Michael Cunningham su Monsignor Charamsa e Chiesa
A cura di
Francesco Sansone
Grafica di
Giovanni Trapani
Fonte:
Repubblica.it
Lo
scrittore Michael Cunningham, autore di ‘Le Ore’, ‘Una casa alla fine del mondo’
e ‘Carne e Sangue’, raggiunto da Repubblica.it ha rilasciato delle
dichiarazioni sul caso di Monsignor Charamsa e in generale del rapporto del
Vaticano con l’omosessualità. "È stata una
dichiarazione controversa, certo. Ma padre Charamsa ha scelto il momento giusto
per il suo "coming out", soprattutto dopo l'incontro del Papa con KimDavis, l'impiegata americana che si era opposta alla registrazione civile deimatrimoni gay. Il cambiamento in Vaticano potrà avvenire solo dall'interno. E
la Chiesa dovrebbe chiedere scusa al mondo, come ha fatto per i preti pedofili
".
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Sulla dichiarazione di Papa
Francesco I sul diritto della persona di opporti a qualcosa invocando l’obiezione
di coscienza, lo scrittore dice: “la
Storia ci ha anche insegnato che simili gesti di disobbedienza, come quelli
contro la segregazione razziale in America, possono essere giusti, a posteriori.
È a questo che si riferiva Francesco. Sarò un romantico, ma non ce la faccio a
prendermela con questo Papa che, per la prima volta, ha aperto la strada ai
diritti per gli omosessuali, oltre ad aver espresso posizioni straordinarie per
l'ambiente e contro la corruzione in Vaticano. Purtroppo agli eroi e alle
grande personalità viene rinfacciata ogni minutaglia: è il loro destino".
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Infine alla domanda su una possibile
riforma della chiesa della sua posizione sui diritti gay afferma: "ci vorrà molto tempo. C'è una evidente omofobia
negli ambienti ecclesiastici. Ma la Storia ha dimostrato che la dottrina
cattolica è solida, ma non implacabile. Quello di Charamsa deve essere un
esempio per i gay cristiani: devono rimanere dentro la Chiesa, cambiarla
dall'interno. Solo così potranno dimostrare che la loro umanità è la stessa
degli eterosessuali".
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