Nuova divisione su unioni gay fra PD e NCD
A cura di
Franceco Sansone
Grafica di
Giovanni Trapani
Fonte:
Repubblica.it
Nulla di
fatto al vertice di maggioranza che si è tenuto questa sera a Palazzo Chigi con la presenza di Matteo Renzi, Angelino Alfano e i
leader al Senato Luigi Zanda, PD, e Renato Schifani, Ap. I due gruppi
parlamentari, uniti nella guida del Governo, non sono riusciti a trovare un
punto di incontro sul tema delle unioni civili.
La
divisione principale è data, come ha affermato il Ministro dell’Interno, dalle adozioni. Alfano, infatti, teme che “attraverso
norme scritte in modo ambiguo si violino alcuni paletti fissati dalla Corte
Costituzionali, che si faccia una sorta di equiparazione con il matrimonio e ci
sia la possibilità di arrivare prima o dopo, anche attraverso l'intervento
della magistratura, all'adottabilità dei bambini da parte di coppie dello
stesso sesso. I bambini devono avere un papà e una mamma e il loro diritto
viene prima di quello di tutti gli altri”. Anche sull’utero in affitto è contrario e, per
evitare un inverosimile mercato dell’ultero, Alfano sostiene che “su questo ci vuole addirittura la sanzione
penale”, in modo da evitare che qualcuno ci faccia il pensiero.
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Luigi Zanda, sulle
divisioni riscontrate ha detto: "Abbiamo differenze su alcuni contenuti
e punti del provvedimento e anche sull'urgenza di portarlo in Aula. Il Pd
ritiene che ci sia la necessità di
andare presto in Aula, Ncd ha un'opinione diversa, domani mattina riunirò la
presidenza del Gruppo del Pd ed entro domani prenderemo una decisione da
portare alla capigruppo di domani sera".
Dello stesso
avviso è Roberto Speranza, dirigente
della minoranza dem: "Per le unioni
civili abbiamo aspettato abbastanza. Ora è il momento di chiudere. La società è
molto più avanti della politica. Guai a fermarsi ora. Fa bene il Pd ad
accelerare". Anche il senatore
PD Andrea Marcucci sostiene che si
deve calendarizzare la discussione del ddl sulle unioni civili di cui è
firmatario: “Le unioni civili vanno
calendarizzate prioritariamente, perché il distacco con l'Europa sul fronte dei
diritti civili non è più sostenibile. Condivido in pieno la proposta del
presidente Zanda."
“Assurdo che si debba discutere se dare priorità al
riconoscimento dei diritti civili o alla tutela dei partiti politici. Noi lo
diciamo preventivamente: i partiti di maggioranza non si azzardino a rinviare
nuovamente la discussione in aula delle unioni civili, per dare priorità alla
Boccadutri e garantirsi con un uso improprio del Parlamento milioni e milioni
di euro di finanziamenti pubblici, senza che vi sia stato alcun controllo
preventivo dei propri bilanci", dichiarano con una nota i senatori M5S, Giovanni
Endrizzi, Vito Crimi e Nicola Morra.
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Domani i due gruppi si
riuniranno separatamente per decidere il da farsi. Intanto dal Ncd, tramite
una nota diffusa da Il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, rende noto che per il partito “la
conclusione forzosa dei lavori di commissione, nonostante le poche decine di
emendamenti, con l'iscrizione nel calendario dell'aula delle unioni civili è
inaccettabile. […] Particolarmente sgradevole - è soprattutto la volontà non
casuale di imporre l'argomento nei giorni del sinodo sulla famiglia con la
illusoria pretesa di condizionarne l'agenda. Eppure all'iscrizione non
seguirebbe una vera disamina del testo perché nei prossimi giorni subentrerebbe
nel calendario dell'Aula la legge di Stabilità. Se il testo rimanesse al
contrario in commissione si potrebbe produrre un confronto alla ricerca di quel
comun denominatore che da sempre auspichiamo. E non si venga a dire
dell'ostruzionismo. L'esame del testo base è iniziato solo cinque settimane
orsono con poche sedute".
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