Unioni civili - Ecco che succede senza il decreto rilasciato da Alfano

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani


Che la strada delle unioni civili fosse ancora tutta in salita era una sensazione chiara a tutti. Dopo le numerose modifiche al decreto legge Cirinnà, le numerose, e talvolta squallide, discussioni al senato e il passaggio alla camera dei deputati, però, un passo sembrava essere compiuto. Tutto sembrava risolto,  mancavano solo la pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale e il rilascio dei decreti attuativi.
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La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale è avvenuta senza intoppi, mentre per l’emendamento attuativo, di competenza del Ministero della Giustizia, bisognerà aspettare il 5 dicembre.

A questo punto avremmo dovuto aspettare Natale per sposarci?
In realtà no, perché entro il 5 luglio, a un mese esatto dall’entrata in vigore della legge, il Ministero dell’interno avrebbe dovuto consegnare un emendamento ponte che spiegasse ai comuni italiani le norme da seguire di fronte alle richieste di coppie dello stesso sesso di unirsi civilmente. Questo, tuttavia, non è avvenuto e non si sa nemmeno quando Angelino Alfano emanerà il decreto.
Secondo quanto riportato da una voce vicina al Governo, attraverso le pagine del L’Espresso, il decreto «uscirà presto», ma non si sa ancora quando.

E quindi cosa succede adesso che la legge c’è, ma mancano gli emendamenti?
Bene, nonostante la mancata attenzione di Angelino Alfano e del suo ministero sulle unioni civili, da oggi le coppie dello stesso sesso potranno recarsi ugualmente dall’ufficiale di stato civile del comune di residenza, chiedendo di essere uniti civilmente. Ciò è possibile perché il comma 35 prevede l’immediata entrata in vigore della legge, una volta che è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.

Quindi da oggi alle coppie basterà il consenso del sindaco, anche se la mancanza del decreto comporterà un rischio non indifferente. Infatti, senza una norma comune, qualcuno potrebbe constatare vizi formali e pretendere l’annullamento delle unioni da parte del prefetto.
Numerose sono state le proteste da parte della comunità LGBT, che da ieri hanno lanciato l’hashtag #angelinomollaildecreto.
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Daniela Tomasino, ex presidente di Arcigay Palermo, sulla sua pagina facebook ha speso dure, e condivisibili, parole verso il ministro dell’interno:

«Non si gioca così con la vita delle persone. Stiamo parlando di diritti, del diritto, di Stato, di affetti, di relazioni, di vite.

Ancora una volta questo governo, come i governi precedenti, mette la vita dei propri cittadini in fondo alle proprie priorità.

Vergogna, ministro Alfano. Vergogna per una classe dirigente incapace, volgare, narcisista, autoreferenziale, dannosa. Vergogna, ancora una volta.»

Quindi, per farla in breve, da oggi le coppie gay possono recarsi in comune e richiedere di essere uniti civilmente, attraverso le modalità attuate in maniera autonoma dai sindaci, e questo è ciò che conta. Tuttavia non si può non rimanere delusi di fronte all’ennesimo atteggiamento ostile di Alfano che, ancora una volta, ha rovinato un giorno di festa per migliaia di persone. 
A questo punto quanto detto in tv da ministri, senatori e parlamentari sull’importanza del riconoscimento dei diritti civili, sa solo di presa in giro bella e buona.