Che ne sarai di noi?
Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani
Sembra una domanda retorica, invece non lo è affatto data l’aria
che tira ultimamente in Italia. Più volte da questo blog ho espresso le mie perplessità
in merito a quanto non si stia facendo nulla ai fini giuridici sul fronte dei
diritti civili e lo sconcerto per l’immobilismo che
alimenta il nostro governo. Oggi a tutto questo si aggiunge un deliberato
desiderio di repressione che non si ferma soltanto al non voler fare una legge
che tuteli le coppie LGBT, ma alla volontà, quasi, di perseguitare gli
omosessuali in una nuova e inutile caccia alle streghe.
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Starete dicendo che sono esagerato, che uso termini a
sproposito, ma ne siete davvero convinti? Prendiamo gli ultimi avvenimenti che
stanno succedendo proprio in queste ore a Milano, una città da sempre definita d’avanguardia,
liberale e ospitale, che sotto la guida della Lega, un partito che, dopo essere
arrivato alla soglia minima di consenso, sta giocandosi il tutto e per far dimenticare
i soldi rubati, gli intrallazzi della famiglia Bossi e della Mauro, attuando
una battaglia d’odio contro i culatùn, come direbbero i lombardi, che sta
funzionando e che dimostra ancora una volta quanto breve e corta sia la memoria
dell’italiano medio.
Per chi non lo sapesse, la Lega sta promovendo, all’interno
dell’Expo, alcuni convegni sulle terapie riparative per dimostrare quanto l’omosessualità
sia sbagliata, ma soprattutto sia una malattia dalla quale si possa uscire.
Vaglielo a spiegare che l’omosessualità è come la stupidità: è innata, non si
può guarire né dall’una né dall’altra. Tuttavia fra le due c’è una grossa differenza. Gli “affetti” di omosessualità
non vanno a rompere le scatole a chi non lo è a contrario degli stupidi che
invece discriminano, reprimono e cercano di plagiare le menti altrui.
Tornando alle terapie riparative, ovviamente è successa la
fine del mondo: l’Expo che ha chiesto di togliere il simbolo dai convegni,
salvo poi ritirare la richiesta nel momento in cui il presidente della regione
Maroni ha garantito che è garante lui stesso dei temi trattati. Le associazioni
e gli avversari politici hanno gridato allo scandalo (a proposito se siete in zona, sabato 17
gennaio, in piazza Città della Lombardia, ci sarà la manifestazione “L’unica
malattia è l’omofobia” dalle 14 alle 16), ma nulla è cambiato e i convegni
continuano a tenersi.
E come dimenticare le parole del nuovo segretario della
Lega, Matteo Salvini, in cui dice di preferire Putin a Luxuria? O le battute di
Bonanni in Parlamento? Per non parlare di esempi portati avanti da cosiddetti cattolici, le sentinelle in piedi, che scendono in piazza per tutelare il loro diritti alla discriminazione? O i sempre più episodi di violenza?
Insomma, ancora una volta, il Paese, o meglio chi si
spaccia di guidarlo, torna sui suoi sbagli preferendo appoggiare le idee russe
- dove se va bene agli omosessuali gli sputano in faccia e se va male, invece,
li uccidono – piuttosto che seguire il modello dell’Unione Europea. Che poi mi
chiedo che cavolo si continua a studiare la storia se, poi, chi dove ricordarla
al fine di non commettere gli stessi errori, non la considera (sempre ammesso
che la conosca)?
Negli ultimi mesi lo dicevo l’Italia politica stava seguendo
un sentiero tenebroso e, purtroppo, devo ammettere che avevo ragione e quindi
non posso non chiedermi che ne sarà di noi? Che ne sarà delle nostre
aspettative, delle nostre speranze e dei nostri sogni? Risulta essere così
difficile il capire che nessuno ha il diritto e il dovere di imporre a nessuno
come vivere? Mi auguro che presto questa aria fetida presto lasci il posto a una
brezza di libertà che rigeneri gli animi di ognuno.
Adesso anche in ebook. Qui |
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