Altri mondi: Gigi Restivo - intervista allo speaker radiofonico
Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani
Foto: Gigi Restivo
Dopo lo speciale #lovewins di sabato, in cui il blog ha pubblicato per tutta la giornata post dedicati alla decisione della corte suprema americana e all'onda pride italiana, Il mio mondo espanso torna con la rubrica Altri mondi ospitando lo speaker radiofonico Gigi Restivo, per parlare del rapporto fra media e omosessualità.
Gigi è nato in Sicilia dove ha iniziato ad appassionarsi alla radio e dopo la prima gavetta, dal 1997, tramite un concorso, ha lavorato a Milano nel Circuito Marconi. Negli anni ha lavorato a Radio Subasio e Veronica Hit Radio prima di approdare a Radio San Marino, emittente di Stato, dove è conduttore e responsabile dell'indirizzo musicale.
Gianluigi,
da molti anni sei uno speaker radiofonico che tiene compagnia proponendo
musica, notizie e curiosità. Com’è iniziata quest’avventura?
In effetti a
ripensarci sembra davvero una piccola avventura! Incomincia con una visita
fatta in quinta elementare presso una piccola radio locale del mio paese in
Sicilia, era il 1981, fai tu i conti! Da lì fu subito amore: cominciai ad
andare tutti i pomeriggi, anziché giocare al pallone come i miei coetanei; finché un giorno mi chiesero
di provare a mettere su i dischi, ovviamente senza parlare: non mi sono più
fermato.
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Nel corso
degli anni avrai visto dalla radio i cambiamenti della società e con te voglio
analizzare tre aspetti. Omosessualità, razzismo e religione. Iniziamo dal primo
punto. Ci spieghi come l’hai raccontata dalla radio e come gli ascoltatori si
riportano a essa? Per farla breve, l’italiano è omofobo?
L’osservatorio
di chi come me è al di qua dell’apparecchio richiede un’assunzione di
responsabilità, per come la vedo io. Si deve accompagnare la società nei suoi
cambiamenti. Devo, per onestà rilevare come alcune volte invece, per pigrizia,
una certa tendenza al conservatorismo, si tenda talvolta a non cogliere questi
cambiamenti che pur ci sono. Da parte mia mi impegno a interpretare questi mutamenti,
anche attraverso il costume, le cosiddette easy news, che proprio perché
‘popolari’ spesso hanno un percorso più breve per arrivare alle persone. Il
parlare di argomenti come l’omosessualità, un tempo poteva dar luogo a ironie e
battute di dubbio gusto, cosa sgradevole anche in passato, ma assolutamente
inaccettabile oggi.
Detto
questo, l’Italia non è un paese omofobo, è appunto un ‘paese’, dove le opinioni
sono spesso create per ‘emulazione’. Più che di ‘omofobia’, termine per me
abusato e a rischio assuefazione, preferisco parlare di ‘ignoranza’
stratificata. Ci vorrà del tempo e molto impegno da parte di ognuno affinché possa essere colmato un gap culturale che
viene da lontano.
Razzismo:
Mai come adesso il tema è di attualità per via degli sbarchi di immigrati che
stanno agitando un’Europa impreparata a gestire la situazione. Anche in questo
caso ti chiedo un commento sugli italiani e sul modo con cui si riportano allo
“straniero”.
Mi verrebbe
da dire: chi sono gli italiani? Da dove vengono? La storia ci parla di un
popolo che ha conosciuto direttamente il dramma di staccarsi dalle proprie
radici e cercar scampo altrove. Eppure oggi vedo parte di connazionali che si
sentono minacciati da altri simili che stanno vivendo un film che ci è comune.
Continua sotto...
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Infine la
religione. Ci sono sempre più credenti o presunti tali che usano le parole
della bibbia a proprio uso e consumo.
Un
bell’argomento quello della religione, da fonte di comunione, almeno negli
intenti, spesso diventa grimaldello per dare giustificazione a pensieri e
comportamenti che poco ‘avvicinano’ le persone e poco mi sembrano ispirati da
qualcosa di ‘soprannaturale. Più spesso mi capita di vedere persone impaurite
nelle loro fragili certezze.
Torniamo a
essere un po’ più spensierati. Nel tuo programma proponi sia le hit del momento
che i successi dei sempre. C’è una canzone che trasmetteresti in continuazione?
E se sì, perché?
Ho troppo
rispetto per gli ascoltatori per infliggere un brano che piaccia solo a me! Ma
se proprio dovessi indicare una canzone che mi rappresenta, direi senz’altro
‘The boy with the thorn in his side’ degli Smiths. Sono un figlio della New
wave inglese, lo confesso.
Inutile
nasconderlo, ci siamo conosciuti su fb tramite un tuo commento al mio post
“Icone gay rinnegate” in cui scrivevi: “Beato il giorno in cui non
ci sarà bisogno di 'icone' e 'avvocate della causa'. Vorrà dire essere davvero
cresciuti tutti.” Ci spieghi meglio questo pensiero, fra l’altro da me
condiviso?
Eh, quello delle cosiddette ‘icone gay’ è una cosa che non ho mai
apprezzato. Pensare che un personaggio pubblico, spesso un artista, possa essere ‘investito’ di un tale
significato tanto da elevarlo a portavoce e difensore non mi ha mai convinto. Senza pensare che queste supposte ‘avvocate’
tanto adorate, spesso deludono, messe di fronte alla realtà dei fatti. La lista
sarebbe lunga. La mio opinione è quella che ognuno debba fare la propria
piccola parte, nella semplicità della vita di ogni giorno. Non c’è migliore
testimonianza che manifestare la propria realtà.
Parlando più in generale di radio, negli anni sempre più programmi
dedicati esclusivamente a tematiche lgbt hanno chiuso i battenti. Credi si
tratti di un segno dell’aria che sta cambiando o semplicemente non c’è più
bisogno di programmi a tema?
Forse c’è la falsa convinzione che l’omosessualità sia stata sdoganata
nei media. Ma a ben guardare, i modelli proposti in tv (e alcune volte in
radio), ripropongono il solito cliché del gay glamour che fa tendenza, ottimo
personaggio da salotto. Questo è ‘rassicurante’, non turba le coscienze perché
è percepito come ‘diverso da sé’, e quindi non rappresenta una ‘minaccia’ per
il pubblico medio, che è poi il grosso della popolazione.
Per concludere, da oggi hai cambiato orario e vai in onda alle sette
del mattino. Come sceglierai gli argomenti e le canzoni da trasmettere per
augurare il buongiorno ai tuoi ascoltatori?
La mattina è uno dei momenti importanti per l’ascolto radiofonico.
Prima di accendere il microfono mi sforzo di immaginare cosa stiano facendo gli
ascoltatori e se possibile immedesimarmi nell’umore, che, diciamola bene,
spesso non è così da Mulino Bianco. Fatto questo cerco di attingere alle riserve di positività per cercare di far
scivolare queste delicate e comunque, come dicevano i medici di un tempo,
primo: non nuocere, e se riesco a strappare un mezzo sorriso di qualcuno, per
me è un traguardo!
Grande Gigi. Grande speaker e doppiatore alla puntoshop
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