Quando sono i bambini a insegnare qualcosa ai grandi
Rubrica:
Francesco Sansone
Grafica:
Giovanni Trapani
Troppe
volte nei dibatti in cui si discute di diritti LGBTQ, gli oppositori avvallano
la scusa che sarebbe difficile per un bambino capire che una famiglia possa
essere formata da due uomini o da due donne, ma è davvero così?
Negli scorsi giorni, per l’esattezza lo scorso 12 Marzo, Lucas
Vasconcellos, un ragazzo brasiliano, riporta sul suo diario Facebook parte
della conversazione sulla propria omosessualità intrattenuta con il fratellino
di otto anni incentrata.
Lo trovi qui |
“Io gli ho chiesto: sai come si chiamano le persone a cui
piacciono le persone dello stesso sesso? Gli uomini a cui piacciono gli altri
uomini e le donne a cui piacciono le altre donne?” Stavo preparandomi a dirgli
la parola gay, l’avevo sulla punta della lingua, quando mi ha dato la giusta
risposta con semplicità. “Amore?” E poi ho pianto. “Non piangare” ha detto
abbracciandomi. Mi ha guardato con i suoi occhi pieni di innocenza e dello
stesso colore dei miei e ho sentito che, per la prima volta, mi vedeva per ciò
che ero realmente. Un fratello che ama, un amico che mai avrebbe perduto, una
persona qualunque."
Una reazione, quella avuta dal fratellino di Lucas Vasconcellos
che spiega meglio di quanto possano fare riflessioni e dibattiti sul tema.
Adesso anche in ebook. Qui |
Questo, però, non è il primo caso in cui i bambini ci impartiscono
lezioni di questo genere, basti pensare al video, postato sempre su facebookdal ragazzo diventato famoso come “Lo zio Andrea”, in cui il giovane spiega
alla nipote il significato della parola gay e al “sì”, con occhi sgranati come
a dire “perché non dovrei?” che la piccola ha dato in risposta alla domanda:
“Mi vuoi bene lo stesso?”
Insomma beata innocenza che sa di saggezza, proprio come nel caso del bimbo a cui viene comunicato che le famiglie possono essere formate anche da due mariti. Il suo “quindi, questo significa che vi amate?” e la sua reazione
spensierata alla conferma e l’invito ai due mariti di unirsi alla partita di
ping pong, non può lasciare indifferenti.
Tre
storie, tre testimonianze, che consiglio a tutti coloro che si nascondono
dietro i bambini per giustificare la propria avversione a un tipo di famiglia
differente da quello imposto, per
imparare che se a un bambino vengono mostrate tutte le alterità della vita
senza discriminazione, questi non solo accetteranno ciò come una cosa normale,
ma non ne verranno neppure turbati. Certi
adulti dovrebbe prendere esempio e imparare a comportarsi.
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