Le ultime parole di un ventenne gay che si è ucciso a causa dell'omofobia: «Ridono della mia vita, della mia sessualità, delle mie paure.»
A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Grafica di Giovanni Trapani
Il ragazzo che vedete in foto si chiamava Jack Ellis ed era
un ragazzo gay di 20 anni che nel marzo del 2014 si è tolto la vita a causa
dell’omofobia cui era sottoposto quotidianamente dai tempi della scuola e che lo fece cadere in una forte
depressione.
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Proprio per questo suo disagio Jack si fece internare in un centro psichiatrico nella speranza di
risanare quel graffio dell’anima, ma non è stato così. Nella struttura, infatti, si è ritrovato vittima di alcuni residenti che iniziarono a picchiarlo e a insultarlo. Una situazione che Jack non è più riuscito a gestire, decidendo, così, di togliersi la
vita.
A due anni e mezzo da quella tragica decisione, Rebecca, la sorella di Jack, ha deciso di rompere il silenzio e
raccontare il dramma del fratello. Attraverso le pagine del quotidiano Mirror, la ragazza ha riportato ciò che
Jack ha scritto in una lettera poco prima di uccidersi:
«Ridono della mia
vita, della mia sessualità, delle mie paure, delle mie preoccupazioni, della
mia tristezza, del mio aspetto, del mio amore per la gente.»
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Parole che non possono lasciare indifferenti e che fungono
da risposta per tutti quelli che, in questi giorni, si chiedono che peso possano
avere battutine come ‘friariello’ dette a cuor leggero da qualche “bullo” in
cerca di divertimento. Le parole, certe parole, fanno male e annientano la
forza di chi forte non è, e questo deve essere chiaro a tutti quelli che
prendono le parti dei “bulli” e non delle loro vittime.
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«Jack sentiva di non
poter continuare a sopportare quello che gli stava accadendo» – ha detto Rebecca al quotidiano – «ma la sua storia vi aiuterà a prevenire
questo problema o aiutare qualcuno.»
E speriamo davvero che questa storia apra gli occhi di tutti, sia a quelli che fanno le battute sia a quelli che ci ridono sopra. L'omofobia non è un gioco e non è divertente. L'omofobia provoca la morte.
Fonte: Shangay
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