Quando l'omofobia colpisce a scuola e in famiglia
Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani
Fonte: Oltre l'evidenza - Racconti di vita... gay, Tempesta editore
Da poco si è conclusa la giornata
mondiale contro l’omofobia, la più vergognosa forma di odio che autorizza
gente di vario tipo a scagliarsi contro coloro che ritengono diversi, perché
aventi una sessualità differente da quella eterosessuale.
Violenze
fisiche, verbali e sessuali attuate in nome del modello bianco/religioso/eterosessuale che alcuni considerano debba essere l’unico a esistere in base a teorie fondate sul nulla, portate avanti per secoli a
danni di uomini e donne definiti “diversi.”
Per gli omosessuali e i/le transessual*, ancora oggi, non c’è un posto
sicuro; tutti i luoghi possono essere
pericolosi: casa e scuola in primis.
Ho deciso di creare un post speciale e
riportare alcuni brani tratti da Oltre l’evidenza – Racconti divita… gay, per
far capire a chi ha, o almeno dovrebbe avere, il compito di legiferare quanto
sia necessaria una legge che impedisca il ripresentarsi di violenze e
soprattutto che punisca questi crimini, perché questo sono, dettati dall’odio e
l’ignoranza.
Adesso anche in ebook. Qui |
Da Oltre
l’evidenza – Racconti di vita… gay
di Francesco Sansone, edito da Tempesta editore
Scuola
“Nonostante tutti i miei sforzi, alcuni dei miei compagni di scuola si accorsero di qualcosa e divenni l’oggetto dei loro scherni. […] Quel periodo lo considero come una pagina nera della mia vita, sono stati anni in cui ho sofferto molto, non tanto per la mia natura, quanto per la cattiveria e l’ignoranza con cui le persone si scagliavano contro di me. Non riesco a dimenticare la violenza psicologica che ho subito.”Federico
“I miei compagni non perdevano occasione per farmi sentire il diverso della classe. Quando andavo in bagno, mi mostravano le loro parti intime e mi dicevano “Sei un frocio, ti piace questo, vero?” Lì, mi sentivo veramente perso tanto che arrivai pure a pensare che uccidermi fosse la soluzione per uscire da quell’inferno.”Roberto
Famiglia
“Mio fratello maggiore non ha mai accettato la mia omosessualità e più volte ha cercato di uccidermi.Ricordo che una volta ha provato a seppellirmi vivo nelle fondamenta di un palazzo in costruzione. Da quel momento mi è sembrato di vivere l’olocausto di me stesso. […]La paura che potesse farmi del male, mi ha causato problemi d’insonnia. Avevo paura che durante la notte, mentre dormivo, potesse uccidermi. Dovevo stare all’erta, dormire per me era come cedere alla morte.”Antonio E.
“Mia madre scoprì accidentalmente una foto di me con il mio ragazzo d’allora e, trovandomi con le spalle al muro, non ho potuto negare l’evidenza e le confessai tutto. […] Gli anni a seguire sono stati abbastanza duri perché ho dovuto lottare per riacquistare credibilità ai suoi occhi, dopotutto è una donna del sud di altri tempi.”Giuseppe
“Sebbene il dialogo sia sempre stato uno dei punti di forza del rapporto coi miei, non sento l’esigenza di renderli partecipi. Questo non significa che non soffra per la mancata spontaneità che questa decisione comporti […] però al momento preferisco aspettare.”Dario
Diciamo tutti insieme #noomofobia e
lavoriamo assieme per evitare ai giovani del dolore inutile.
Lo trovi qui |
Nessun commento:
Posta un commento