Sergio Mattarella sarà anche il nostro Presidente? I commenti di Chiara Cazzato, Daniela Tomasino e Mirko Pace
Rubrica:
Francesco Sansone
Grafica:
Giovanni Trapani
Come vi ho
detto lunedì su La foto della settimana,
i sette giorni precedenti q questi hanno visto l’elezione del nuovo Presidente
della Repubblica. Il nuovo capo di Stata ha il volto di Sergio Mattarella, un nuovo che, confesso la mia ignoranza,
prima d’ora non sapevo neppure che facesse politica. Così mi sono informato è ho scoperto che è
nato a Palermo nel luglio del ’41, è entrato in parlamento nel ’83 dove è
rimasto in veste di deputato fino al 2008 e ha fatto parte dei partiti
Democrazia Cristiana, Partito Popolare Italiano, La Margherita .Mattarella è
stato Ministro diverse volte occupando le poltrone del ministero per i Rapporti
con il Parlamento, della Pubblica Istruzione, della Difesa e per finire è stato
ance vice presidente del Consiglio dal 1998 al 1999. Insomma uno che la
politica l’ha vissuta e ci ha vissuto, ma non sono certo qui per fare una
lezione sulla sua attività o sulla sua vita.
Nella foto: Sergio Mattarella, dodicesimo Presidente della Repubblica italiana |
Il motivo per cui ne voglio parlare è per capire se il
dodicesimo Presidente della Repubblica può essere definito il “nostro” oppure
no. Già in rete in molti hanno preso le distanze da questa scelta disconoscendo
Mattarella come presidente, altri invece
ne sono stati entusiasti, e poi c’è chi, come me, non conoscendolo, ne vuole
sapere di più e si confronta per recepire più pareri possibili per tirare delle
conclusioni. I media, o chi per loro, lo
disegnano come uomo di chiesa, di alti valori: insomma un democristiano tutto d’un
pezzo. Se davvero fosse così, però, Mattarella potrà venire incontro alle esigenze
e ai diritti di tutti coloro che non si rispecchiano il modello bianco/cattolico/eterosessuale?
Lo trovi qui |
Anche in questo caso, ho contattato tre amici de Il mio mondo espanso per ascoltare le
loro opinioni. Ho chiesto a Chiara Cazzato, fondatrice della casa editrice Tempesta Editore, una CE da sempre portavoce
dei diritti individuali di tutti, e Mirko Pace e Daniela Tomasino,
rispettivamente l’attuale presidente e l’ex presidentessa di Arcigay Palermo, che
cosa pensano di Sergio Mattarella e quelle che seguono sono le loro opinioni:
Chiara
Cazzato
Questo 2015
si è aperto con grande fermento. Ci siamo svegliati dal torpore che voleva
farci vedere la libertà di espressione come cosa normale e scontata, ma gli
spari son partiti dalla Francia e hanno superato il Monte Bianco venendoci a
schiaffeggiare, o a tirare un pugno, come dice il caro monarca dello stato
straniero; abbiamo assistito a un minuscolo passo in avanti, partito dal comune
di Roma, col registro per le unioni civili, che mi è sembrato una grande
vittoria, non tanto per quel che vale in sé, ma per l'entusiasmo con cui è
stato accolto e che tutto sia partito da Roma, città con una fortissima
influenza religiosa, non è cosa da poco; infine, ma non meno importante,
abbiamo un nuovo Presidente della Repubblica italiana.
Ecco, tutto
l'entusiasmo per ciò che è avvenuto a Roma è andato scemando con l'elezione del
nuovo presidente. Non mi aspettavo una versione italiana dell'amatissimo Pepe
Mujica e forse un po' immaginavo che sarebbe arrivato un conservatore, un democristiano DOC, tutto casa, chiesa e
famiglia. Infatti, nel 1993 fu fra i firmatari di una proposta di legge che prevedeva
una parziale abrogazione della legge 194.
Era ministro della Difesa del Consiglio nel primo governo
D’Alema, durante la guerra dei Balcani di fine anni ’90. Una guerra unilaterale della NATO contro la Jugoslavia, che solo i
pochi ancora in buona fede continuano a credere fosse fatta per scopi
umanitari. Quella guerra non fu mai autorizzata dal Consiglio di
Sicurezza delle Nazioni Unite e in quella guerra vennero usate armi non proprio
convenzionali, anche se è stato sempre negato, ma i morti li abbiamo visti
tutti, soprattutto i pugliesi come me, che hanno pianto un gran numero di
vittime tornate da quella missione, che di pace aveva niente.
Quando è stato eletto, l'eco si è spostato tutto sul fatto che fosse
fratello di una vittima di mafia, cioè di Piersanti Mattarella e la commozione
è arrivata all'apice quando il suo secondo gesto, dopo la visita dovuta alle
Fosse Ardeatine, è stato andare a messa, perché questo è fondamentale per avere
il consenso popolare, per dare la tranquillità che niente cambierà e che tutto
rimarrà come era, un Presidente Cattolico, (perché l'altro era ateo, anche se
nessuno se n'è accorto) che vigili sui valori alti di questo Paese, minacciato
dall'aborto, dai gay e da questi strani animali mitologici che sono le famiglie
omogenitoriali.
Se qualcuno avesse dubbi in merito, si chieda perché la Cei ha dato il
suo benestare a questa elezione.
E noi, speriamo di cavarcela!
Adesso anche in ebook. Qui |
Daniela Tomasino
Credo che la cosa migliore che possiamo fare è quella di aspettare. In
Italia, in generale, c'è bisogno di maggiore laicità, e che un presidente della
Repubblica venga definito da tutti come "cattolico" suscita il dubbio
che, ancora una volta, i valori della laicità e della Resistenza possano venire
sacrificati sull'altare di una religione che già influenza in modo
considerevole le leggi italiane, o l'assenza di leggi. Ma il passato di
Mattarella, alcune sue dichiarazioni e l'equilibrio che ha sempre manifestato
lasciano la possibilità di poter sperare in un Presidente che possa avere a
cuore i diritti di tutti i cittadini senza discriminazioni e limiti. A noi,
attivisti e associazioni, resta il compito di stimolare riflessioni e
dibattiti, di pungolare la cultura giuridica e i legislatori italiani verso il
pieno riconoscimento dei diritti umani e civili"
Mirko Pace
Di Mattarella sappiamo poco sulle sue posizioni nei confronti dei
diritti LGBTI: raramente si è espresso. Allora diventa interessante fare un
ragionamento sulle modalità della sua elezione: Mattarella è il Presidente della
Repubblica voluto da Renzi. È dunque ovvio che difficilmente Mattarella si
metterà di traverso alle riforme volute dal presidente del consiglio, e tra
queste c'è la legge nazionale sulle unioni civili e una legge contro
l'omofobia. Non lo immagino dunque né esortare né tentare di ostacolare le
eventuali leggi che riguardano i diritti delle persone LGBTI: è un
democristiamo, come Renzi e mezzo parlamento d'altronde, ma non è certo un teocon [neologismo formato dal prefisso
"Teo" (dal greco antico, Dio) e conservatorismo.
ndb] o una stupida sentinella!
Questo è quanto e, come dice la Tomasino, non ci resta che aspettare…
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