La legge contro l’omofobia che fine ha fatto?
A cura di
Francesco Sansone
Grafica di
Giovanni Trapani
Fonte:
Ansa.it
Sono
trascorsi due anni dal 20 settembre 2013, giorno in cui la Camera ha approvato la legge che inserisce nell’ordinamento
il reato di omofobia, nella fattispecie il reato di discriminazione e
istigazione all’odio e alla violenza omofoba. Inoltre nella legge Mancino viene
inserito l’aggravante di omofobia.
Con
questa legge è prevista:
- Carcere fino a un anno e 6 mesi o la multa fino a 6.000 euro per chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi fondati sull'omofobia o trans fobia.
- Reclusione da 6 mesi a 4 anni per chi in qualsiasi modo "istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi» fondati sull'omofobia o transfobia".
- Reclusione da 6 mesi a 4 anni chiunque partecipa - o presta assistenza - a organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi aventi tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi fondati sull'omofobia o transfobia. Tali formazioni sono espressamente vietate dalla legge. La pena per coloro che le promuovono o dirigono è la reclusione da 1 a 6 anni.
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Inoltre
nel testo viene precisato che “non
costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera
espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al
pluralismo delle idee, purché non istighino all'odio o alla violenza”, e che l’Istat
faccia rivelazioni quadriennali sulle discriminazioni e sulla violenza,
misurandone le caratteristiche fondamentali e individuando i soggetti più a
rischio.
Quattro
giorni dopo il testo è stato mandato al Senato e lì, però, è rimasto a fare la muffa. La legge, infatti,
è stata accantonata e ancora oggi non è presente nel calendario dell’Aula per l’ostruzionismo
del Ncd che non ne permette il procedere. L’ultima volta che il provvedimento è
stato affrontato in commissione è stato il 10 luglio dell’anno scorso.
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E così, dopo lo slittamento della legge sulle unioni civili, ancora un altro esempio di
come la politica italiana non ha alcuna reale intenzione di agire per il bene
dei cittadini. Intanto le vittime continuano a subire aggressioni da persone
sicure che tanto la passeranno liscia.
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