Il caso del libro contro l'omosessualità usato in una scuola di Trento è arrivato al Parlamento

A cura di Francesco Sansone

Grafica di Giovanni Trapani

È di oggi la notizia che all’Istituto Arcivescovile, una scuola paritaria di Trento, è stato adottato il testo ‘Voglio imparare ad amare’ di Gimmi Rizzi in cui si legge che l’omosessualità è un “disordine nella costruzione della propria identità sessuale" e pertanto "è alquanto opportuno accompagnare l'omosessuale perché modifichi il suo orientamento sessuale". 

Il caso, segnalato dalla madre di uno studente all’Arcigay locale, ha subito suscitato grande clamore anche perché il  vicepreside e insegnate di religione dell’istituto, Giampiero Guerra, ha confermato che il testo è ancora in uso nell’istituto. Andrea Maschio del Movimento 5 Stelle, uno dei primi a parlare, ha affermato:  “Mi dissocio in modo profondo e mi sento fortemente colpito e insultato nella mia qualità di cittadino. Questa è la scuola privata che lo Stato e la PAT finanziano? Beh, direi allora che la responsabilità è anche loro e il mancato controllo gravissimo. Mi auguro si prendano immediati provvedimenti”.

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E i provvedimenti sono arrivati. Il caso, infatti, è stato portato in Parlamento tramite un’interrogazione al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, da Alessandro Zan del PD. Il parlamentare ha chiesto che vengano presi  “provvedimenti immediati affinché agli alunni iscritti sia garantita un'adeguata e corretta informazione sul tema dell'omosessualità e dei rapporti omosessuali, senza falsità e manipolazioni ideologiche.” Ha continuato, poi, riportando alcun stracci del testo di Rizzi: “Nel testo in questione si leggono frasi come ‘l'omosessualità è un disordine nella costruzione della propria identità sessuale e una tendenza contro il progetto di Dio’ e, ancora, che ‘un rapporto fra omosessuali è dunque sempre da condannare’. Ciò che inquieta è che il professore che avrebbe usato il libro nelle sue classi ha confermato all'Arcigay di Trento che il testo in questione è tuttora tra quelli impiegati per l'educazione all'affettività dei ragazzi".

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