Sindaco di Favria si rifiuta di celebrare le unioni: «Non me la sento di andare contro dettami etici che mi appartengono»
A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Grafica di Giovanni Trapani
Avevo detto che Il mio mondo espanso non avrebbe dato spazio
a quei sindaci che dicevano di non voler celebrare le unioni civili fra persone
dello stesso sesso, ma in questo caso ho deciso di fare un’eccezione in quanto non si tratta soltanto di parole ma di azioni concrete.
RIMANI SEMPRE AGGIORNATO. ISCRIVITI ALLA
NUOVA PAGINA FACEBOOK
Siamo a Favria, un comune del torinese di 5.200 anime. Il
sindaco Serafino Ferrino si è rifiutato di celebrare l’unione civile fra due
ragazzi che si sono rivolti a lui, proponendo loro di rivolgersi a un responsabile
dell’ufficio anagrafe del Comune, che non ha bisogno della sua delega per
procedere. Già, perché non solo Ferrino si rifiuta di celebrare le unioni
civili, ma non vuole nemmeno delegare uno dei suoi. Il motivo? Le unioni
gay vanno contro i suoi "dettami etici".
Sebbene il primo cittadino ha affermato che non si tratta di
una “sfida alla legge” Cirinnà, di fatto lo è, oltre a essere una violazione.
Continua sotto...
«Non è una sfida alla
legge solo che non me la sento di andare contro precisi dettami etici che mi
appartengono. Il matrimonio non è stato impedito ma non ho intenzione di delegare nessuno.
Questa legge è un errore e non vedo perché un sindaco debba essere obbligato a
rispettalo andando contro i propri principi etici.»
Se si sceglie di diventare sindaco, a mio avviso, lo si deve essere per
tutti i cittadini e non solo a quelli che rispecchiano i personali “principi etici”. Inoltre se si guadagna un
onorario da primo cittadino lo si deve pure meritare. Non lo si può percepire
appieno se il ruolo non lo si svolge completamente. Se a tutti questi sindaci che
si rifiutano di compiere il proprio dovere venisse decurtato di una parte del
mensile in base a quello che non svolgono, manterrebbero ugualmente certe
posizioni? A voi le considerazioni.
Su questa situazione è intervenuta anche Arcigay Torino,
attraverso la voce della presidente Francesca Puopolo, che ha affermato di
trovare l’atteggiamento del “sindaco in piedi” imbarazzante:
Continua sotto...
«Troviamo imbarazzante che il sindaco si celi dietro l’obiezione
di coscienza, non trovando altro modo per impedire l’unione. La legge sulle
unioni civili non prevede la possibilità di obiezione di coscienza, al
contrario in caso di rifiuto di celebrare l’unione ci si può appellare ai
principi del nostro ordinamento giuridico che puniscono l’omissione o il
rifiuto di atti d’ufficio da parte di un pubblico ufficiale.»
Fonte: repubblica.it
Fonte: repubblica.it
RIMANI SEMPRE AGGIORNATO. ISCRIVITI ALLA NUOVA PAGINA FACEBOOK
Nessun commento:
Posta un commento