Un nuovo mondo - Nuova stagione. 1^ Puntata
Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani
- Con questo abbiamo finito. – Dico appoggiando
sul pavimento l’ultimo scatolone in quello che da domani sarà il mio studio.
Dalla morte di Massimo, ho avvertito il bisogno di
ritornare nella mia città e parlandone con Andrea, ho scoperto che anche lui aveva
la stessa necessità. Così, abbiamo iniziato a fare tutto quello che era
necessario per il nostro trasferimento e dopo la conferma dello spostamento del
mio compagno nella sede dove aveva iniziato la sua carriera, ci siamo messi in
viaggio e siamo tornati a casa.
Alla notizia del nostro ritorno, Daniel mi disse
che anche Biagio stava per rientrare e non vedeva l’ora di incontrarci per
proporre a me e al nostro amico comune qualcosa. Quando ci siamo ritrovati
tutti assieme a casa sua e di Manu per una cena di benvenuto, con noi c’era
anche Elia, il socio di Daniel, e insieme, senza giri di parole, ci hanno
chiesto di entrare a far parte del loro studio come soci alla pari. Volevano
ampliarsi e dato che i pazienti che ricevevano erano sempre più in aumento,
avevano bisogno di una mano. Io ho accettato di buon grado, anche perché avevo
lasciato il mio lavoro a Roma senza averne trovato un altro. Anche Biagio ha
accolto la proposta con entusiasmo. Il giorno dopo abbiamo iniziato tutte le
pratiche per entrare nella società e nei giorni a venire io e Biagio abbiamo
portato le nostre cose in quell’appartamento adibito a studio. Le prime due
camere, poste una di fronte all’altra, erano già occupate da Daniel ed Elia e
così io e il mio amico ci siamo collocati nelle altre due ancora
disponibili. Intanto Andrea aveva
ritrovato molti dei ragazzi che aveva lasciato prima del trasferimento e gli
sembrava di esser tornato indietro nel tempo. Mancava solo Samuele, il quale,
aveva lasciato tutto dopo la fine della storia con Biagio. Anche lui aveva richiesto
il trasferimento in qualche altra sede, ma nessuno degli ex colleghi sapeva
dove fosse stato spedito.
-
Certo che è venuto davvero bene,non trovi? –
Chiedo a Daniel mentre, chinato sullo scatolone, estraggo gli ultimi oggetti da
sparpagliare nello studio.
-
Sì, davvero bene. Sono contento che tu, Andrea e
Biagio siate ritornati. Dopo la morte di Massimo, mi sentivo sempre più solo.
Mi mancava avervi attorno e vivere qui diventava sempre più triste.
-
So che cosa vuoi dire, ma adesso siamo di nuovo
tutti qua e assieme potremo affrontare le prossime sfide che ci si
presenteranno.
-
Complimenti collega! – Esclama Elia entrando e
guardando lo studio. – Vedi come si
arreda uno studio? – Si gira, rivolgendosi a Biagio.
-
Che cosa vorresti dire, che il mio studio non è
venuto bene? – Risponde impettito il nostro amico.
-
No, ma è… è… come dire… minimalista? – Risponde
divertito l’altro.
-
Non ci devo mica vivere qui. C’è quello che
serve, l’essenziale. Comunque invece di criticare, accompagnami in quel negozio
giù in centro; devo comprare le ultime cose da mettere nello studio.
-
Avevo ragione. –
-
Su cosa? – Risponde Biagio, mentre io e Daniel
guardiamo divertiti quella scena.
Da
tempo non vedevamo il nostro amico così sereno. Anche nei giorni dopo la morte
di Massimo, il suo umore era spento. Soffriva sia per la perdita che da poco ci
aveva travolto che per la mancanza di Samuele. Prima di ripartire avevamo
passato ancora qualche giorno assieme e ci avevaa raccontato come erano andate
realmente le cose con il suo ex. Samuele di punto in bianco lo lasciò
dicendogli che si sentiva soffocare da tutto: lavoro, amici e lui. Biagio aveva cercato
di lasciargli più spazio, ma non era servito a nulla. Nel più totale silenzio, il suo
ex aveva avanzato la richiesta di trasferimento e quando gli venne concesso, una
mattina sparì senza nemmeno dirgli addio. Dopo due giorni si fece vivo con un
sms in cui gli scriveva solamente che gli dispiaceva per il modo con cui era
andato via, ma non si pentiva assolutamente di aver lasciato tutto. Il
messaggio si concludeva con “ti amo,
anche se so che questo non è sufficiente per me. Perdonami se puoi, ma ho
bisogno di aria nuova.” Finito di ascoltare il resoconto, tutti noi
restammo in silenzio senza sapere che dire e osservando rammaricati lo sguardo
triste e vuoto di Biagio.
Lui
ed Elia si sono presi sin da subito. Guardandoli ci sembrava di vedere Biagio
scherzare con Massimo e, forse, anche per lui doveva sembrare così. Gli mancava
ed Elia era praticamente la copia gay del nostro amico. Quindi è stato naturale
che fosse Elia ad aiutarlo con la sistemazione dello studio nuovo e così fra
battibecchi e risate, si sono messi a lavoro. Non era strano sentirli urlare e
poco dopo udire le loro grasse risate. Due matti che insieme riuscivano ad
annientarsi e allo stesso tempo rigenerarsi.
-
Sul fatto che il tuo studio è vuoto. Dai,
andiamo. Cerchiamo di non abbassare il
nostro livello a causa di quella stanza semi vuota. Io e Daniel abbiamo
ormai una reputazione qua. – E dicendolo, senza nemmeno dirci ciao, lasciano
noi e l’appartamento.
-
Non avrei mai immaginato che Elia fosse così
buontempone . – Dico guardando stralunato Daniel.
-
Nemmeno io. – Mi risponde con la mia stessa aria
incredula.
Gent.mo Francesco,
RispondiEliminacome ebbi a scriverle in un non recente commento, sono un estimatore delle sue opere, tuttavia or ora mi trovo un po' spaesato nel leggere questo frammento di "un mondo nuovo", dacchè trovo difficile ricordare e ricostruire tutte le vicende: chi fa cosa, con chi, perchè, chi è vivo, chi morto, dove vivono, dove vivevano etc etc etc... Questo temo che sia un inconveniente della scrittura a puntate, e se tra le puntate intercorre un tempo così vasto, allora questo può rendere meno chiara la trama complessiva e pregiudicare un poco il godimento del testo.
Posso dunque domandarle se può mettere una "legendina" o qualcosa da cui sia possibile ricostruire in modo più agevole l'evolversi delle cose e delle persone?
Con stima e gratitudine,
Anonimo.
Gent.mo Anonimo,
EliminaCI diamo del tu? Lo preferisco ^_^
Grazie per i complimenti e per la tua segnalazione Pure io mi ero posto la domanda se non fosse opportuno fare una legendina o meno, ma alla fine, pensavo non ce ne fosse bisogno. Mi sbagliavo.
Sarà mio compito provvedere a pubblicarne una, come prologo, nella seconda puntanta.
Grazie ancora.
A presto,
Francesco