo nome, e che ha consentito alle coppie omosessuali di veder riconosciuto il loro amore davanti allo stato.
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La Cirinnà, che si augura che questa legge venga superata da una che riconosca i matrimoni gay, ha detto che  «L’Italia sarà un paese civile quando avremo il matrimonio egualitario, l’adozione e la responsabilità genitoriale sin dalla nascita dei figli per tutti i tipi di coppie, etero e omosessuali.»

Un traguardo che sembra difficile, considerando anche gli emendamenti contro la legge che portava il suo nome, presentati anche da alcuni esponenti della grande maggioranza che formava il governo Renzi. È la stessa senatrice che ha parlato dell’alleanza con Area Popolare – coalizione formata dal NcD di Angelino Alfano e UDC -  e degli ostacoli che ha posto sul cammino della legge:
«Gli emendamenti di AP sono stati davvero tanti e, pur essendo in maggioranza con noi, hanno cercato in tutti i modi di bloccare la legge.» ha detto la Cirinnà, prima di parlare di una nuova alleanza con Alfano e company. «Il futuro ella nostra alleanza dipenderà molto dalla legge elettorale. Vedremo come andrà. Ma è sicuramente un’alleanza scomoda per chi come me si occupa di diritti umani. Su questo tema e su altri, come la procreazione assistita, gli alfanini e gli altri ‘cavalieri medievali’ hanno una visione decisamente oscurantista. Diciamo che questa alleanza un letto con molti spilli in cui si è costretti a dormire.»
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La senatrice, infine, è tornata a parlare anche del voltafaccia del Movimento 5 stelle, affermando come si sia sentita ferita, perché crede fermamente nella correttezza dei rapporti personali.

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