«Mi viene naturale pensare a storie, idee e progetti a tematica omosessuale.» Il regista Alessandro Antonaci si racconta a Il mio mondo espanso
A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Grafica di Giovanni Trapani
Negli ultimi anni su Il mondo espanso del cinema gay vi abbiamo presentato i cortometraggi realizzati da Alessandro Antonaci, giovane regista torinese, che affronta la tematica omosessuale per mostrarne le condizioni in cui versa nel nostro Paese. Oggi abbiamo deciso di intervistarlo per parlare con lui dei suoi lavori, ma anche per conoscere qualcosa in più di lui.
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D. Alessandro, per
iniziare, ci racconti come è nata la tua
passione per la regia e la recitazione?
R. Già all'età di 13 anni, trascorrevo intere nottate al
computer a lavorare a montaggi video. Mi dilettavo nel montare mie versioni
personali di trailer di film famosi, e tanti altri lavoretti. Poi ho girato una
serie tv ironica con alcuni amici e infine mi sono dilettato per anni a creare
le mie versioni di video musicali di brani famosi, che sono finiti su youtube e
alcuni di essi hanno avuto un grande successo di visualizzazioni.
D. A proposito di youtube, perché In questi anni hai
pubblicato i tuoi lavori su questa piattaforma per farti conoscere?
R. Ritengo che Youtube (come anche Facebook, che
attualmente preferisco) abbia il fortissimo potere di arrivare direttamente
alle persone che possono essere interessate al tuo progetto. È vero che, grazie
a questi mezzi, oggi siamo tutti in grado di fare un video e metterlo online,
ma la cosa che ho imparato in questi anni è che è difficilissimo creare
qualcosa di “interessante” e soprattutto che funzioni e che piaccia alla gente.
Interessare e conquistare il pubblico è diventata una priorità per me,
inizialmente con i video musicali, ora con i film che produco.
Continua sotto...
D. E veniamo proprio ai tuoi film. Il primo cortometraggio
che hai realizzato si intitola ‘Elicriso’, la storia toccante di un amore che
non ammette la separazione di due amanti. Ci parli un po’ di questo progetto?
R. 'Elicriso' è in realtà il mio secondo cortometraggio.
Il primo si intitola 'Zap Amore' ed è un film realizzato per la Met Film
School, la scuola di cinema che ho frequentato a Londra.
'Elicriso' è stato un bellissimo esperimento, frutto
di una bellissima amicizia tra me e uno degli attori del film. Ci siamo voluti
mettere in gioco e abbiamo scritto insieme la sceneggiatura e la colonna
sonora. Abbiamo girato il tutto in due giorni ed il risultato è stato pazzesco.
Nonostante l'amatorialità del prodotto, sia dal punto di vista tecnico che
recitativo, il film ha riscosso un successo enorme di pubblico. La gente lo ha
letteralmente amato e in pochissimi giorni ha superato le 300.000
visualizzazioni su Youtube. Ma ovviamente, era solo un inizio...
D. L’anno scorso, invece, hai realizzato ‘Un mostro chiamato ignoranza’, un cortometraggio con cui affronti l’omofobia e la realtà
delle famiglie omogenitoriali. Anche per questo, ci racconti come è nato?
R. Questo film è nato in un momento di difficoltà
personale. Credo che il mio bisogno di raccontare una storia sulla figura
paterna sia nato dalla mia esperienza personale con mio padre e la sua, in
parte, assenza. Lavorare a questo cortometraggio è stata un'esperienza molto
importante: sono nate delle amicizie e collaborazioni lavorative indelebili che
mi porterò sempre con me. La cosa più bella per me è stata lavorare sul set con
il mio nipotino Mattia, il protagonista bambino del film. Era la mia prima
esperienza professionale su un set, e soprattutto con un bambino come attore. È
stato un momento di crescita molto intensa sia per me che per Mattia. Abbiamo
organizzato numerosi incontri del bambino con i due attori che interpretano i
ruoli dei due papà nel film, così si sono conosciuti, hanno giocato, si sono
affezionati e il bambino era talmente a suo agio che è arrivato a chiamarli
“papà” in scena. È stata una grandissima soddisfazione sia per me sia per i
genitori del bambino. Anche questo film è stato accolto con grandissimo calore
dal pubblico. Alla première torinese è stata fatta una doppia proiezione in
quanto la sala era troppo piena e alcune persone hanno dovuto attendere il
secondo turno.
Inoltre ‘Un Mostro Chiamato
Ignoranza' mi ha dato grandi soddisfazioni in quanto è stato selezionato
al TGLFF (Torino Gay Lesbian Film Festival) e ad altri festival italiani.
D. Cosa ne pensi della legge sulle unioni civili
approvata di recente dal nostro Paese? Si tratta di un punto di partenza o di un punto di arrivo?
R. Assolutamente di un punto di partenza. Non si tratta
altro che di diritti di uguaglianza: noi “gay” non siamo assolutamente
“inferiori” a nessuno, e non dobbiamo accontentarci di un contentino. Un
contentino non è altro che un'ennesima forma di discriminazione.
D. Ti piace?
R. Mi piace, perché finalmente riconosce alcuni diritti
importantissimi a numerose coppie che là fuori stavano aspettando da anni di
essere riconosciute. E questa è una cosa bellissima. Cosa ho detestato invece è
stata tutta quella ridicola polemica sulla stepchild adoption, con annessi “i
bambini non si toccano”, “possono fare cosa vogliono ma lo facciano a casa
loro”. Lo stralcio della stepchild adoption è stato un terribile gesto di
omofobia e discriminazione e resta inaccettabile. Ogni giorno vedo bambini
figli di genitori totalmente incapaci di crescerli e di educarli e mi chiedo:
perché a loro la possibilità di crescere (male) un bambino e a una coppia di
due uomini o due donne perfettamente sani e in gamba no? I bambini sono una
cosa meravigliosa: per loro non esiste odio, né razzismo, né discriminazione. E
sono proprio i genitori ottusi e ignoranti a trasformarli in futuri omofobi e
razzisti.
D. I tuoi lavori sono ambientati a Torino, la tua città.
Com’è essere gay nel capoluogo piemontese? Si riesce a vivere serenamente o
anche lì una persona LGBT deve fare i conti con l’omofobia?
R. Premetto che io, dal giorno del mio coming out, vivo
la mia omosessualità in totale libertà, ovunque io mi trovi. Ho viaggiato
moltissimo e mi sono sempre posto nella stessa maniera. Onestamente non saprei
dire se a Torino una persona LGBT stia meglio che in altre città. Quello che
posso certamente dire è che Torino è bellissima e che qui si vive benissimo. Di
tutte le città italiane, non credo che sceglierei di vivere in un'altra città.
Proverei, probabilmente, solo Roma.
D. Con i tuoi lavori cerchi di raccontare le
sfaccettature dell’omosessualità. Perché, secondo te, è così importante
parlarne e non far cadere l’attenzione su di essa?
R. Io amo raccontare di omosessualità. Mi viene naturale
pensare a storie, idee e progetti a tematica omosessuale. Io credo che un
artista debba raccontare ciò che possiede dentro di sé, ciò che conosce, ciò
che ama. Oltre a questo aspetto personale, l'Italia è un paese che necessita di
una forte sensibilizzazione sul tema. Troppa ignoranza, troppa generalizzazione,
troppa discriminazione. E la peggiore forma di discriminazione arriva proprio
da quella categoria stessa di omosessuali che non condivide l'idea del
matrimonio e delle adozioni per la comunità LGBT. Un qualcosa di talmente
scioccante ed imbarazzante che ha dell'incredibile. Con ‘Un Mostro Chiamato
Ignoranza’ ho voluto creare e mostrare
la normalità e la meraviglia di una famiglia felice, fatta di due papà e un
bambino, così che le persone potessero viverla e comprenderne la semplicità e
naturalezza. Così il mio film ha voluto parlare a tutti gli “omofobi”,
eterosessuali e omosessuali.
D. Oltre a regista e attore, sei anche ballerino,
cantante e performer. Come fai a conciliare tutte queste tue passioni?
R. Farle conciliare è stato difficile. Infatti, col
tempo, ho messo da parte la mia passione per musica e performance e mi sono
concentrato sulla regia, che è ciò che amo di più fare al mondo. Spero un
giorno di avere la possibilità di dedicare le mie risorse a entrambi gli
ambiti, perché sono parte di me e ne sentirei la mancanza.
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D. Veniamo al presente. A giugno è uscito il tuo primo
lungometraggio horror dal titolo ‘Karma – L’espizione’. Ci racconti qualcosa in
merito?
R. “Karma – L'espiazione” è il mio primo lungometraggio.
Si tratta di un film horror, che è il mio genere preferito in assoluto. La
locandina del film, rilasciata sulla pagina ufficiale Facebook, ha ottenuto un
enorme riscontro di pubblico con più di 20.000 ‘mi piace’ e 10.000
condivisioni. Il film ha debuttato il 16 giugno al Cinema Massimo a Torino ed è
stato proiettato in altre sale di Torino, Palermo e Reggio Calabria nei mesi di
giugno e luglio. Lavorare a questo film è stata l'esperienza più importante ed
intensa della mia vita: un lungo anno di lavoro che per me è stata una scuola,
una palestra, essenziale per crescere e imparare tantissime cose. Il film è
stato prodotto con un budget di soli 5000€, il che ha reso questo progetto
un'impresa a dir poco epica, con grandi difficoltà e problemi, ma che abbiamo
deciso di portare avanti con una coraggiosissima determinazione. Oggi sono
fierissimo del mio lavoro. Ovviamente mi guardo indietro e, alla luce
dell'esperienza acquisita, ci sono tantissime cose che vorrei modificare,
rifare, eliminare. Ma so anche che per ogni progetto, film, lavoro futuro sarà
sempre la stessa cosa: fa parte della crescita ed è bene che sia così perchè
significa che si è sulla strada giusta. Ora so che la prossima volta ci sono
centinaia di cose che non dovrò fare o che dovrò fare diversamente.
D. Chi sono gli attori che faranno parte del cast?
R. Gli attori sono la mia forza: bravi, coraggiosi,
determinati. Alice Piano, Micol Damilano, Daniel Lascar, Michael Bertuol,
Giulio Bruno, Alice Doyle, Gaia Contrafatto, Pierluigi Ferrero, Valentina
Giuliano, Giovanni Pupino, Michela Di Martino, Mauro Loverre sono coloro che
hanno reso possibile la nascita di questo lavoro e non potrei essere più fiero.
D. Lo presenterai a qualche concorso?
R. Attualmente siamo in pausa per l'estate. A settembre
stabiliremo il futuro di 'Karma'. Il film è un primo capitolo di tre, quindi si
spera di poter continuare e concludere la saga nei prossimi anni. Ma prima ci
sono altri film e progetti a cui vorrò lavorare e di cui sto gettando le prime
solidissime basi. Vedremo cosa accadrà...
D. Lo pubblicherai su youtube?
R. A settembre stabiliremo il rilascio streaming online o
home video del film, in quanto sulla pagina Facebook è forte la richiesta del
pubblico.
D. Per concludere, c’è qualche progetto a cui pensi da
sempre e che non sei ancora riuscito a mettere in atto?
R. Devo ammettere che il mio punto forte è proprio il fatto
che ogni volta che penso a un progetto, per quanto ambizioso (vedi 'Karma'),
alla fine lo porto a termine e ottengo sempre ciò che mi ero prefissato. Con 'Karma' il nostro sogno era di finire il film e, forse, arrivare al cinema. E
il nostro sogno si è realizzato. Ho dei progetti in mente e, prima o poi, li
realizzerò. (sorride, ndb)
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