A Verona vietato parlare di omosessualità a scuola. I commenti di Sara Kay e Marco Consiglio
Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani
Nell’immenso universo della scuola, loabbiamo visto in queste settimane, capita davvero di tutto, anche che un
consiglio comunale vieti che al suo interno si parli liberamente di
omosessualità. Avete capito benissimo, da qualche giorno, infatti, a Verona è
vietato discutere di tematiche lgbt per via di una mozione sostenuta da Alberto
Zeger, consigliere
della Lista Tosi.
Lo trovi qui |
Ho
voluto chiedere un parere ad alcuni amici che da anni lavorano anche nella scuola
per trasmettere il messaggi oche l’omosessualità non è un male e che il
bullismo omofobo è la peggiore delle vigliaccate che si possa fare a un’altra
persona: Sara Kay, blogger e scrittrice
del libro Genitori G.A.Y. – Good As You, e Marco Consiglio, conduttore radiofonico, ma anche membro dell’associazione Quore che da anni entra nelle
scuole per sensibilizzare gli studenti sui temi lgbt,
per sapere come hanno accolto questa notizia.
Considerando che questa disgustosa iniziativa
è di Alberto Zelger, non sono molto stupita. Certo è che in questo modo si dà il
via a un processo altamente diseducativo che insegna a discriminare le
differenze, mentre ciò di cui ha bisogno la nostra società, con un tasso si
omofobia abbastanza alto, è esattamente l’opposto.
Vietare di parlare di omosessualità nelle
scuole è censura ed è inaccettabile! Queste iniziative non faranno che crescere
altre generazioni di omofobi mentre basterebbe così poco per capire che non si
diventa omosessuali parlando di omosessualità, ma in un Paese che ancora la si associa
a pedofilia, a zoofilia a necrofilia e a molto altro ancora, che cosa possiamo
aspettarci?
Sara Kay, blogger e scrittrice
Nella foto: Marco Consiglio |
Siamo di nuovo di fronte all’ennesima provocazione
della politica su questi temi. La tematica omosessuale fa gola a chi, in un
periodo di crisi economica e sociale, sente l’esigenza di far parlare di sé
dichiarando affermazioni anticostituzionali e, scusate il termine, “da idiota”:
La risposta migliore non sta nel creare un
polverone su questa notizia, ma facendo proprio quello che loro non vogliono:
parliamone sempre e comunque!
Nelle scuole, sul pullman, con la vicina di
casa, l’omosessualità non deve essere più un tabù. E, alla fine, vinceremo.
Marco Consiglio, Associazione Quore Torino
Di iniziative prive di senso logico negli anni
ne ho viste tante, ma mi rendo conto che al peggio non c’è mai fine e se c’è
una cosa che questo Stato mi ha insegnato, è quella di non aspettarmi nulla.
Per un apparente passo in avanti, in realtà, se ne percorrono dieci all’indietro
e gli unici a rimetterci sono sempre gli stessi.
A tutte le età.
Adesso anche in ebook. Qui |
E poi dicono i cattolici estremisti che una legge sull'omofobia limiterebbe la libertà di espressione sancita dalla costituzione? E questo divieto come lo chiamano? Che poi appunto bisogna vedere cosa dice la leggi nazionali cosa dicono a riguardo e come questo divieto viene applicato a che tipo e grado di scuole, e se un consiglio comunale ha l'autorità per emanare certi divieti (perchè se non lo ha dovrebbe tempestivamente intervenire il ministero dell'istruzione) perchè mettiamo il caso che io professore di lettere in una scuola superiore mentre faccio una lezione su Thomas Mann e si parla di "La morte a Venezia" intavolo una discussione sull'omosessualità nel romanzo non vedo per quale ragione e per quale autorità questa discussione dovrebbe essere vietata.
RispondiEliminaLa stupidità bigotta non ha fine... purtroppo!
Elimina