Un posto al sole - Intervista esclusiva ad Alessio Chiodini

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
‘Un posto al sole’, la prima soap opera ‘made in Italy’, da quasi vent’anni regala ogni sera ai suoi telespettatori forti emozioni, abbondanti sorrisi e grandi spunti di riflessioni, riuscendo a essere sempre un passo avanti rispetto alle altre produzioni nostrane.
Ritornata in onda dopo la pausa estiva il 31 agosto scorso, la soap ha subito stregato i suoi fedelissimi con le vicende di Sandro che, dopo aver subito un’aggressione, lotta fra la vita e la morte.  A interpretare il rampollo Ferri è Alessio Chiodini, giovane attore che ha alle spalle tanti anni di studio, ma anche molta gavetta teatrale e televisiva. ‘Il mio mondo espanso’ lo ha intervistato in esclusiva per voi, certo di far felici tutti quei fan che vogliono conoscere qualcosa in più su di lui e sul suo personaggio.
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Alessio, la recitazione ti ha sempre affascinato tanto che, ho letto sul tuo sito, da bambino ti divertivi a interpretare i personaggi dei cartoni animati preferiti. Tuttavia la prima volta che ti sei messo alla prova come attore è stato durante le scuole medie portando in scena la commedia ‘Natale a casa Cupiello’. Che ricordi hai della tua prima volta sul palco?
Ricordo la semplicità con cui affrontai quell’esperienza, il divertimento che mi provocava e la passione che mano mano cresceva in me prova dopo prova. Studiai attentamente ogni mossa di Eduardo cercando di riprodurre il personaggio più simile possibile al suo, mantenendo sempre qualcosa di mio in ogni azione e reazione che producevo. Ero inconsapevole di quello che quell’esperienza mi avrebbe regalato, stavo facendo i miei primi passi da attore.

Da lì non ti sei più fermato. Ti sei iscritto all’Accademia di arti drammatiche Teatro Senza Tempo e allo stesso tempo recitavi in diversi teatri. Che sensazioni si provano ad avere una quarta parete buia che però è fatta di persone che ti guardano?
Quando salgo su quelle tavole ogni cosa sparisce, i sensi cambiano, è un gioco tra me e il personaggio. Avverto l’attenzione di chi mi sta guardando,ma non mi distrae questo, anzi. Mi carica e mi induce a manovrarla a mio piacimento.

Dopo tanto teatro arrivi anche in televisione recitando in fiction come ‘I cesaroni’ e  ‘Don Matteo’ e ‘La ladra’ con Veronica Pivetti.  Come è stato per uno che da piccolo si divertiva a interpretare i personaggi dei cartoni animati,  recitare con la Pivetti che da doppiatrice ha prestato la voce a tanti cartoons?
La prima volta che la incontrai mi venne in mente proprio questo, ripensai a tutte le volte che da bambino mi ero messo davanti alla tv con il mio bel videoregistratore per guardare e riguardare il bellissimo film della disney “Hercules”, dove la Pivetti doppiava Meg, fu una grande emozione incontrarla e poter interpretare suo figlio.

Veniamo adesso alla domanda che tutti quanti aspettano: da due anni presti il volto a Sandro Ferri nella più longeva, e a parere mio più riuscita, soap opera italiana  ‘Un posto al sole’…
In realtà è solamente un anno che sono entrato a far parte di questa meravigliosa famiglia di “Un posto al sole”.

Sul serio? A me sembrava che fossero già passati due anni e lo dico da fedele telespettatore...
Il mio personaggio ne ha attraversate talmente tante che sembra io ci sia da più tempo, me ne rendo conto.

Nella foto da sinistra:
Riccardo Polizzy Carbonelli e Alessio Chiodini
Bene, fatta questa dovuta precisazione, veniamo alla domanda che volevo formularti:  come sei arrivato a questo personaggio e come ti sei trovato a recitare con un così affiatato e numeroso cast di attori?
L’impatto fu molto delicato perché per la prima volta mi trovavo a lavorare in un prodotto che viaggia a dei ritmi molto diversi da quelli a cui ero abituato in teatro e al cinema. Il tempo di carburare un pochino e mi sono integrato alla grande, con la fortuna di aver conosciuto persone professionali e disponibili sia dietro che davanti la macchina da presa.

Il personaggio che interpreti è gay e quindi volevo chiederti come ti trovi a interpretare un personaggio con un orientamento sessuale diverso dal tuo.  Pensi che questo ruolo possa etichettati nell’ambiente cinematografico, oppure non ti crei il problema e riesci a mantenere un atteggiamento distaccato come è stato per ‘tuo fratello’ Filippo Tommaso ('Saturno contro', 'Altromondo') o Patrizio Rispo e Francesco Paolantoni (protagonisti del corto 'Luigi e Vincenzo')?
L’aver affrontato questo personaggio per me è stata una grande opportunità di lavoro e di crescita professionale. Non è stato semplice , è stata una sfida, ma non mi sono mai preoccupato di indossare i panni di un ragazzo omosessuale e delle etichette che potevo ricevere, la mia unica preoccupazione è stata di renderlo al meglio, il più vero possibile. Quando poi il regista dà lo “STOP!”, torno Alessio, come faccio con qualunque altro personaggio.

Nella foto Alessio Chiodini con Gabriele Anagni
Se facciamo il nome di Sandro indubbiamente viene alla mente anche quello di Claudio, il personaggio interpretato da Gabriele Anagni. Che rapporto si è creato fra voi? Immagino che il recitare spesso assieme vi renda affiatati, sbaglio?
Io e Gabriele abbiamo un bellissimo rapporto, e questo è stato importante anche per il nostro lavoro. Ci siamo trovati da subito in sintonia, è un ragazzo molto serio sul set, ci tiene ai particolari come me, quindi proviamo spesso le scene anche in separata sede. Siamo molto diversi, ma insieme abbiamo una bella alchimia e una cosa che ci accomuna parecchio, l’amore per il cibo.
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Stai vivendo nella finzione televisiva ciò che è la realtà di molti ragazzi omosessuali. Come ti senti sapendo che ciò che per te è un copione per altri è la quotidianità  in un Paese che non riconosce nessun diritto e nessuna tutela alla comunità LGBT? 
Mi sento responsabilizzato. Noi attori abbiamo un grande compito, raccontare delle storie, e questo deve essere fatto nel modo più vero possibile. Il nostro paese su questo argomento è molto indietro rispetto ad altre realtà planetarie, ma stiamo facendo piccoli passi avanti. “Un posto al sole”, quest’anno, ne è stata una dimostrazione.

In questi giorni il tuo personaggio non se la sta passando bene, diciamolo. È stato picchiato e adesso si trova fra la vita e la morte. La scena del pestaggio è stata davvero forte da vedere e se dico che tutti abbiamo sperato che Marina arrivasse al più presto per soccorrerti non dico il falso. Come ci si prepara ad affrontare una scena così che, vuoi o non vuoi, lascia qualcosa dentro anche dopo lo stop del regista?
In realtà è tutto studiato al millimetro, c’è uno stuntman che ci spiega come fare le scene senza farci male, abbiamo provato molto prima di girare, questo ci ha consentito di non fare errori. A me ha lasciato grande soddisfazione perché è stato un lavoro duro, io e il mio collega Angelo ci siamo impegnati molto. Posso dire che i miei parenti sono ancora scioccati per le scene tanto che ho dovuto rassicurarli, soprattutto le mie nonne.

Per concludere non ti chiedo di darci delle anticipazioni su ciò che vedremo nei prossimi giorni perché so che non riuscirei a strapparti nemmeno una parola, ma ti faccio una domanda che, sono certo, in molti si augurano:  dato che Sandro ha cambiato volto già tre volte, possiamo sperare che il tuo sia quello definitivo e fare felici tutti coloro che ti hanno  già eletto un’icona?
Mi verrebbe da rispondere a questa domanda come fanno tanti calciatori ai quali viene chiesto se rimarranno nelle squadre di appartenenza:  “dovete chiedere al presidente. Io qui sto bene, se non mi mandano via, non mi muovo.” A buon intenditor poche parole.