Spotlight – il film sui preti pedofili americani riaccende l’attenzione sull’argomento.
A cura di
Francesco Sansone
Grafica di
Giovanni Trapani
Presentato
fuori concorso alla 72^ edizione del Festival di Venezia, 'Spotlight', il film
diretto da Thomas MacCarthy e interpretato da Mark Ruffalo e Stanley Tucci, ricostruisce lo
scandalo di pedofilia e abusi sessuali che coinvolse nel 2002 la chiesa
cattolica negli Stati Uniti.
A
scoperchiare quel vaso di pandora fu il quotidiano 'Boston Globe' che con i suoi
articoli raccontò gli stupri subiti dai giovani che frequentavano la diocesi di Boston. Da lì a poco il caso
raggiunse proporzioni eclatanti e finirono nell'occhio del ciclone le chiese di
tutto lo Stato del Massachussets e di
molti altri Stati . 250 preti e oltre 1000 vittime sono i numeri
delle persone coinvolte nella faccenda che iniziò nel 1976 e che fino al 2002 non
è stata trattata con la giusta attenzione dai cardinali responsabili e dalla
diocesi bostoniana che preferirono coprire il tutto comprando il silenzio delle
vittime e non punendo i responsabili che
avevano distrutto le vite di ragazzi, per lo più, minorenni.
Lo trovi qui |
“Vorrei che Papa Francesco, i vescovi, i cardinali, vedessero questo film.
La Chiesa Cattolica potrebbe guarire e lenire le ferite che ha provocato. Quello che raccontiamo nel film è tutto vero,
abbiamo seguito gli atti dell’inchiesta giornalistica del Globe. Sono resoconti completi, impossibili
da negare.” È stato detto alla conferenza stampa dal regista e dagli attori
protagonisti. “I ragazzini, spesso di dieci/dodici
anni, non sapevano che stavano confidandosi con i loro carnefici, si fidavano
di quei preti, per loro come per le loro famiglie la religione cattolica in cui
credevano contava moltissimo. Non avevo mai avuto particolare interesse sul
tema della pedofilia dei preti cattolici a Boston, dopo aver girato il film ho
cominciato a pensare quanto sia diabolico questo crimine su degli innocenti”.
Ha continuato il regista del film il cui titolo riprende il nome con cui si è
denominato il gruppo di giornalisti del quotidiano. Proprio a questi McCarty ha dedicato una riflessione: “Il team Spotlight per fortuna esiste ancora anche se il giornalismo d’inchiesta negli
ultimi anni ha subito grossi tagli soprattutto per via di ridimensionamenti
economici nei giornali. Spero che una
stampa libera continui a esistere sempre. E’ un principio basilare per la
democrazia”.
L’atteggiamento con cui i vescovi coprivano i reati dei preti pedofili raccontato
da Spotlight rispecchia la linea guida espressa il 29 marzo 2014 dal Presidente
della Cei, il Cardinale Angelo Bagnasco: “Quello della Cei non
è un ‘no’ alla denuncia alla magistratura civile, ma un’attenzione verso le
vittime e risponde a ciò che i genitori ritengono meglio per il bene dei propri
figli. Per noi l’obbligo morale è ben più forte dell’obbligo giuridico, e
impegna la Chiesa a fare tutto il possibile per le vittime. Il Vaticano prescrive di rispettare le leggi
nazionali e sappiamo che la legge italiana non riconosce questo dovere di
denuncia. Ma ciò che è più importante è il rispetto delle vittime e dei loro
familiari che non è detto vogliano presentare denuncia, per ragioni personali.
Bisogna essere molto attenti affinché noi sacerdoti, noi vescovi non andiamo a
mancare gravemente di rispetto alla privacy, alla discrezione alla riservatezza
e anche ai drammi di eventuali vittime che non vogliano essere ‘messe in piazza’,
brutalmente parlando. Questo è un aspetto su cui dobbiamo riflettere. Noi
pastori abbiamo molto riflettuto e questa ragione ci è parsa importantissima. A
seconda di quello che può essere la posizione dei familiari delle vittime si
può decidere nei casi concreti”.
Come sappiamo anche in Italia i casi di pedofilia da parte di sacerdoti
sono numerosi. Francesco Zanardi, negli anni ha cercato più volte giustizia
raccontando la sua storia. “Denunciai nel 2001" – racconta in un’intervista
del 2010 a 'Il mio mondo espanso' - "la questione a Don Carlo il quale mi spinse a
esporre la questione alle autorità ecclesiastiche, che mi promisero di prendere
dei provvedimenti. […] nel 2007 visto che nessuno aveva fatto qualcosa (né il
Vescovo Domenico Calcagno né il Vicario Andrea Giusto) nei confronti del vice
parroco di Sportono, lasciandolo girare indisturbato fra i bambini e gli scout
del Savona 7, decisi di rivolgermi alle autorità di stato per denunciare le
violenze subite, presentando dossier e prove valide, ma mi fu detto che non si
poteva far nulla, in quanto il fatto era in prescrizione.” (qui per leggere l’intervistaintera).
Se le vittime
fino a ora non sono riuscite a ottenere dei risultati concreti, speriamo riesca
il film a smuovere le coscienze e porre fine a una situazione vergognosa e,
questa sì, immorale.
Adesso anche in ebook qui |
Nessun commento:
Posta un commento