"La fine del mondo? Legalizzare l’omosessualità." Il pugile Tyson Fury denunciato per omofobia
A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Quando si
parla di omosessualità nello sport, il più delle volte lo si fa per riportare i messaggi omofobi che arrivano dall’ambiente sportivo.
Benché negli
ultimi tempi le iniziative contro l’omofobia sono aumentate, l’atteggiamento
contrario all’omosessualità è ancora presente in molti sportivi. È
il caso del pugile irlandese, trapiantato in Inghilterra, Tyson Fury, campione del mondo dei pesi massimi, che si è lasciato
andare a dei commenti omofobi e sessisti durante un’intervista nel programma tv di Victoria Derbyshire:
Continua sotto...“I tre fattori che potrebbero determinare la fine del mondo? Legalizzare l’omosessualità, l’aborto e la pedofilia. Chi avrebbe mai pensato negli anni ’50 e ’60 che i primi due sarebbe stati legalizzati?”
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Dichiarazioni
che non sono passate inosservate ai più e che sono costate al pugile una
denuncia. A darne notizia è la polizia di Manchester
che ha ricevuto “un rapporto per un
crimine dell’odio in seguito alle parole sulla sessualità rilasciate da Fury.”
Ovviamente
il campione non ci sta e si è scagliato anche contro il giornalista Oliver Holt del Mail on Sunday per aver riportato in un suo articolo le sue
dichiarazioni e averlo attaccato per l’ottuso accostamento dell’omosessualità
alla pedofilia. In un video, infatti, Fury ha detto:
“Dovreti essere picchiato dai ragazzi del mio staff.”
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Adesso il British Boxing Board deve decidere se
continuare a portare avanti la candidatura del pugile al premio ‘Sportivo dell’Anno’ o ritirarla anche in virtù della raccolta
firme di coloro che ritengano che Fary non meriti tale riconoscimento.
Fonte:
Gazzetta.it
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