L'insegnante è gay, non è idoneo! - Intervista a Daniele Baldoni
Rubrica:
Francesco Sansone
Grafica:
Giovanni Trapani
Se settimana scorsa vi ho parlato del caso di Stefano Bucaioni che, col marito, è statodenunciato per un bacio durante una manifestazione delle Sentinelle in piedi,
oggi voglio parlarvi della storia di Daniele Baldoni, un insegnate di danza
umbro che è stato costretto a lasciare il lavoro presso l’istituto compressivo
Dalmazio Birago di Passignano e Tuoro sul Trasimeno a causa di un gruppo di
genitori che ha presentato al preside una lettera in cui si metteva in
discussione la sua idoneità. Motivazione? L’omosessualità di Daniele. La
notizia ha subito fatto il giro del web e in molti ne hanno parlato tanto che
lo stesso protagonista ha voluto precisare alcune cose sul suo profilo
personale su Facebook. Qualche giorno fa, l’ho contattato chiedendogli se
avesse voglia di rispondere ad alcune mie domande e Daniele ha accettato
volentieri. Quella che segue è un’intervista che vi darà modo di capire meglio
come sono andati i fatti e, cosa più importante, rendervi conto della forza di
questo ragazzo che, pur avendo subito questa meschinità, non si è lasciato
abbattere.
Nella foto: Daniele Baldoni |
Daniele, ci
racconti che cosa è davvero successo con questo gruppo di genitori che hanno
chiesto il tuo esonero dalla scuola?
I fatti sono
due: da un lato c’è la persona della lettera che già in passato ha manifestato
pubblicamente intolleranza nei miei confronti arrivando anche a offendere mio
nonno un anno fa. Dall’altro ci sono delle madri che con la loro ignoranza,
cercando di sentenziare sulle capacità professionali, volevano dire ben altro.
Oltretutto fa alquanto ridere il fatto che il problema della mia
professionalità sia venuto fuori solo dopo 5 anni che lavoravo su questi
progetti nelle scuole. Purtroppo non sapevano a cosa attaccarsi. Questa non è
stata che l’ultima goccia. Ci sono stati altri casi simili nella mia vita, e
nella vita di altre persone a me care, che nello stesso ambiente hanno avuto
simili discriminazioni.
Quella che
ti sto per fare può sembrare una domanda banale, ma vorrei chiederti come stai?
Come ci sente quando si è costretti
rinunciare a un lavoro per il proprio orientamento sessuale?
Io sto bene,
e per un certo senso sono sereno che questa cosa sia capitata a me, che ho
comunque avuto la forza di reagire. Come ho spiegato più volte, ci sono persone
che invece non ce la fanno. Quando si viene costretti a rinunciare a un lavoro
perché discriminati per la propria sessualità, non si prova rabbia, ma tanta
pena. Pena nel pensare che certe persone siano attaccate a stereotipi assurdi.
Pena perché tali stereotipi li insegneranno ai propri figli.
Nella foto:Daniele Baldoni |
La tua
storia arriva dopo quella di Stefano Bucaioni. Considerando entrambi i casi, quale sensazione
hai della nostra società e su quale direzione pensi stia andando?
Io non sono
un politico, e non voglio prendere posizioni in merito. Quello che però mi fa
rabbia è che la società di oggi viene definita civilizzata. La civilizzazione
non deve riguardare, a mio avviso, solo la potenza di una nazione e il suo
prestigio, ma deve andare oltre. Come ci possiamo definire civilizzati se
ancora non esiste il rispetto per la persona e per la sua dignità.
Tuttavia
l’appoggio e il sostegno del preside e della scuola non ti è mancato, ma oltre
a loro, le istituzioni ti hanno detto qualcosa? Stanno facendo qualcosa per
porre rimedio alla situazione?
Sai, nel mio
caso porre un rimedio semplicemente dicendomi di tornare, lascia un po’ il
tempo che trova. C’è bisogno di fare altro. Ed è questo che chiedo alle
istituzioni e alla scuola stessa. C’è bisogno di far entrare nelle scuole
(comprendendo anche i genitori) i temi della discriminazione. Non si può
pretendere che ora, con il cuore ferito io possa tornare tranquillamente e
serenamente a scuola come se niente fosse. Sarebbe un mettere tutto a tacere, e
fare come gli struzzi, nascondere la testa sotto terra. Si è verificato un
problema. Non si tratta di un pettegolezzo, ma di una persona che è stata
discriminata per la sua Verità. Perché è di questo che si è trattato. Non ho
mai fatto né sfoggio né ho cercato di nascondere chi sono.
Nella foto: Daniele Baldoni |
Per concludere,
se ti trovassi questi genitori di fronte, che cosa diresti loro?
Vorrei che
certe cose mi venissero dette negli occhi. Vorrei sapere quali sono le loro
effettive paure nei mie confronti; mi piacerebbe sapere a quali scuse si attaccherebbero
per sostenere la loro tesi. Io sono sereno, soprattutto con la mia anima. Loro?
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