Un nuovo mondo - Nuova stagione. 4^ Puntata
Italian Gay Blogger Award ’14 votate i vostri blog preferiti su http://igba.altervista.org/
Oggi è l’ultimo
giorno valido per votare; avete tempo fino alle 23:59:59
Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani
Precedentemente su Un
nuovo mondo
-
Fabrizio, voglio parlare con te, ma non come
amico, ma come collega che è tenuto a tenere il segreto professionale. Si
tratta di un mio paziente. Ha solo 17
anni e lo seguo da quasi un anno. A
scuola veniva deriso per i suoi modi… voleva farla finita. Una settimana fa, i suoi compagni di classe
gli hanno fatto uno scherzo e lo hanno ripreso in un video che hanno caricato
sul web facendolo diventare lo zimbello di internet. I suoi genitori lo hanno
scoperto e lo hanno aggredito verbalmente dicendogli che era meglio per lui se
tornava a essere etero se non voleva ritrovarsi fuori casa –
-
Hai paura che possa davvero compiere il gesto di
togliersi la vita? –
-
Sì. Lo conosco e so che potrebbe farlo. –
-
Allora dobbiamo trovare una soluzione, non
possiamo rischiare che … - ma mentre parlo, il telefono di Daniel squilla.
-
È lui. – Mi dice allarmato. Risponde e in meno
di trenta secondi, si alza gridando. - Sto
arrivando.
4^ Puntata
Daniel
Ascolto quello che mi dice
Fabrizio, quando il telefono squilla. La chiamata proviene da Sandro. Rispondo
subito perché ho una brutta sensazione.
-
Pronto? –
-
Daniel, sei tu? – Chiede una voce tremante
dall’altro capo del telefono.
-
Sandro, che cosa succede? –
-
Credo di aver fatto una cazzata… –
-
Di che cosa si tratta? Che cosa hai fatto? –
Domando alzando il tono della voce.
-
Ho
ingerito delle pasticche. A dire il vero tutte quelle che ho trovato in
casa. Ho fatto una cazzata, non voglio morire. –
-
Non avere paura. I tuoi sono in casa?
-
No, non c’è nessuno.
-
Arrivo subito. – E dicendolo mi alzo dalla
sedia.
-
Che cosa è successo? – Domanda preoccupato
Fabrizio.
-
Sandro… ha tentato il suicidio. Chiama
un’ambulanza e dille di andare a questo indirizzo – dico passandogli la scheda
di Sandro. – Vado da lui, non permetterò che anche lui muoia. –
-
Vengo con te. –
Quando arrivo a casa di Sandro,
l’ambulanza è già sul posto. Il paramedico dice che non risponde nessuno e che
aspettano che arrivino i pompieri. La sirena dell’autobotte si avvicina. I
pompieri corrono sul pianerottolo di Sandro. Forzano la porta. Lui è disteso
sul letto. Non da alcun segnale. Lo chiamo. Non risponde. Gli controllo il
polso. Debole, ma c’è. Il paramedico lo soccorre. Viene posizionato sulla
barella. L’ambulanza riparte a tutta velocità.
-
Dottore, lei che ci fa qua? – Mi domanda la
madre di Sandro.
-
Suo figlio ha tentato il suicidio. –
-
Cosa?
-
Non faccia quella faccia. La colpa è anche sua e
di suo marito che invece di appoggiarlo, lo avete assalito e minacciato di
cacciarlo da casa. Vi dovete vergognare! Siete dei pessimi… -
-
Daniel, basta! – Mi zittisce Fabrizio. Mi sono lasciato
prendere dalla rabbia e non mi sono reso conto che stavo aggredendo una madre
spaventata.
-
Mi scusi… Sono un po’ scosso. Venga con noi, la portiamo in ospedale. –
La donna non dice nemmeno una
parola. Sale in auto piangendo. Arrivati all’ospedale, mi avvicino all’accettazione
e mi qualifico. L’infermiera di turno mi comunica che il ragazzo sta subendo
una lavanda gastrica. Torno dalla madre e le dico quanto ho saputo.
-
Una lavanda gastrica? Di cosa si tratta? –
Domanda senza nemmeno guardarmi in viso.
-
In questo momento a Sandro stanno asportando
piccole quantità di liquido dallo stomaco per mezzo di un tubo inserito tramite
la bocca o il naso. L'asportazione è generalmente accompagnata da una
somministrazione di acqua calda o soluzione salina. La lavanda si protrae fino
a quando i liquidi asportati non risultano disintossicati. –
-
Dio mio… il mio bambino. –
-
Poteva pensarci prima invece che spingerlo a
questo gesto. –
-
Ma cosa crede, che per me sia facile? Crede che
sapere che tuo figlio sia un diverso
sia facile da accettare. –
-
No, non lo credo, ma questo non giustifica le
minacce che ha dovuto subire da lei e suo marito. Già a scuola e sulla rete
viveva un inferno e voleva trovare pace almeno fra le sue mura domestiche. Invece
ha trovato ancora più odio. Non è facile, ma nemmeno difficile capire che il
proprio figlio ha bisogno dell’affetto da coloro che lo hanno messo al mondo. –
-
Chi è lei per giudicarci? –
-
Nessuno, solo l’unico amico di suo figlio. –
-
Scusate, lei è la madre di Sandro? – Dice un
ragazzo appena arrivato. Il suo viso non mi è nuovo. Lo guardo attentamente e
riconosco il compagno di classe artefice dello scherzo che circola in rete.
-
Sì, sono io. Tu chi sei? – Domanda la donna.
-
Lui è l’artefice dello scherzo ai danni di suo
figlio. –
-
Come hai potuto fare questo al mio piccolo… -
-
Non volevo che arrivasse a tanto. –
-
Vai via, via da qua. La colpa è tua e dei tuoi
amici se mio figlio sta rischiando di morire. – Il ragazzo si allontana senza
dire una parola. Lo guardo attentamente. Sembra davvero preoccupato e non per
le conseguenze che potrebbero coinvolgerlo, ma per lo stato di salute di
Sandro.
-
Vai da quel ragazzo. – Chiedo a Fabrizio. –
Credo che abbia qualcosa da dire e che noi non sappiamo. –
-
Vado subito, ma tu cerca di calmarti. – risponde
il mio amico.
Il medico del pronto soccorso si
avvicina a me e alla madre. Sandro sta bene. Il collega mi dice di seguirlo. Mi
indica la strada e lascio la madre da sola. So che mi sono fatto trasportare da
questa storia e che ho travalicato l’etica professionale, ma a Sandro sono
molto legato e non potevo accettare l’idea che potesse morire.
Continua…
Nessun commento:
Posta un commento