Il mio bacio fra le sentinelle - Intervista a Stefano Bucaioni
Rubrica:
Francesco Sansone
Grafica:
Giovanni Trapani
Era il 29
Marzo quando a Perugia si svolgeva una manifestazione delle sentinella in piedi
e due ragazzi hanno scelto di baciarsi in mezzo a loro dimostrare la propria
contrarietà a quella protesta contro le unioni gay e i diritti civili in generale.
Quel gesto, però, è costata a Stefano Bucaioni e al marito Antonio Fabrizio una
denuncia per disturbo alla quiete pubblica. Già questo sarebbe sufficiente per indignarsi,
ma purtroppo questo Paesa quando ha a che fare con l’omosessualità, non si
accontenta di un solo gesto ignobile, ma si accanisce fino all'inverosimile. Avendo avuto modo di leggere il verbale della polizia, i due uomini hanno letto:
"avvicinandosi ad altro individuo di sesso maschile si
esibiva in un prolungato e concupiscente bacio sulla bocca con lo stesso nel
bel mezzo di Corso Vannucci ed in presenza di numerose famiglie con bambini e
ragazzi molti dei quali minorenni che in quel momento affollavano il centro
cittadino lasciando i passanti disgustati da tale dimostrazione". Insomma,
un testo che sembra uscito direttamente dagli anni 50, indice di Paese sempre più fanalino di coda in Europa.
Ho contattato Stefano per chiedergli di
raccontarmi come sono andate le cose quel pomeriggio e che cosa è successo dopo
quel bacio in piazza e quelle che seguono sono le sue parole.
Stefano, ci
racconti come sono andate realmente le cose?
Nella foto: Stefano Bucaioni |
Io e il mio
compagno eravamo in piazza incuriositi dalla manifestazione delle sentinelle in
piedi, non volevamo credere che ci fossero veramente persone disposte a
manifestare per la libertà di discriminazione. Invece ci siamo dovuti
ricredere. Quel giorno in piazza c’erano circa un centinaio di persone ferme immobili con un libro in mano contro la
nostra libertà di essere felici, contro il nostro amore. C’è venuto spontaneo
baciarci, è stato un modo pacifico per dimostrare loro quanto avessero torto e
quanto quella manifestazione fosse inutile.
Questo
gesto, però, non è piaciuto a tutti. Qualcuno, infatti, ha avvisato le forze
dell’ordine, ma che cosa avete pensato tu e il tuo marito quando vi hanno
richiesto i documenti?
Abbiamo
pensato che fossero dei controlli di routine, il poliziotto in borghese non ci
ha detto nulla, ci ha solo chiesto i documenti. Non pensavamo neanche
lontanamente che di lì a qualche mese finissimo iscritti nel registro degli
indagati. Roba da non credere.
Così come
non è da credere quanto è stato stilato sul verbale. Che cosa hai provato nel leggere queste parole e perché hai
scelto di postarne un passaggio sul tuo profilo facebook?
Dal profilo fb di Stefano Bucaioni |
Quando ci è arrivato l’avviso di conclusione delle indagini
preliminari non conoscevamo il contenuto del verbale della polizia, ma sapevamo
che quel giorno l’unica cosa che avevamo fatto era stato baciarci. Una
settimana dopo, tramite l’avvocato,abbiamo recuperato gli atti e abbiamo letto
quell’orrendo passaggio.
Allo stupore si è aggiunta l’indignazione.
Abbiamo deciso di rendere pubblica la cosa perché ci sembra
assurdo che nel 2014 in Italia nei verbali della polizia si debbano ancora
leggere frasi del genere.
Per concludere, come pensi si concluderà questo spiacevole
episodio e, cosa più importante, speri
che questa insensata situazione potrà mettere in movimento il parlamento in
merito a una legge che tuteli le coppie lgbtq?
Sono convinto che nessun giudice con un minimo di buon senso
possa mai procedere per una denuncia del genere. Immagino che la questione sarà
archiviata a breve. Il punto, però, rimane. Ed è l’ennesima dimostrazione che
in Italia c’è urgente bisogno di una legge che estenda il matrimonio civile
alle coppie delle stesso sesso. Nel resto d’Europa è già realtà, non possiamo
permetterci di rimanere ancora fermi ad aspettare. In gioco ci sono i diritti
di persone, coppie, famiglie e bambini che vanno assolutamente riconosciuti.
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