Prete vieta a nipote di cantare al funerale della nonna perché gay

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Nella foto: Connor Haker con la nonna
Quando si parla di omofobia al peggio non c’è mai fine, e quando di mezzo c’è la chiesa il tutto diviene anche sconcertante. Connor Haker, un ragazzo dell'Indiana, si è visto negare dal prete della parrocchia, padre Bob J. Lengerich,  la possibilità di cantare una canzone durante il funerale della nonna perché gay.

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Nella foto: Connor Hakers
Connor era molto unito alla nonna e voleva cantarle una canzone per renderle omaggio ma il prete, che sul diario Facebook del ragazzo ha visto una foto della sua partecipazione al gay pride di molti anni prima,  gli ha invitato un lettera in cui ha scritto di non poter permettere a una persona che ha relazioni con persone dello stesso sesso di intervenire nella sua chiesa.

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Nella foto: padre Lengerich
Nella lettera padre Lengerich ha scritto, inoltre, che la sua chiesa è chiusa alle persone che appoggiano la questione LGBTQI, a chi ha divorziato e si è risposato e a chi appoggia apertamente il diritto all’aborto.

Connor, arrabbiato per quanto comunicatogli, ha condiviso sul suo profilo Facebook la lettera accompagnandola con un testo che è del tutto condivisibile:
«Non posso più cantare al funerale di mia nonna, perché ho partecipato a un gay pride e ho pubblicato una foto (anni fa). Il ragionamento del sacerdote è che frequentando tali eventi, mi oppongo con convinzione al matrimonio della Chiesa cattolica. Sia  mia nonna che il nonno sarebbero disgustati dalla loro parrocchia. La loro compassione ed empatia era abbondante, non importa loro chi tu fossi. Hanno visto al di là di razza, della religione, della sessualità e della classe sociale. Amavano tutti. Questo è ciò che è significa essere un cristiano. Questo è ciò che significa essere cattolico.»

Lo stato del ragazzo è stato condiviso più di 1.000 volte in un paio di settimane e a oggi ha avuto 1 milione e 700 mila reazioni.


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Ancora una volta la chiesa cattolica ha dimostrato tutta la sua chiusura a discapito del messaggio di accoglienza. Ancora una volta ha portato avanti la sua attività discriminatoria alla faccia di tutte quelle belle parole sull’accoglienza che, da sempre, spaccia per vere. Complimenti.
Fonte: CromosomaX
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