«Continuo a lottare per ottenere giustizia.» Valérie Andrea Contu parla degli sviluppi giudiziari in seguito all'intervento di riassegnazione del sesso sbagliato al Policlinico di Palermo

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Quando mi risponde al telefono riconosco la sua voce grintosa e combattiva, la stessa che poco più di un anno fa avevo sentito. Valérie Andrea Contu, tuttavia, non riesce a nascondere la felicità per gli ultimi sviluppi giudiziari del suo caso.
Valérie si era rivolta al Policlinico di Palermo per sottoporti a un intervento per la riassegnazione del sesso, ma, purtroppo, non è andato bene (qui i dettagli). Da lì è iniziato un vero e proprio calvario fisico e giudiziario. Contu ha esposto una denuncia contro l’ospedale e contro i chirurghi che l’hanno operata. Una battaglia, che ci tiene a ribadirmi, ha affrontato da sola, senza l’aiuto di nessuno.  
Oggi Valérie è contenta ma, allo stesso tempo, è rammaricata per come,  a suo dire, le associazioni LGBT si siano disinteressate della sua vicenda.
A breve partirà per sottoporsi a un nuovo intervento, che le darà quel corpo da sempre sognato, e noi l’abbiamo intervistata per conoscere tutti gli sviluppi che sono successi negli ultimi dodici mesi.

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Il mio mondo espanso prende le distanze da alcune dichiarazioni effettuate da Valérie Andrea Contu e invita coloro che si sentiranno nominare a contattarci qualora volessero esporre il loro punto di vista.

D. Valérie, a distanza da un anno da quando ci siamo sentiti, quali novità ci sono sul tuo caso?
R. Finalmente il PM ha indagato Adriana Cordova e Giovanni Zabbia, coloro che mi hanno macellata usandomi come cavia.  Due persone che definisco dei criminali senza nessuno scrupolo, perché non hanno la minima sensibilità nel capire quanta sofferenza provocano in una donna ex trans che non vuole altro che una vagina. Non credevo che la Cordova, una donna, avesse un’indole cosi cinica nel vedere soffrire le persone, perché piaccia o meno siamo delle persone come gli altri. In quell'ospedale (il Policlinico di Palermo, ndb) hanno continuato a macellare e purtroppo ci sono ex trans che sono state rovinate a vita.

D. Per esattezza dobbiamo dire che per ora sono partiti soltanto due avvisi di conclusione delle indagini. Solo dopo che i due chirurghi verranno ascoltati dal pubblico ministero, questi deciderà se procedere al rinvio a giudizio. Precisato questo, dal punto di vista giudiziario cosa succede adesso?
R. Dal punto di vista giudiziario aspetto il rinvio a giudizio e cosi posso tranquillamente far partire contemporaneamente  sia la causa penale che quella civile per il risarcimento dell’enorme danno che mi hanno causato. Non è possibile che non paghino per quello che hanno commesso.  

D. L’ultima volta mi hai detto che eri costretta a dover medicare costantemente la parte del corpo sottoposta all’intervento. Adesso le cose sono diverse?
R. No. Continuo, purtroppo, a dovermi medicare quotidianamente. Devo mantenere un tutore 24 ore al giorno per evitare che il tutto si chiuda. Devo fare costantemente  igiene vaginale per non incorrere in infezioni, che potrebbero ulteriormente condizionare la mia esistenza. 

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D. Ti è stata riconosciuta una qualche invalidità?
R. La commissione medica della Asl di Nuoro ha ritenuto che il grave danno fisico e il disaggio psicologico che n’è conseguito meritasse il riconoscimento di un’invalidità civile e mi ha assegnato il 67% . Percepisco anche un assegno che si chiama IO, concesso ai dipendenti che hanno capacita riduttiva al lavoro di almeno 2 terzi. 

D. A gennaio farai un nuovo intervento, ma dovrai andare all’estero. Perché non ti opererai in Italia?
R. Sì, a gennaio sarò sottoposta a una completa revisione della vagina, o meglio, finalmente, me ne costruiranno una. Vado all’estero perché in Italia mi hanno rifiutata tutti quanti.

D. E dovrai affrontare tu le spese?
R. Per quanto riguarda le spese, mi sono sempre detta che la sanità italiana mi aveva distrutta e la sanità pubblica doveva pagare. Dopo varie ricerche su internet ho trovato una legge che obbliga la tua regione a pagarti completamente un qualsiasi intervento fatto all'estero con complessive spese conseguenti (viaggio ,soggiorno e accompagnatore). Questo può essere ottenuto nel caso in Italia non ci sia una struttura in grado di svolgere un tipo di intervento e quando le tempistiche sono troppo lunghe e il tuo stato di salute non ti permette di aspettare.
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D. Parliamo per un attimo di un aspetto positivo che ti è capitato nell’ultimo anno: hai trovato l’amore. Immagino il tuo compagno ti dia la forza per continuare a lottare, sbaglio?
R. Sì, ho trovato il mio amore (sorride imbarazzata, ndb). Evidentemente il destino mi ha voluto premiare. Non ho mai smesso di dire la mia preghiera al grande spirito dei nativi americani. Tutti i giorni la dico tre volte, lo ringrazio sempre, gli auguro il buon inizio di giornata, il buon pomeriggio e la buona notte. Mi sta proteggendo tantissimo. 
Per quanto riguarda il mio compagno devo dire che lo adoro. Lui è stato splendidamente unico nell'esporsi scegliendo di avere una compagna ex trans. Non è facile in una società come la nostra.

D. Al di là del fattore salute, che è evidente sia dura da gestire, moralmente cosa ti ha lasciato dentro questa situazione?
R. Moralmente sono una grande combattente. Certo, il carattere ti cambia un po’. Diventi anche aggressiva, quando c’è da tirare fuori le unghia. Passi dalla dolcezza infinita all'aggressività verbale (mai fisica) verso chi, magari, ti sta creando un danno. Ne ha fatto le spese un chirurgo di Napoli che voleva di nuovo usarmi come cavia nonostante mi avesse detto che il mio intervento era molto complesso. Sono orgogliosa di attaccare chi non mi rispetta. 
Tuttavia, nonostante la mia intimità sia stata violata, continuo a lottare per ottenere giustizia e questo mi rende orgogliosa. Così come sono orgogliosa di essere una donna ex transessuale che non si vergogna del suo passato a differenza di molte altre.

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