Quando lo spot diventa friendly
Dopo il caso Barilla, in cui il suo dirigente aveva asserito
che se i gay non si riconoscevano nelle sue pubblicità erano liberi di non
comprare i suoi prodotti, diverse aziende italiane hanno deciso di fare il
contrario e strizzare l’occhio proprio a quel pubblico il pastificio aveva
scartato. Ipermercati, aziende di sughi, di surgelati e molte altre aziende
hanno commissionato spot con coppie omosessuali o giù di lì.
Al di là che questi consigli
per gli acquisti, per citare Maurizio Costanzo, passino in tv dopo una certa ora, il fatto che
anche le aziende abbiamo fatto questo passo dimostra che sono le prime a
rendersi conto che l’omosessuale, in Italia e nel mondo, non è solo il tipo da
discriminare, ma è anche uno dei maggiori compratori. Lo stesso signor Barilla se n’è
reso conto vedendo crollare le
vendite dei suoi prodotti.
Torniamo a parlare però direttamente degli spot in quanto
forma d’arte e mettendo da parte le eventuali strategie di marketing. Vediamone
alcuni per illuderci che questo Paese sia per davvero al pari degli altri
Stati dell’Unione Europea.
Ikea – Basta
poco
Un spot
semplice che mostra la quotidianità di diverse famiglie alle prese con i prodotti
dell’azienda.
Findus –
Microonde e gustose sorprese
Un figlio e
il suo compagno dicono alla madre della loro relazione mentre preparano la
cena.
Desugual –
La vida es Chula
Chula è una
parola che utilizzi quando sei di buon umore per dire se qualcosa è buona e un’altra
no. Versione originale dello spot che passa anche da noi, ma come potrete vedere il
bacio gay qui è al centro della pubblicità mentre da noi è stato spostato alla fine della pubblicità in modo da eliminarlo
nelle ore di fascia protetta.
Althea –
Amore e sughi
Uno spot
breve che mostra una coppia che si bacia a tavola.
>
Nessun commento:
Posta un commento