Lorenzo Balducci parla del suo coming out, di omofobia e di unioni civili
A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Grafica di Giovanni Trapani
Intervistato da Alberto Graziola per Tvblog, Lorenzo
Balducci ha parlato della sua omosessualità, del suo coming out, delle legge
sulle unioni civili e di omofobia.
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In partenza per la Spagna, l’attore ricorda quando nel 2012
decise di dichiarare la propria omosessualità in occasione dell’uscita del film
di Mariano Lamberti,’ Good as you’:
«Fu il mio ragazzo,
all’epoca, a darmi coraggio, dicendomi che non avevo nulla di cui avere paura.
E aveva ragione. Avevo dichiarato la mia omosessualità ai miei genitori
moltissimi anni prima, a 21 anni. Il tempo delle inquietudini, del timore di
non essere accettato era ormai lontano. È
stato un gesto liberatorio molto importante e forte, che rifarei altre mille
volte.»
L’attore di ‘Gas’, 'Le cose che restano’ e di molti altri film italiani e spagnoli, non sa se
il suo coming out possa avergli pregiudicato alcuni lavori, ma se si trovasse
di fronte a un episodio spiacevole legato alla sua sessualità ne soffrirebbe,
ma andrebbe avanti per la sua strada. Inoltre è convinto che in Italia ancora
non sia cambiato il modo di rappresentare la realtà LGBT, anche se si sono
fatti dei passi in avanti negli ultimi anni, considerando serie americane come ‘Six feet under’, ‘Queer as Folk’ o ‘Looking’.
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Lorenzo Balducci, diventa, poi, duro quando si trova a dover
dare un parere sulla legge che lo scorso maggio ha approvato le unioni civili,
dopo esser stata stralciata dalla stepchild adoption:
«Vedere una legge
approvata solo in parte mi provoca un senso di frustrazione enorme. Soprattutto
se penso al lavoro straordinario che ha fatto e che continua a fare Monica
Cirinnà per la nostra comunità. […] La stepchild adoption è un diritto di tutte
le coppie omosessuali con figli. Perché continuare a negare il progresso quando
gran parte del resto del mondo vive secondo delle regole dettate dall’amore?»
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Tuttavia è convinto che le cose cambieranno, sebbene crede
che ci vorrà molto tempo prima di avere una legge pieni diritti. L’attore, che
la momento è sigle, ma non parteciperebbe al trono gay di Uomini e Donne perché
lo imbarazzerebbe, conclude raccontando un episodio di omofobia di cui fu
protagonista diversi anni fa:
«Ero nei pressi di
Villa Celimontana a Roma, con un ragazzo, e dei ragazzi in macchina urlarono “froci”
perché ci videro mano nella mano. E proseguirono. Quella è stata la prima e
ultima volta in cui ho ricevuto un insulto omofobo. Posso ritenermi fortunato,
considerando i fatti di cronaca che sono costretto a leggere. E se succedesse a
me un giorno? Mi chiedo. Se avessi la possibilità di reagire risponderei con la
stessa violenza. Forse non dovrei dirlo, né farlo. Ma è così. Perché la rabbia
e il dolore che provo sono davvero grandi.»
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