Un nuovo mondo - Nuova stagione. 3^ Puntata
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Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani
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Allora Fabrizio, come è andata? Stanco? – Mi
domanda Daniel, notandomi sul ciglio della porta.
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No, tutto abbastanza liscio. A te. –
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Uguale. Anche gli altri hanno finito? –
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Credo di sì. Le loro porte sono aperte e non c’è
nessuno dentro. –
3^ Puntata
Biagio
-
Collega, che cosa fai stasera? – Chiedo a Elia
appena usciti dal palazzo in cui si trova il nostro studio.
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Sinceramente non so… ho del lavoro da fare.
Penso che mi fermerò a prendere una pizza e mangiarla mentre riscrivo gli
appunti. Tu? –
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Niente di che. Tutto il lavoro arretrato l’ho
sistemato e quindi non ho nulla da fare. Penso che vedrò un dvd e mi preparerò
una pasta semplice. –
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Vieni da me?
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Come? –
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Sì, vieni da me. –
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Ma devi lavorare. –
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Potrei farlo mentre cucini quella pasta che volevi
prepararti, così eviterò di mangiare la pizza anche questa sera. Ormai, sono
diventato il cliente numero uno del locale sotto casa. –
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Se per te non è un problema, accetto. Mi
scoccerebbe starmene da solo questa sera. –
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E di grazia, per quale motivo non vuoi restare solo?
Che cosa offusca il tuo umore? – Chiede imitando un vecchio lord settecentesco.
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Non fare lo scemo. Non c’è un motivo in
particolare a parte il fatto che esattamente un anno fa, il mio compagno è
sparito senza nemmeno dirmelo. –
-
È oggi, dunque… se l’avessi saputo, non te lo
avrei chiesto e non ti avrei preso in giro. – Mi risponde Elia.
Nel dirlo ha un’espressione dolce
e affettuosa. Lo guardo attentamente e, forse per la prima volta, mi rendo
conto di quanto sia bello. I suoi tratti
rudi, come quelli Massimo, e la corporatura massiccia per l’intensa attiva
sportiva, tendono a mettere in secondo piano la bellezza del suo viso e il
taglio dolce dei suoi occhi. Prima di arrivare in studio, è passato dal
barbiere e il nuovo taglio alla moda gli sta davvero bene. Posso dire che è
davvero un figo pazzesco.
-
Ci sei? Ti ho, forse, rattristato? – Domanda
vedendomi assorto.
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Come? No, no… tutto bene. Mi stavo chiedendo se
in casa tua ci fossero pentole e padelle per cucinare. – Dico con quel tono
ironico con cui ormai ci parliamo.
-
Ma che cosa credi, che sia un troglodita che
mangia solo cibo da asporto e barrette energetiche? –
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Sì! –
-
Fanculo! Comunque giusto per risponderti… no,
non ho nulla di tutto ciò. – Dice sorridendo come un ebete.
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Che cosa? Fai per tre ore una pantomima assurda
e poi mi dici che ho ragione? Amico, tu non stai bene. – Dico ridendo.
-
Ehi, non ridere di me. –
-
La smetto, ma certo che sei davvero un bel tipo.
–
-
Me lo dicono tutti. – Dice pompandosi.
-
E anche scemo a quanto vedo. Dai, andiamo a casa
mia. Hai il lavoro da svolgere con te? –
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Sì, è nella ventiquattro ore. –
-
Bene, allora ci vediamo sotto casa. –
-
Sì, socio. –
Arrivato a casa, di Elia non c’è ancora traccia. Deve aver
imboccato una delle sue scorciatoie che, in realtà, non lo sono e sarà rimasto
intrappolato nel traffico. Gli mando un sms in cui gli dico che lo aspetto in
casa. Entrato nel mio appartamento, approfitto dell’essere solo e mi butto
sotto la doccia. Finito, indosso il pantalone di una tuta e una maglietta e mi dirigo
in cucina. Controllo il frigorifero e, alzando gli occhi, guardo l’orologio notando
che sono quasi le 21. Non è normale che Elia ancora non sia arrivato. Prendo il
cellulare, ma, ancor prima di inoltrare la chiamata al suo numero, ricevo un
sms con su scritto semplicemente “mi apri?”
Vado alla porta, premo il tasto del citofono e apro la
porta. Aspetto sul ciglio che arrivi. Le porte dell’ascensore si aprono e lui
spunta con in mano uno scatolone di pizza.
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Alla fine non riesco a farne a meno. Ho pensato
che durante il film ci potesse venire fame. –
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Tu non sei normale, amico. –
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È così che ricevi solitamente un ospite pieno di
viveri? –
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Entra, dai! -
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Capelli bagnati e abiti comodi, vedo che
qualcuno s’è fatto una doccia rigenerante. Che invidia. – Risponde sfottendomi.
-
Se vuoi, è tutta tua. –
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Accetto volentieri. Ah, ho dimenticato di dirti che mentre
aspettavo che la pizza mi venisse consegnata, ho finito il lavoro che avevo da
fare. Sono libero e quindi possiamo rilassarci mangiando e bevendo del
buonissimo vino bianco.
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Ma non ho del vino in casa. –
-
Lo immaginavo, ecco perché ne ho prese due
bottiglie. – E dicendolo le ha tirato fuori dalla sua borsa. –
-
Amico, tu mi lasci sempre a bocca aperta. – Dico
stupito.
-
Beh, attento. Potrebbero entrarti delle mosche.-
-
Ma quanto sei demente? Dai, vatti a lavare. Mi metto
ai fornelli, intanto.
-
Biagio? – Mi chiede improvvisamente diventando
serio.
-
Dimmi, che cosa c’è adesso? –
-
Voglio che da oggi questa data abbia per te un
altro significato. Non voglio più che ogni anno ripensi a quello stupido di
Samuele. Da oggi, voglio che questa data sia per te il ricordo di un nuovo e
piacevole episodio. Da oggi, voglio che a questa data associ il primo bacio che
il tuo nuovo amico ti ha dato all’improvviso. – Non appena finisce di dirlo, si
avvicina e mi bacia con una passione che non credevo possibile.
Continua…
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