Diario scolastico mostra un bacio gay ed è polemica. Famiglia domani: «Esempio emblematico di teoria gender»

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
La scuola è appena iniziata ed è già sorta la prima polemica. Al centro della nuova caccia alle streghe è il diario Dai, edito da Raetia, reo di mostrare fra le sue pagine un disegno raffigurante un bacio gay.

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Il diario, venduto in Alto Adige, nasce da un’idea di Gerda Gius ed è un lavoro di gruppo in cui hanno collaborato alcuni istituti locali ma anche Young Caritas e l’Arcigay Centaurus. Quest’anno, però, l’agenda scolastica ha attirato le ire di alcuni genitori, arrabbiati perché è stato affrontato il tema dell’omosessualità:
«Ci giungono diverse segnalazioni da parte di genitori che hanno acquistato per il diario scolastico, rivolto, senza distinzione alcuna, ad alunni e alunne che vanno dalla scuola primaria al liceo.» ha detto Giovanna Arminio, consigliera di circoscrizione a Europa Novacella per il movimento Popolo della famiglia. «Appare evidente l’intento, in particolare di Centaurus, non solo di promuovere surrettiziamente le serate a tema del circolo Arcigay, ma di fare proselitismo tra giovani e giovanissimi, infilando all’interno del diario scolastico, luogo intimo e personale dello studente, messaggi subdoli domande pretestuose, allusive, invadenti, in totale spregio sia della volontà dei ragazzi che, ignari, si troveranno di fronte l’immagine di un bacio gay.»
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A scandalizzarsi del diario, però, è stata anche Famiglia domani che, definendolo «osceno», dal portale Osservatorio Gender ha parlato di propaganda gender: 
«A coloro che si domandano stupiti, “ma cosa è il gender?”, eccone un esempio emblematico. Con il termine “gender” s’intende il, sempre più aggressivo, piano di “normalizzazione” di ogni tendenza sessuale che utilizza ogni mezzo di comunicazione per veicolare il proprio folle e anti-umano messaggio ideologico, arrivando a servirsi di un mezzo subdolo e “potente” come il diario scolastico per inculcare nelle innocenti menti dei giovani l’idea della “normalità” omosessuale.»

A questo punto ciò che davvero sarebbe da chiedersi è: perché se c’è di mezzo l’omosessualità, si finisce a parlare dell’assurda, quanto fasulla, "teoria gender" e non si parla di omofobia quando si tirano conclusioni figlie dell’intolleranza?
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Per una società civile è più nocivo diffondere la discriminazione, qualunque essa sia, che l’insegnamento al rispetto delle alterità umane, il cui scopo è solo quello di evitare che l’omofobia crei nuove vittime fra le mura scolastiche, prima, e fuori, dopo.


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