"Ci stiamo muovendo per offrire uno spazio d’incontro per la comunità LGBTI " Mirko Pace, rieletto presidente, racconta i progetti di Arcigay Palermo
A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Sabato scorso, vi dicevamo ieri, si è svolto a Palermo l'assemblea per scegliere il nuovo presidente di Arcigay Palermo. Durante l'incontro è stato rieletto, per la seconda volta consecutiva, l'attuare dirigente Mirko Pace.
La voglia della prima volta c'è sempre e anche se il tempo scarseggia - ricordiamo che tutte le associazioni Arcigay sono mantenute in vita da persone che vi lavorano a titolo gratuito - Mirko Pace, che inizialmente voleva lasciare la direzione, è felice dell'attestato di stima ricevuti dai soci della sede che dirige già da più di un anno e mezzo. Quindi, pronto a mettercela tutta, Mirko, assieme al suo organico, ha uno scopo preciso da attuare: creare uno spazio in cui la comunità LGBT possa ritrovarsi.
La voglia della prima volta c'è sempre e anche se il tempo scarseggia - ricordiamo che tutte le associazioni Arcigay sono mantenute in vita da persone che vi lavorano a titolo gratuito - Mirko Pace, che inizialmente voleva lasciare la direzione, è felice dell'attestato di stima ricevuti dai soci della sede che dirige già da più di un anno e mezzo. Quindi, pronto a mettercela tutta, Mirko, assieme al suo organico, ha uno scopo preciso da attuare: creare uno spazio in cui la comunità LGBT possa ritrovarsi.
Mirko, per la seconda volta consecutiva, sei stato eletto
presidente di Arcigay Palermo? Felice di questa rinnovata fiducia?
Certamente, non posso che essere felice
di questa riconferma.
Eppure nello stato scritto per comunicare la notizia su
facebook, hai scritto che avevi pensato di lasciare la guida. Perché?
Avevo pensato seriamente di cedere la guida dell’associazione per un
grave problema di disponibilità di tempo. Ti spiego: durante il primo anno di
guida dell’associazione ho fatto dei lavori che mi hanno comunque permesso di
dedicare gran parte della mia giornata all’associazione. Da maggio lavoro circa
sessanta ore a settimana, ed è molto difficile trovare tempo per fare bene
qualcos’altro, se non morire a letto quando si torna a casa. L’organizzazione
del Pride di quest’anno, a esempio, mi è risultata faticosissima per quel poco
che sono riuscito a fare. Per questo ho deciso di dimettermi e portare la
questione sia in direttivo che in assemblea dei soci.
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Non sei stato accontentato e questo è segnale che il tuo
operato è stato apprezzato da molti e, allo stesso tempo, mette a tacere chi ha
polemizzato contro la tua guida,no?
Ho ricevuto dai soci fiducia massima,
durante le assemblee mi è stato esplicitamente chiesto di ricandidarmi.
Ovviamente abbiamo lavorato affinché si costituisse un gruppo di lavoro più
ampio, che va oltre la semplice composizione del direttivo dell’associazione,
affinché il lavoro che ci aspetta risultasse meno gravoso per tutt*. Siamo
un’associazione molto ambiziosa, in continua crescita e che tende ad alzare
sempre l’asticella degli obiettivi posti: per questo motivo c’è bisogno del
contributo di quanta più gente possibile per potenziare e innovare i servizi
che offriamo.
Oltre alla tua riconferma, quali sono le cariche che sono
state assegnate durante il congresso di sabato scorso?
Innanzitutto è stato rinnovato il
direttivo: oltre alla riconferma della presidenza e della segreteria (Ana
Vasile) e della presenza in direttivo di Daniela Tomasino e Michele
Costagliola, è stato votato il ritorno in direttivo di Alessandro Graziano e
l’ingresso per la prima volta di Salvatore Castrianni, Marco Ghezzi e Debora
Sacco, soci molto attivi in quest’ultimo periodo che hanno dimostrato di poter
far fare il salto di qualità all’associazione. È stato confermato il Collegio
dei Garanti, composto da Gino Campanella, Massimo Milani (fondatori della prima
Arcigay d’Italia a Palermo 35 anni fa) e Paolo Patanè (già presidente nazionale
e coordinatore del Palermo Pride) e rinnovato il Collegio dei Revisori dei
conti, composto da Fulvio Boatta, Lorenzo Canale e Daniela Di Miceli. Daniela
Tomasino è stata confermata consigliera nazionale di Arcigay (una delle poche
donne, ahimè, del Consiglio Nazionale di Arcigay) e sono stati eletti i tre
delegati che rappresenteranno Palermo al Congresso Nazionale di Arcigay che si
terrà a Napoli dal 13 al 15 novembre e che stabilirà le linee guida
dell’associazione nazionale per i prossimi tre anni: a Napoli Arcigay Palermo
sarà rappresentata da me, Marco Ghezzi e Daniela Tomasino.
Facendo un bilancio dell’attività svolte nel tuo primo
incarico, cosa ti ha dato maggiore soddisfazione e perché?
Il primo anno e mezzo di mandato è stato
particolarmente ricco di risultati per la nostra associazione, ma ci sono tre
cose che ricordo con particolare piacere e di cui sono molto orgoglioso: la
partecipazione al Progetto DJ (Diversity on the Job) attraverso il quale
abbiamo co-gestito 15 tirocini retribuiti per persone LGBTI e grazie al quale
abbiamo organizzato la tre giorni “Il genere, luogo precario” che si è tenuto a
Palazzo Branciforte a dicembre dello scorso anno, con cui abbiamo portato per
la prima volta nel dibattito pubblico palermitano il tema dell’intersessualità;
l’organizzazione della mostra “Estoy Viva” di Regina José Galindo allo ZAC, una
delle mostre di maggior prestigio che si sia mai tenuta a Palermo; l’essere
andati per la prima volta in delle scuole medie inferiori a fare attività di
educazione alle differenze e contrasto del bullismo: l’operato nelle scuole ha
per noi assoluta centralità e sono particolarmente orgoglioso di essere
riuscito a far entrare la nostra associazione in due scuole medie.
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E in vista del futuro, cosa vorresti ottenere per i gay
palermitani?
La città di Palermo diventa giorno dopo
giorno un luogo più accogliente per la comunità LGBTI; bisogna sempre tenere
alta l’attenzione sui nostri temi e lavorare soprattutto nei quartieri
periferici e nei comuni della provincia in cui la situazione purtroppo è molto
diversa rispetto al centro di Palermo. A Palermo manca però un luogo fisico di
aggregazione LGBTI: dopo la chiusura dell’Exit, lo storico gay bar palermitano,
c’è un vuoto clamoroso. Vorrei che a riempire questo vuoto fosse, parzialmente,
la nostra associazione: per questo ci stiamo muovendo con maggiore impegno per
l’ottenimento di una sede che riesca ad offrire anche uno spazio d’incontro per
la comunità LGBTI palermitana. È poi indubbio che ci sia tantissimo da fare per
una piena integrazione e valorizzazione delle persone transessuali: anche su
questo campo siamo attivi e stiamo lavorando con delle persone transessuali per
un protagonismo politico della comunità trans* palermitana.
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